Ecuador
SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA
TITOLO DEL PROGETTO: ACCOGLIERE PER CRESCERE |
SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi. |
DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI |
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO: Il presente progetto si rivolge a minori in stato di fragilità, non accompagnati e/o migranti in Ecuador
Verrà realizzato in 2 sedi al nord del Paese:
CONTESTO TERRITORIALE E AREA DI INTERVENTO Sede di IBARRA – Regione Imbabura, dati e criticità Ibarra è il capoluogo della Regione Imbabura (Provincia nella suddivisione territoriale dell’Ecuador). È situata al nord del paese, non distante da Quito (119 km di panamericana) e dal principale Aeroporto del paese, il Mariscal Sucre (114 km) e a solo 70 km in linea d’aria dal confine con la Colombia. Ibarra è situata ai piedi del vulcano Imbabura, sulla riva sinistra del fiume Tahuando. Con 131.856 abitanti ufficiali ma si arriva a 181.175 se vi aggiungiamo migranti e stranieri in processo di legalizzazione (censimento del 2010 dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento), Ibarra è una città con una realtà sociale eterogenea, dove si possono trovare meticci, indigeni e afro-ecuadoriani, una caratteristica rara nella regione della Sierra. A questo panorama complesso si aggiunge la massiccia presenza di migranti e richiedenti asilo colombiani, circa 50.000 e l’arrivo, negli ultimi anni sempre più numeroso, di venezuelani in fuga dal paese di origine a causa della forte crisi. La città, vivace ogni giorno della settimana, è considerata il centro economico, educativo e scientifico del nord dell’Ecuador. Ibarra geograficamente è divisa in 5 zone: Vulcano Imbabura, lago di Yahuarcocha, Massiccio Floral, la CampiñaIbarreña e la Pianura di Caranqui. Come il resto del Paese la città affronta numerosi problemi che interessano i gruppi meno integrati nella comunità: le disuguaglianze sociali, la violazione dei diritti umani, le difficoltà di accesso ai servizi primari, la criminalità. Le difficoltà del contesto rendono ancor più fragili le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della popolazione, esponendo a maggiori rischi proprio coloro che avrebbero bisogno di maggior protezione: minori e migranti. Più in generale il progetto interviene sull’intera Regione dell’Imbabura, che conta 398.224 abitanti su un territorio di 4.600 kmq, dei quali il 52,7% residenti in aree urbane e il 47,7 in zone rurali. Dal censo del 2010 le persone si autopercepiscono come meticci per 65,7%, indigeni per il 25,8%, afroecuadoriani per il 5,4% e bianchi per il 2,7%. Se ne deduce una gran percentuale di persone che si riconoscono nei popoli originari e una minoranza riferita ai bianchi di origine europea. Gli indicatori sociali della stessa Regione (INEC 2020), mettono in evidenza il miglioramento avvenuto negli ultimi anni ma, allo stesso tempo, gli alti indici di povertà (ancora al 54,2%) e di analfabetismo (10,6% con percentuali del 13,4% per le donne) ancora presenti nella regione. Le zone rurali raggiungono picchi di indici di povertà preoccupanti, molto più alti di quelli rilevati nelle zone urbane. Ancora c’è molto da fare sul fronte dell’accesso ai servizi.
Sede di Quito – Provincia del Pichincha – Contesto territoriale e criticità Quito è la capitale dell’Ecuador, capoluogo della Provincia del Pichincha e sede del Distretto Metropolitano di Quito.Il suo nome deriva dalla tribù dei Quitus. Divisa in tre parti da due profondi burroni che scendono dal vulcano Pichincha, presenta nel complesso un aspetto moderno, con magnifici parchi. La data della sua prima fondazione è incerta, tuttavia si pone la sua nascita al 6 dicembre del 1534 con la conquista spagnola. Fu la prima città dichiarata, insieme a Cracovia in Polonia, Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, il 18 settembre 1978. Nel 2008 è stata nominata sede dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR).Quito è situata sopra il bacino idrografico di Guayllabamba, nella pendenze orientali del vulcano attivo Pichincha, nella parte occidentale delle Ande. Si trova ad una altitudine di 2.850 m sul livello del mare, il che ne fa la seconda capitale amministrativa più alta del mondo. La sua popolazione è di 2.239.191 abitanti, divisa tra l’area urbana (1.609.418 abitanti) e quella rurale (620.658). (Censimento nazionale del 2010). La città è divisa in 32 unità definite Parroquias, le quali si suddividono in barrios (quartieri). Il progetto si colloca nei quartieri urbani marginali della zona Nord della città: Carcelén e Carcelén bajo, Corazón de Jesús, Luz y Vida e San José de Morán, Colinas del Norte e Carapungo. Le azioni del progetto sono rivolte anche in altri settori di Quito, come Atucucho, Rancho Alto, Comité del Pueblo, La Bota, Carretas, Cotocollao, La Josefina, La Roldós, Los Mastodontes, Pusuquí, Calderón. In questi barrios sono presenti insediamenti di famiglie provenienti dalle zone rurali del centro e sud di Quito e altre che provengono anche da altre provincie dell’Ecuador come: Rocafurte – Esmeraldas, Guayaquil –Guayas, Julio Andrade –Carchi, Tulcán – Carchi, Ibabura, Los Bancos Pichincha. A causa dell’impatto della guerriglia nella zona di confine con la Colombia, a Nord dell’Ecuador e della crisi politica, negli ultimi due anni, del Venezuela, i quartieri Nord della città sono popolati da una grande quantità di migranti che fuggono da questi paesi in cerca di sicurezza e migliori condizioni di vita. Gli studi e report realizzati dal CNCA in collaborazione con il suo partner locale ASA, tra il 2012 e il 2019 hanno confermato come una delle criticità più rilevanti della zona periferica nord di Quito è data dalla presenza di molti bambini e adolescenti abbandonati, che non frequentano la scuole, poveri, spesso vittime di violenza. Negli ultimi 5 anni aumentati per la presenza di migranti e rifugiati. Entrando nel merito della situazione dei gruppi sociali che il presente progetto di servizio civile intende supportare, si riporta di seguito un focus più approfondito sugli indicatori di maggiore rilevanza con riferimento ai destinatari diretti del progetto: minori e persone migranti. DESTINATARI Sono destinatari del progetto i minori ecuadoriani e migranti, la fascia della popolazione più vulnerabile della Provincia di Imbabura e di Quito, nello specifico:
I minori destinatari del progetto risultano essere abbandonati, orfani o con famiglie disgregate o con genitori detenuti o a cui sono stati violati i loro diritti fondamentali. In una percentuale che varia tra il 40 e il 60% essi appartengono a famiglie di migranti, richiedenti asilo e rifugiati provenienti dalla vicina Colombia o dal Venezuela; tra il 30 e il 50% a famiglie di afrodiscendenti o popolazione nativa indigena. Il progetto privilegia tali gruppi perché risultano ancor più discriminati dei loro coetanei proprio per la loro condizione di stranieri, indigeni o di pelle scura. Lo stato ecuadoriano e le istituzioni competenti, pur riconoscendo all’interno delle norme costituzionali e dei trattati internazionali i diritti sanciti per i destinatari del presente progetto, non riescono a rispondere alle enormi necessità presenti. L’assenza di un sistema strutturato e organizzato, l’inefficienza della macchina statale, i ritardi, gli ostacoli generato dal nuovo quadro legislativo, il contesto e la condizione di vulnerabilità a cui sono sottoposte le suddette fasce di popolazione aventi diritto, hanno generato l’accentuarsi dell’intervento privato in questo settore rendendo sempre più importante l’aiuto implementato da fondazioni e ong. Ma anche questo intervento non copre le necessità del territorio in questione. Beneficiari indiretti Beneficeranno del progetto:
In totale si stima un numero di beneficiari pari a circa 1.000 persone. PRECEDENTE ESPERIENZA DELL’ENTE PRESSO CUI SI REALIZZA IL PROGETTO NEL PAESE Esperienza di GONDWANA in Ecuador GONDWANA ha una lunga esperienza di interscambio e progettualità con l’Ecuador iniziata negli anni ’90, in particolare all’epoca grazie al suo nucleo di soci fondatori che collaboravano con la Comunità di Capodarco e la ONG CICa (Comunità Internazionale di Capodarco). Con la costituzione dell’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo nel 1997, ha continuato negli anni a tessere relazioni e favorire interscambi. In particolare tra il 1998 e il 2001 si intensifica la cooperazione attraverso un progetto plurisettoriale portato avanti insieme alla CICa – Comunità Internazionale di Capodarco, Negli ultimi anni la presenza di Gondwana in Ecuador è stata costante, in particolare con il suo contributo per la selezione di volontari inviati nel paese, per l’ospitalità in Italia e lo sviluppo di progetti di cooperazione. Dal 2012 con la rete di realtà locali, costituitasi negli anni di attività sul territorio, si inizia a lavorare a ulteriori progettualità multi-settoriali capaci di rispondere ai nuovi bisogni rilevati – come la presenza di rifugiati in fuga dal conflitto della vicina Colombia, implementando le azioni di GONDWANA in Ecuador, e degli enti con cui collabora. A fine 2015 è iniziato poi un progetto di Cooperazione Decentrata triennale, “Con i piedi nella terra. L’agricoltura sociale per i minori a rischio”, per l’autofinanziamento di Cristo de la Calle e l’inserimento al lavoro, in ambito rurale, dei giovani in uscita dalle Case famiglia, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento. Attualmente sono già attive: la produzione di cacao e caffè biologici, le piante da frutta, l’allevamento di mucche, vitelli e polli, l’avvio di un polo eco-turistico, per l’inserimento socio-lavorativo dei giovani in difficoltà. Nel 2017 l’8Xmille della Chiesa Valdese ha approvato un cofinanziamento per un progetto di cooperazione di Gondwana per supportare le attività di sviluppo rurale, realizzato tra fine 2017 e il 2018. A metà del 2018 è iniziato un ulteriore progetto di sviluppo rurale triennale (2018-2021), tuttora attivo, “Tierra, trabajo y pan”, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento che interviene anche nella regione di Imbabura del presente progetto. Negli anni sono state programmate azioni di interscambio e di ricerca a favore di realtà contadine e volte allo sviluppo di progettualità di cooperazione decentrata e di progetti di Servizio Civile con il FEPP, una delle più grandi Ong dell’Ecuador e partner del presente progetto. Esperienza nel Servizio civile e il volontariato in Ecuador Nel 2016 sempre Gianni Tarquini, accompagnato da Raffaella Nucci (selettrice e formatrice accreditata del CESC Project) è tornato in Ecuador per una missione di due mesi, propedeutica all’arrivo dei primi volontari di Servizio Civile e funzionale alla conoscenza dei partner locali dei futuri progetti di Servizio Civile. Nel settembre 2016 sono stati avviati i primi due progetti di SC “Bambini Liberi ai piedi delle Ande” e “Gente Sentipensante”, conclusi nel settembre 2017, a cui hanno partecipato 8 volontari per andare incontro alle necessità riscontrate nella gestione delle Case Famiglia della Fondazione Cristo de la Calle nella sede di Ibarra. Nel giugno 2017 è stato avviato il progetto sperimentale di Corpi Civili di Pace insieme al CESC Project e in co-progettazione con FOCSIV “Camminiamo insieme: percorsi di reinserimento sociale per i rifugiati colombiani vittime di violenza”, a cui hanno partecipato 6 operatori CCP, 2 ad Ibarra, impiegati presso gli enti locali per offrire maggiori servizi, in termini di qualità e quantità, ai rifugiati colombiani e più in generale ai richiedenti asilo e migranti in condizioni di vulnerabilità, attraverso la collaborazione con la Fondazione Cristo de la Calle e Gondwana in Ecuador. Tra il 2019 e il 2020 un altro contigente di CCP è stato inviato in Ecuador, 2 di essi gestiti da Gondwana ad Ibarra. Nell’agosto 2017 Gondwana ha organizzato un campo di lavoro nel paese, “Tutti i colori dell’Ecuador”, con l’obiettivo di promuovere l’educazione allo sviluppo e alla pace tra le giovani generazioni attraverso la conoscenza dei nostri progetti sul campo. Nel settembre 2017 sono stati avviati i due nuovi progetti di Servizio Civile “Dalle Ande all’Amazzonia” e “Una casa alla metà del mondo” attraverso i quali sono stati inviati 16 volontari, accompagnati dagli operatori di Gondwana Gianni Tarquini e Raffaella Nucci, a supporto delle attività dei nostri partner locali in diverse aree del paese: Ibarra, Guaranda, Coca, Lago Agrio. Sempre a supporto della Fundación è partito un terzo contingente, a gennaio 2018 con il progetto “Comunità Resilienti”. A gennaio 2019 sono stati avviati i progetti: “Un granito de arena”, con 8 giovani, e “Educazione e sviluppo rurale tra le Ande all’Amazzonia” (con il FEPP), con 12 giovani. Durante gli ultimi mesi (febbraio e marzo 2020) sono partiti altri 22 giovani operatori, che interverranno nelle sedi del FEPP attraverso i progetti “Con los pies en la tierra” (16 volontari) e “Practicando solidaridad” (8 volontari) e altri 10 che supporteranno altri partner nel paese (progetto “Mano a mano”). Gondwana, oltre all’esperienza consolidata in Ecuador e nelle Province d’intervento, collabora fin dalla sua fondazione con il CESC, e dal 2008 direttamente progetti di Servizio Civile in Brasile, dal 2009 in Argentina, dal 2012 in Tanzania, dal 2016 in Uruguay e in Ecuador, dal 2017 in Bolivia. In America Latina ha inoltre ulteriore esperienza decennale in progetti di volontariato e cooperazione internazionale nei settori dell’educazione, promozione culturale e sviluppo rurale. Nel continente africano Gondwana ha realizzato un progetto di riabilitazione comunitaria, tra il 2012 e il 2015 in Tanzania nella Regione di Njombe. Esperienza del CNCA in Ecuador Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) è una Associazione di promozione sociale, opera anche a livello internazionale, in America latina, Africa, Asia e con alcuni paesi dell’Est Europa, per contribuire a realizzare diritti di cittadinanza, solidarietà, sicurezza sociale, welfare municipale, attività di scambio di buone prassi. In ECUADOR, il CNCA è impegnato in collaborazioni e attività di scambio con entità pubbliche e private del Paese ed, inoltre, nel sostegno di micro-progettualità e buone prassi e con il servizio civile nazionale all’estero, nei diversi settori del sociale con particolare riferimento alla tutela dei diritti umani e dei minori. Le forme di partnership tra organizzazioni, istituzioni e cittadini sono ritenute fondamentali per costruire percorsi di solidarietà a sostegno di programmi di sviluppo locale, di lotta alla povertà e promozione e tutela dei diritti. Dalla metà degli anni ‘90 l’azione svolta dal CNCA Internazionale e da alcuni suoi gruppi, l’Associazione Bhalobasa di Perignano (PI), l’Associazione Il Noce di Casarza della Delizia (UD) ed, in particolar modo, dall’Associazione Maranathà Onlus e la Fondazione La Grande Casa Onlus di Cittadella (PD), si è concretizzata in un intensa attività di scambio con le organizzazioni locali. Nei primi anni, dal 1996, di particolare rilievo è stata la collaborazione con diverse organizzazioni di ispirazione cristiana che si occupavano soprattutto di infanzia e famiglie:
In particolare la collaborazione si è stretta con:
Le attività svolte a partire dal 2003 sono state:
Di notevole importanza è anche la collaborazione con la Corporazione Kimirina, una organizzazione della società civile, senza finalità di lucro. Anch’essa una rete di secondo livello, che opera nell’ambito dei diritti umani in particolare per quel che concerne gli aspetti dell’educazione alla sessualità e la parità di genere promovendo azioni di contrasto alla diffusione della sindrome HIV nella popolazione vulnerabile gay, lesbo, trans. Nel mese di giugno 2014 il CNCA e la Corporazione Kimirina hanno formalizzato un accordo di cooperazione della durata di tre anni, per promuovere scambi di metodologie e buone prassi per la costruzione di processi formativi rivolti ad operatori del settore con un approccio della “riduzione del danno”. Si tratta di un importante risultato che vedrà impegnate le due reti nel corso dei prossimi anni. Nel corso degli ultimi 6 anni il CNCA ha formalizzato ed intrapreso diverse iniziative con i diversi organismi dello stato:
