“Egregio Signor Presidente,
viviamo in un mondo dove «una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati», come illustra con sentita maestria Papa Francesco.
Noi, gli Invisibili, siamo quella parte disconosciuta nella propria dignità e logorata dalle disuguaglianze materiali, ma che al suo interno possiede la forza per innovare profondamente l’etica politica e sociale di questo Paese.
Siamo quella parte disprezzata e asfissiata da un sistema economico fondato sullo spirito dell’avidità.
Siamo quella parte calpestata, scartata e relegata nei bassifondi dell’umanità.
Siamo quella parte confinata nei depositi metropolitani delle periferie socialmente disagiate e nelle zone rurali umanamente dimenticate.
Siamo quella parte atomizzata e omologata sotto il peso dell’alienante precarietà esistenziale. Siamo quella parte silenziosamente divorata dal dolore dell’invisibilità materiale e immateriale. Siamo quella parte assorbita nella solitudine del disorientamento mentre attraversiamo le valli oscure della disperazione.
Siamo quella parte soffocata dal peso dell’indifferenza di una politica (priva di empatia e di visione) che ha abdicato a rappresentarci con atti concreti e a connettersi materialmente e sentimentalmente con i nostri bisogni e le nostre aspirazioni alla felicità.
Siamo i dannati del peso del sondaggismo politico e in balia agli equilibrismi di potere.”
(Dalla lettera di Aboubakar Soumahoro al Presidente del Consiglio Mario Draghi del 15 febbraio 2021)
Aboubakar Soumahoro nasce il 6 giugno del 1980 a Bétroulilié in Costa d’Avorio.
L’arrivo in Italia avviene nel 1999, a 19 anni. Si laurea nel 2010 in Sociologia all’Università Federico II di Napoli con voto 110/110 con una tesi su “Analisi sociale del mercato del lavoro. La condizione dei lavoratori migranti nel mercato del lavoro italiano: persistenze e cambiamenti”.
È un sindacalista del Coordinamento Agricolo dell’Unione Sindacale di Base (USB), che si occupa da sempre della tutela dei diritti dei braccianti, della lotta al caporalato e dello sfruttamento lungo la filiera agricola.
Dopo l’uccisione di Soumaila Sacko (bracciante e sindacalista USB assassinato in Calabria il 2 giugno 2018, mentre raccoglieva lamiere per costruirsi una baracca di fortuna), ha chiesto e ottenuto dal Governo Conte I la creazione del Tavolo operativo di contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura. Istituito ufficialmente con il Decreto del 4 luglio 2019, pubblicato il 3 settembre 2019. Questo tavolo, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, vede la partecipazione del Ministero degli Interni, del Ministero delle Politiche Agricole, del Ministero del Sud e della Coesione nazionale, delle Regioni, di tutte le sigle sindacali e di vari altri attori.
Il 16 giugno 2020 si è incatenato nei pressi di Villa Doria Pamphili, località degli Stati Generali dell’Economia presieduti da Giuseppe Conte, facendo uno sciopero della fame e della sete con lo scopo di essere ascoltato dal Governo. Dopo oltre otto ore di presidio, il sindacalista è stato ricevuto nel pomeriggio da Conte alla presenza del ministro dell’Economia Gualtieri e della ministra del Lavoro Catalfo. Il colloquio è durato circa mezz’ora facendo presentando al governo tre richieste in particolare: una riforma della filiera agricola, un “piano nazionale emergenza lavoro” e una modifica delle politiche migratorie.
Sul primo punto: l’USB vuole l’approvazione della cosiddetta “patente del cibo” per fornire cioè un cibo «eticamente sano». La “patente del cibo” prevede che vengano esplicitate una serie di informazioni che dicano dove quel cibo è stato prodotto e che garantiscano che sia stato prodotto senza sfruttamento. Il “piano nazionale emergenza lavoro il cui obiettivo è di tutelare coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro a causa della crisi sanitaria. Le richieste legate al terzo e ultimo punto, sulle politiche migratorie, sono invece più definite: «Regolarizzazione di tutti gli invisibili con rilascio di un permesso di soggiorno per emergenza sanitaria convertibile per attività lavorativa», cancellazione degli accordi con la Libia, dei decreti sicurezza, riforma radicale per le politiche dell’accoglienza, abolizione della legge Bossi-Fini e cittadinanza per chi è cresciuto o nato in Italia. «Si tratta di una lotta di civiltà», ha spiegato Aboubakar Soumahoro.
Il 5 luglio 2020 ha organizzato in piazza San Giovanni, a Roma, gli Stati Popolari degli Invisibili con l’obiettivo di dare loro voce e unire le diverse istanze e vertenze.
Il 27 luglio 2020, Soumahoro lascia l’USB dopo 20 anni di militanza. Uscito dal sindacato, l’11 agosto dello stesso anno lancia la Lega Braccianti, fondata nell’anniversario della nascita di Giuseppe Di Vittorio, storico segretario della Cgil. In questa occasione inaugura nel foggiano, a Borgo Mezzanone, la prima “Casa dei diritti e della dignità Giuseppe Di Vittorio”.
Alessia Saini