Il 10 dicembre si celebra la giornata mondiale dei diritti umani. In questa data, infatti, nel 1948 venne adottata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che è il documento base per l’Assemblea delle Nazioni Unite. Si tratta di un appuntamento internazionale, la data viene ricordata in ogni angolo del mondo e celebrata con eventi che mettono in luce l’importanza dei diritti che appartengo all’essere umano a prescindere dall’appartenenza sociale, provenienza, religione.
L’obiettivo è quello di tutelare una serie di diritti che appartengono a tutti.
Nel primo articolo della Dichiarazione dei diritti umani si legge che “Gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti”.
La Dichiarazione Universale tocca anche temi della giustizia che prevedono il divieto di tortura e di trattamenti disumani o l’arresto e l’esilio arbitrari. Inoltre vengono riconosciuti il diritto di difendersi e ad un equo processo. Da quel giorno abbiamo un documento concreto che riguarda tutte le persone del mondo, senza distinzioni di alcun tipo, in cui vi è scritto che vi sono dei diritti di cui ogni essere umano deve essere a conoscenza per poterne godere.
Eppure questa dichiarazione tutt’oggi non è ancora messa in pratica, perché ancora troppo sconosciuta.
Leggendo gli articoli del documento sulla dichiarazione, uno ad uno, inevitabile è porsi la domanda: com’è possibile che non vengano rispettati? Com’è possibile che la maggior parte del popolo non ne sia a conoscenza?
Ci sarebbero moltissime argomentazioni e fatti per parlare di tutto ciò che viene ignorato nonostante l’esistenza di questo documento.
Per esempio se pensiamo al 1955, anno in cui Rosa Parks, attivista per i diritti civili aveva la pelle nera e faceva la sarta. Grazie a un suo rifiuto di cedere il posto su un autobus ad un bianco prese vigore la lotta nonviolenta per i diritti civili degli afroamericani che investì tutti gli Stati Uniti.
Dall’altro lato ci rendiamo contro che molte cose sono cambiate in meglio anche se, a ben guardare le discriminazioni oggi più che tra bianchi e neri è sempre più palesemente quella tra ricchi e poveri.
Se ci guardiamo intorno o diamo ascolto alla visione dei media che ci fanno vedere il mondo come non ci sia più speranza, siamo portati a credere che le cose non stiano procedendo verso il meglio. In realtà, come recita un detto orientale, “fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce”.
La realtà secondo me procede sempre verso il meglio.
In passato si credeva che i neri non avessero un’anima. Oggi quest’idea ci risulta ridicola.
I passi da compiere sono ancora tanti.
Sta a ciascuno di noi portare l’umanità verso livelli di crescita e maturità sempre maggiori.