CNCA e Servizio civile Dal 2012 il CNCA ha una sede operativa legalizzata nel paese presso una delle strutture di ASA. Francisco Sanchez No 82-13 y Miguel de la Rosa (Carcelen – Quito) Dal 2014 risulta sede accreditata per lo svolgimento del Servizio Civile Nazionale all’Estero. Ha realizzato progetti di Servizio civile in Italia dal 2005, in quasi tutte le Regioni del Paese, con circa 50 progetti e quasi 1.400 giovani in Servzio civile coinvolti. Per l’estero l’esperienza inizia nel 2009; da allora ha realizzato 3 progetti in Uganda (2009, 2010, 2011, “Un paese in cammino 1, 2 e 3”, con 12 volontari). L’esperienza in Ecuador inizia nel 2015, dove ha realizzato i progetti: “Buen Vivir para todas y todos” (4 civilisti) nel 2015/2016 e “Shandia” (4 civilisti) nel 2016/2017 sempre di supporto ai minori in stato di vulnerabilità. PARTNER ESTERI GONDWANA, sede di IBARRA. SUOI PARTNER DEL PROGETTO Gondwana ha da sempre dedicato tempo e risorse alla costruzione di reti locale capaci di condividere, favorire e sostenere la realizzazione delle azioni dei progetti di Servizio Civile e più in generale la cooperazione nei territori. Ibarra è l’area geografica dove tale impegno è stato sviluppato nel tempo e con esiti positivi. Di seguito gli enti partner del presente progetto. Tutti essi già cooperano con Gondwana, o con il suo partner principale, in altre attività ed hanno dimostrato disponibilità e spirito di collaborazione. PARTNER PRINCIPALI: Fundación Cristo De La Calle La Fundación Cristo De La Calle è un’associazione riconosciuta dai Ministeri per la Politiche sociali e Giustizia dell’Ecuador è attiva nella provincia di Imbabura dal 1993, con priorità di intervento verso i minori a rischio e le loro famiglie. Ha realizzato accordi con lo Stato ecuadoriano aderendo a programmi pubblici, a cui ha fatto seguito il riconoscimento di alcune metodologie da essa stessa applicate. Fonda il proprio intervento sulle seguenti azioni: 1. Intervenire a favore di bambini, bambine e adolescenti e le loro famiglie a rischio, attraverso la fornitura di supporto, servizi, infrastrutture, risorse umane, tecniche e finanziarie. 2. Incoraggiare le Istituzioni, sia del settore pubblico che privato, a includere nei loro programmi e attività una maggiore attenzione ai bambini e alle loro famiglie a rischio. 3. Sensibilizzare, coinvolgere e collegare il lavoro delle istituzioni di settore con i soggetti privati. 4. Cercare finanziamenti in ambito nazionale e internazionale al fine di garantire la sostenibilità dell’organizzazione e dei suoi progetti e programmi. Nel corso degli anni ha accolto e supportato circa 2.000 bambine/i e adolescenti e 5.000 famiglie. Da settembre 2016 ad oggi, ha ospitato in totale 28 giovani in Servizio Civile con 6 progetti, e 4 Corpi Civili di Pace. Ha rapporti di collaborazione con GONDWANA da decenni e rapporti come partner progettuale dal 2015. FEPP –Grupo Social Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio Il FEPP opera da cinquant’anni nelle realtà comunitarie, contadine, indigene e afrodiscendenti locali e nello specifico, nella sede regionale di Ibarra. È una delle maggiori ONG ecuadoriane. Nata nel 1970, é una fondazione civica con finalità sociali, senza scopo di lucro. É nata dall’ispirazione suscitata dall’Enciclica Populorum Progressio, con spirito ecumenico, che aveva l’obiettivo di creare un “fondo comune” per assistere i poveri e per promuovere uno “sviluppo solidale dell’umanità”. Il FEPP è stato riconosciuto dalle Istituzioni, iniziando dal ministero degli Interni dell’Ecuador, come ente di pubblica utilità, lavorando a fianco di uomini e donne contadini, indigeni, afro-ecuadoriani, montubios, meticci, popolazione urbana marginale e poveri. Supporta gli sforzi di questi gruppi sociali per il miglioramento organizzativo ed educativo, l’accesso alle risorse finanziarie, nella possibilità di impiego e nell’utilizzo dei mezzi per la produzione, la trasformazione, la commercializzazione, la salvaguardia ambientale, l’uguaglianza di genere, la partecipazione alla vita politica, il benessere e contribuendo così a condizioni di vita più umane. Nel corso della sua storia ha raggiunto circa 140.000 famiglie e più di 550.000 persone. La