Da novembre a marzo 2013, presso l’Associazione 21 luglio e dal Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC), è stato organizzato a Roma il Corso di formazione per attivisti rom e sinti.
L’obiettivo del progetto consisteva nell’incoraggiare un attivismo giovanile tra le comunità rom e sinti
presenti sul territorio italiano, formare dei ragazzi a fini di acquisire una serie di strumenti che riguardano i loro diritti umani in modo tale che essi stessi possano rivendicarli e farli conoscere alle proprie comunità, poiché è importante che siano essi stessi ad agire in prima persona.
I ragazzi che hanno deciso di aderire al corso si sono impegnati per i diritti umani delle proprie comunità, tra loro partecipava anche Sead Dobreva, 31 anni, rom arrivato in Italia nel 1991 in fuga dalla ex Jugoslavia: “Quando ho saputo di questo corso ho pensato che per me potesse essere una
buona opportunità per fare finalmente qualcosa per il mio popolo”. Dobreva spiega che vive a Rovigo in una casa e che lavora come operaio in una fabbrica dove è anche rappresentante sindacale.
In questi incontri hanno partecipato 12 candidati Rom e Sinti provenienti da diverse regioni italiane, ragazzi che già svolgevano attività per le loro comunità.
Tra i partecipanti del concorso vi era anche Gladiola Lacramiora Lacatus, 20 anni, viene dalla Romania e da sei anni vive a Cosenza. Gladiola ha vissuto per alcuni anni della sua vita all’interno di un campo Rom. Ora è in una casa famiglia per minori e frequenta la scuola superiore: “Ho scelto
di fare questo percorso per avere la formazione adatta per aiutare ragazzi che come me hanno incontrato difficoltà nell’integrarsi nella società”.
Gladiola è una delle sette ragazze che hanno partecipato al primo incontro del corso, con un tasso di partecipazione femminile molto alto.
Come Gladiola anche Naomi Ahmetovic, rom/sinta di 18 anni che vive a Trieste, ha deciso di immergersi nella teoria e nella pratica dei diritti umani: “In questo modo saprò riconoscere le violazioni dei diritti umani e potrò battermi perché i diritti della mia comunità vengano rispettati”.
Se vuoi sentire direttamente la loro testimonianza: