Lunedì 1° luglio. Un freddo incredibile anche per l’inverno argentino. Sveglia ore 7,00. Da quanto tempo non aprivo gli occhi così presto? Caffè sul fuoco. Gli altri compagni ancora dormono. Li sveglio con la colazione pronta. Oggi è un giorno importante, è la prima volta da quando siamo arrivati a Lanus che abbiamo la possibilità di partecipare al teatro rodante. Di cosa si tratta? Il teatro rodante è un’iniziativa promossa da Mariana e Agostina, referenti dell’Espacio Disparate, che mira a portare spettacoli teatrali in zone dove difficilmente arriva la cultura. In questo freddo 1° luglio la destinazione è la Escuela 26 di Monte Chingolo, vicino Lanus.
I miei compagni si sono finalmente svegliati. Siamo pronti per uscire. A ognuno e ognuna di noi passano per la testa moltissime sensazioni differenti. Per quale motivo dobbiamo fare un’alzataccia del genere, oltretutto di lunedì mattina?
Arriviamo al “Dispa” con i soliti quindici minuti di ritardo accademico, ma fortunatamente è lunedì mattina anche per Mariana. Cominciamo a preparare il materiale per lo spettacolo: microfoni, scenografia, trucchi e tutto il resto. Mariana e Guille arrivano con la macchina. Siamo pronti a partire.
Dopo una mezz’ora scarsa di viaggio arriviamo alla Escuela 26. La zona riflette l’immaginario comune delle villas argentine, case basse e costruite “alla bell’e meglio” con materiali trovati chissà dove. All’ingresso della scuola ci accoglie il portiere, attento a chiunque entri per evitare problemi. Scarichiamo tutto il materiale e passiamo la porta. Dentro ci troviamo circondati da una quantità indefinibile di bandiere argentine disegnate dai bambini con tutta la creatività che hanno saputo metterci. Nel frattempo, due maestre insegnano balli folklorici ad alunni e alunne di 4-5 anni: vedere i maschietti “zapatear” è uno spettacolo incredibile.
Suona la campanella, i bambini entrano nelle loro classi, possiamo allestire lo spettacolo. Da quando sono arrivato non ho ancora assistito al cavallo di battaglia di Mariana e Agostina: “Las payasas rockeras”! Non so cosa aspettarmi. Ovviamente i problemi tecnici non mancano: non si trovano i microfoni, la postazione del suono è tutta da inventare e lo spazio dove si svolge la funzione è quello che è. Oltretutto continua a fare un freddo incredibile e le due piccole stufe della sala sono insufficienti. Nonostante le complicazioni è tutto allestito per iniziare. Mariana e Agos sono vestite con parrucche molto punk e il trucco che indossano non è da meno. Arrivano i bambini. Si siedono per terra nello spazio antistante il palco. Fanno molto rumore, com’è normale che sia. Mariana da dietro le quinte comincia a parlare, cala il silenzio in aula. I bambini non sono sicuri della provenienza di quella voce, ma si lasciano trasportare. Entra in scena Agos. Il treno immaginario davanti a lei passa senza che possa prenderlo a causa dell’assenza della compagna della band. Mariana arriva tutta tranquilla e beata, mentre Agos si arrabbia per il suo ritardo: prime grandi risate. È superfluo raccontare tutto lo spettacolo, ma un momento indicativo vale la pena citarlo. In un momento dell’opera comincia a piovere moltissimo e, come spesso accade da queste parti, tutto si inonda. Le due pagliacce sono sommerse dall’acque e si ritrovano circondate dagli animali marini. “Un pesce, un cavalluccio marino e…” Agos e Mariana si spaventano e indicano lo spazio dietro ai bambini: “Uno squalo!”. Tutti, senza nessuna esclusione, si girano per guardare lo squalo dietro di loro. L’animale, ovviamente, non c’è, ma l’immaginazione dei bambini lo rende vivo, visibile.
Lo spettacolo termina poco dopo, i bambini applaudono felici. Molti di loro si fiondano sulle pagliacce per scattarsi foto con loro o semplicemente per abbracciarle. È già tempo di tornare in classe, ma l’esperienza appena vissuta la porteranno con loro a lungo.
Anche per noi è tempo di smontare tutto e di tornare a Lanus. La sveglia alle 7,00 di mattina acquisisce un senso. Sono le 16,30, scarichiamo tutto al Dispa, siamo stanchissimi. È stata una giornata bellissima.
Carlos Castañeda, scrittore peruviano naturalizzato statunitense, dice che “Sognare è la libertà di percepire mondi al di là dell’immaginazione”. Penso che i bambini della Escuela 26 saranno un giorno liberi.
Francesco Betrò
Volontario in Servizio Civile in Argentina
Sede di Lanus