Fundacion Cristo de la Calle e il FEPP – Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio, collaborano nelle attività di sviluppo rurale e di formazione professionale e supporto per il miglioramento della situazione socio-economica dei giovani, avviati verso il loro processo di autonomia. In particolare il FEPP attraverso il settore operativo per i giovani e la formazione FUNDER, ha recentemente stipulato accordi con la OIM (Organizzazione Internazionale Migranti) che opera con metodologie innovative rivolte alla formazione professionale giovanile. Altri partner del progetto: UNHCR (Ufficio di Ibarra responsabile per tutto il nord dell’Ecuador) – Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, offre orientamento e supporto nell’assistenza legale a richiedenti asilo per il riconoscimento dello status migratorio e nei casi più estremi la possibilità di viaggiare a un paese terzo per ricevere protezione nel caso in cui non sia possibile riceverla in Ecuador; coordina alcune aree di intervento della Fondazione Cristo de la Calle e di Gondwana Ecuador e per il presente progetto: segnala tutti i casi nei quali i minori, non accompagnati o figli di richiedenti asilo e/o rifugiati, richiedano un’attenzione specifica per ciò che attiene alla vulnerabilità dei loro diritti o nel caso in cui arrivino nel paese non accompagnati o vengano abbandonati; Supporta le pratiche degli stessi per rintracciare i genitori e per eventuali possibili ricongiungimenti. MIES – Ministerio de Inclusion Economica y Social, è l’entità pubblica che coordina le politiche sociali a favore dei minori, collabora con gli enti attuatori sul territorio, e quindi anche al presente progetto, contribuendo alle spese di una parte del personale dipendente della Fondazione Cristo de la Calle ai costi di gestione delle case famiglia. SERVICIO JESUITA A LOS REFUGIADOS – è una ONG internazionale specializzata nell’accoglienza di migranti e rifugiati. MUNICIPALIDAD DE IBARRA – Partner storico di Gondwana e di Cristo de la Calle per l’intervento a favore dei minori, COSDHI – Corporación de Solidaridad y Derechos Humanos de Imbabura, organizza su tutto il territorio nazionale, e lo farà anche per il presente progetto, laboratori formativi per gli operatori degli enti attuatori sul territorio sul tema della protezione dei diritti umani fondamentali sia per minori che per persone migranti, anche in collaborazione con la RADH (Rete Americana per i Diritti Umani). FUDELA – Fundación De Las Americas, presente da più di 15 anni in Ecuador e in 6 differenti province, si occupa di sviluppare attività di integrazione tra i giovani ecuadoriani e la popolazione migrante (colombiana e venezuelana) attraverso laboratori artistici e lo sport come metodologia di formazione integrale. Integrerà alcuni dei giovani destinatari del progetto. CNCA, sede di QUITO. SUOI PARTNER DEL PROGETTO Il CNCA è presente in Ecuador da più di un ventennio. Negli anni ha sviluppato una serie di contatti e collaborazioni con molte realtà locali e favorito una cooperazione partecipativa. In particolare la sua attenzione si è focalizzata nella città di Quito, nei suoi quartieri periferici e più poveri e nel settore dei minori e rifugiati. Nel presente progetto saranno attive alcune delle realtà con cui ha costruito la cooperazione in Ecuador. Partner principale, ASA: In particolare la storia del CNCA in Ecuador, fin dal 1996, è legata ad ASA (Asociaciòn Solidaridad y Acciòn), una ONG con sede in Quito (Accordo Ministeriale n° 000799), impegnata con progetti di promozione e tutela dei diritti umani, in particolare dei minori e rifugiati. nei quartieri urbano-marginali della zona nord della città. Le aree di Azione di ASA sono:
