GIORNATA MONDIALE CONTRO LE MUTILAZIONE FEMMINILI

Nel mondo, 200 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali femminili; tra le vittime, 44 milioni sono bambine fino a 14 anni, e 3,9 milioni di ragazze sono a rischio ogni anno.

Il 6 febbraio, in occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero per le Mutilazioni Genitali Femminili.

La battaglia contro la violenza di genere è una battaglia comune.

L’Unione Europea ha da poco avanzato una nuova strategia per l’uguaglianza di genere, e Papa Francesco, solo qualche giorno fa, ha toccato il tema delle mutilazioni genitali femminili, definendo le violenze contro la donna “una vigliaccheria e un degrado” per gli uomini e “per tutta l’umanità”.

Le mutilazione sono una pratica lesiva dei diritti umani che ha conseguenze gravissime sulla salute fisica e psichica delle bambine e delle ragazze che la subiscono.

Un fenomeno che colpisce anche bambine e giovani donne migranti che vivono in Italia, spesso a rischio di esservi sottoposte quando tornano nel loro paese di origine per visitare i parenti. Sarebbero moltissime infatti, secondo uno studio dell’Università degli Studi Milano, le donne presenti in Italia sottoposte durante l’infanzia alla mutilazione dei genitali.

Parlare di mutilazioni genitali femminili ha suscitato inizialmente diffidenza e chiusura, sia perché ogni tema relativo alla sessualità è spesso considerato tabù, sia perché per molte donne e uomini era la prima volta che si metteva in dubbio una pratica che fa parte della loro ‘tradizione’. A questo si somma la non conoscenza dei rischi e delle conseguenze delle mutilazioni.

Adesso per continuare a combattere questa pratica, il Governo italiano deve assicurare azioni strutturali e continuative nel tempo per prevenire le mutilazioni femminili, con risorse adeguate e certe, valorizzando in particolare le attività che mirano al coinvolgimento delle comunità provenienti da Paesi dove il fenomeno è ancora diffuso

In occasione della giornata contro le mutilazioni genitali femminili, riteniamo utile capire di cosa si sta parlando più precisamente.

La mutilazione genitale femminile comprende tutte le procedure che comportano l’alterazione o il danneggiamento dei genitali femminili per ragioni non mediche.

Una delle pratiche più note è senza dubbio l’infibulazione che è riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze.

Tale pratica, infatti, viola i diritti delle donne alla salute, alla sicurezza e all’integrità fisica, il loro diritto a non subire tortura e trattamenti crudeli, inumani o degradanti nonché il loro diritto alla vita quando tale pratica causa il decesso.

La pratica della mutilazione genitale femminile è concentrata principalmente in 30 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ma è comune anche in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina, e continua a persistere tra le popolazioni immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord dell’America, Australia e Nuova Zelanda.

Ogni anno più di 3 milioni di bambine africane sono costrette a subire una delle diverse forme di mutilazione genitale.

Nella Giornata contro le mutilazioni genitali femminili è quindi importante educare al rispetto dei diritti umani e della parità di genere perché è un passo fondamentale per combattere queste pratiche culturali che non rispettano la dignità umana di milioni di persone.

Come per molte violazioni dei diritti umani, la battaglia sociale si combatte a partire dai banchi di scuola e si collega alla lotta contro l’analfabetismo e la discriminazione nei confronti delle donne.

Sostenere tutte le donne è un modo di combattere a fianco delle bambine e delle ragazze africane.

 

Richard Erick Cobena Vargas

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