“Come non si può asciugare l’acqua con l’acqua, non si può spegnere il fuoco con il fuoco, così non si può distruggere il male con il male”. Leone Tolstoi
Cos’è la guerra?
Si pensa sia un metodo per la risoluzione di un conflitto; un rimedio ad una controversia.
E così, negli anni, le guerre avrebbero presumibilmente risolto quelle inconciliabilità tra paesi, fazioni, partiti.
L’uomo ha creduto erroneamente che per ottenere ciò di cui ha bisogno dovesse battere i piedi per terra e decidere per la vita di un suo simile, sopprimerlo affinché non intralciasse il cammino verso un obiettivo egoistico. Sebbene apparentemente in alcune volte si è trovato un accordo o semplicemente il problema è stato schiacciato, il risultato umano qual è stato?
Vite stroncate, persone uccise da altre persone, e questo nella mente dei più è diventata la normalità, quando si dovrebbe rabbrividire alla notizia di una morte ogni volta che questa viene al nostro orecchio, che sia un uomo, una donna, un bambino, persino un violento.
Negli anni l’uomo si è lasciato sopraffare dalla codardia ed ha fatto ricorso alle armi, ma cos’è un’arma?
Un oggetto che dichiara il NON voler sentire, il NON voler comunicare, il menefreghismo nei confronti di chi si ha davanti.
Ma citando le parole di Tolstoj, non si può spegnere il fuoco con il fuoco.
A quelli che credono che il coraggio lo si dimostra impugnando un’arma o ricorrendo alla prepotenza io dico che non c’è coraggioso più autentico di chi disinnesca anziché sparare, di chi ascolta anziché urlare, di chi dialoga anziché discutere.
Sentimenti come odio, rabbia, rancore, paura, potrebbero essere alleviati se si da spazio alla comprensione, all’immedesimazione di chi si ha di fronte.
Sì, ci vuole coraggio a far questo, perché ciò significherebbe dare spazio all’altro prima di darlo a sé stessi, ma se ognuno facesse davvero la propria parte, non esisterebbe la competizione tra chi si crede più forte dell’altro, perché chi entra in competizione, forse, ha solo paura di perdere.
Roberta Iaccarino