ASA nasce nel 1992 da un gruppo di volontari italiani e sacerdoti della Diocesi di Padova con l’obiettivo di aiutare le persone più disagiate dei quartieri periferici del nord-ovest della città di Quito e della città di Esmeraldas. Il 12 di aprile del 1994, l’Associazione Solidarietà e Azione é legalmente riconosciuta e dotata di personalità giuridica, mediante l’Accordo Ministeriale n° 000799; da quel momento il suo lavoro si è rivolto allo sviluppo ed alla crescita della persona, della famiglia, della comunità e del territorio in generale. Dal 2015 ha accolto volontari in Servizio civile. Altri partner del progetto: PUCE (Pontificia Universidad Católica del Ecuador) Escuela de Trabajo Social – Gestión Social – sede di Quito Una delle più prestigiose Università ecuadoriane e di tutta l’America del Sud, con sedi in diversi Stati. Si distingue per gli studi sociali e umanistici Corporación Kimirina di Quito Una importante rete di secondo livello che raggruppa decine di associazioni. Opera nell’ambito dei diritti umani in particolare per quel che concerne gli aspetti dell’educazione verso minori e giovani, negli ambiti della sessualità e la parità di genere. UNHCR – Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, offre orientamento e supporto nell’assistenza legale a richiedenti asilo per il riconoscimento dello status migratorio e nei casi più estremi la possibilità di viaggiare a un paese terzo per ricevere protezione nel caso in cui non sia possibile riceverla in Ecuador. Collabora con il CNCA e ASA dal 2018 MIES – Ministerio de Inclusion Economica y Social, è l’entità pubblica che coordina le politiche sociali a favore dei minori, collabora con gli enti attuatori sul territorio, e quindi anche al presente progetto, e da almeno 10 anni con CNCA ed ASA. |
OBIETTIVO DEL PROGETTO: Promuovere lo sviluppo educativo e sociale, la formazione professionale e il rispetto dei diritti di bambine/i e adolescenti vulnerabili delle Province di Imbabura (Ibarra) e Pichincha (Quito) Il progetto è rivolto in primo luogo a dare un sostegno educativo, un’assistenza integrale e un accompagnamento per l’autonomia socioeconomica a minori vulnerabili, appartenenti a fasce deboli (in stato di povertà, migranti, rifugiati, appartenenti a gruppi etnici marginalizzati). |
ATTIVITÁ D’IMPIEGO DEGLI OPERATORI VOLONTARI: L’area di intervento in cui i volontari in Servizio Civile opereranno sarà principalmente quella dell’assistenza ai minori e giovani, e minori migranti in stato di bisogno o fragilità. I volontari svolgeranno un ruolo di supporto, affiancando gli operatori locali in tutte le attività previste dal progetto. A tutti i volontari in servizio verrà chiesto di vivere la vita e le esperienze all’interno delle sedi di servizio nel pieno rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali. I volontari avranno, pur nella divisione dei compiti, spazi di incontro mensili e settimanali, di scambio e di verifica periodici La tabella illustra le attività degli operatori volontari del SCU
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SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia
Sedi di attuazione del progetto all’estero
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POSTI DISPONIBILI, SERVIZI OFFERTI: Il progetto prevede 10 posti con vitto e alloggio. In ogni sede l’alloggio è in una casa in possesso di Gondwana e CNCA perfettamente arredata, progettata per essere destinata all’accoglienza dei volontari che possono usufruire, quindi, di una cucina autonoma. Entrambi gli alloggi sono confortevoli per i volontari, offrono diverse camere da letto con più bagni, una sala da pranzo, una saletta per l’ufficio, una cucina, una stanza per lavanderia, uno spazio all’aperto. Le case sono entrambe provviste di WiFi che garantisce l’accesso a internet costantemente e inoltre risultano essere sicure grazie a recinzioni che si sviluppano lungo tutto il perimetro dell’edificio. Infine, e non meno importante, le sedi sono ubicate in maniera che i volontari possono spostarsi in maniera agevole con i mezzi pubblici, trovandosi in zone con una significativa viabilità, pertanto ben servite da autobus e raggiungibili con i taxi. All’interno di queste strutture vengono anche ospitati altri volontari provenienti sempre dall’Italia o da altri paesi europei. |
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI: Giorni di servizio settimanali ed orario Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto all’estero intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi. Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia fissa e mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet. Eventuali particolari condizioni ed obblighi Le attività del progetto prevedono orari flessibili, trasferimenti e a volte pernottamenti in sedi decentrate, spesso rurali, per accompagnare i minori accolti. I giorni di attività sono 5 a settimana, dal lunedì al venerdì, ma i turni prevedono la disponibilità al servizio nei sabato, domeniche e nei giorni festivi, giorni in cui maggiormente i minori accolti nelle Case famiglia hanno bisogno di accompagnamento. Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per un’organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità:
Particolari condizioni di disagio Non sono state riscontrate particolari situazioni di disagio per i volontari. Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, è previsto che condividano la casa e vengano alloggiati in stanze multiple. Il vitto viene preparato collettivamente, tuttavia è possibile seguire diete o alimentazioni particolari in quanto nelle città sedi di progetto è commercializzato qualsiasi tipo di prodotto, alimentare o di altro genere. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Proprio in questa ottica ai volontari verranno proposte attività di manutenzione, riciclo e ristrutturazione dei beni comuni. il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose; Il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali. Il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti per prevenire rischi legati alla sicurezza pubblica e sanitaria, con particolare riferimento al contesto caratteristico della frontiera nord dell’Ecuador, molto vicina alla città di Ibarra sede del presente progetto. La maggior parte dei rischi sono facilmente ridimensionabili se si considera che nello svolgimento delle attività previste dal progetto, i volontari saranno costantemente affiancati dal personale locale. Eventuale assicurazione integrativa Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa. |
EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI: Requisiti che favoriranno un andamento efficace dell’esperienza:
Per poter svolgere le attività previste, in ragione dei requisiti richiesti per l’ingresso nel Paese, delle sedi di attuazione nonché delle caratteristiche dei destinatari, non si può escludere che, sia prima dell’avvio che durante il servizio civile, gli operatori volontari impegnati in questo progetto, si debbano sottoporre necessariamente a vaccinazione anti COVID-19. |
DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE: La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio. La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto. Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato |
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI: Attestazione/certificazione delle competenze in relazione alle attività svolte durante l’espletamento del servizio tramite attestato specifico. L’attestato indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato. |
FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI: Metodologia: Le metodologie privilegiate sono riconducibili alle dinamiche non formali, alle lezioni frontali e alla formazione a distanza. La finalità è quella di favorire il coinvolgimento dei giovani e un loro attivo ed efficace apprendimento. Il giovane viene invitato a vivere una esperienza dove la dimensione formativa emerge dalla pratica quotidiana e pertanto anche la formazione generale, della durata di 30 ore, si configura come una formazione attiva e di carattere laboratoriale ed esperienziale, incentrata sul sapere, saper essere e saper fare degli operatori volontari. Sede di realizzazione Roma, Via Lungro 1 – Via Siderno 1 Moduli della formazione “Valori e identità del SCU”
“La cittadinanza attiva”
“Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”
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FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI: Sede di realizzazione Roma: Via Lungro 1 – Via Siderno 1 – Via Amantea 51, CNCA: Via di Santa Maria Maggiore 148 e presso le sedi di attuazione dei progetti a Quito e ad Ibarra Moduli della formazione Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale Durata:72 ore. |
TITOLO DEL PROGRAMMA CUI FA CAPO IL PROGETTO: SEMINANDO CONNESSIONI: EDUCAZIONE E RESILIENZA IN SUDAMERICA |
OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti |
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA: Crescita della resilienza delle comunità |
PER INFORMAZIONI
E-mail: estero@cescproject.org
Sportello telefonico Infobando:
Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.30
Martedì – Giovedì: 14.30 – 16.30
Tel: +39 3516881486