Brasile  

SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA

TITOLO DEL PROGETTO: JUNTOS E MISTURADOS – ATTRVERSO CULTURE E FRONTIERE

 

SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi.

 

DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI  

 

CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO:

Il progetto “Juntos e misturados attraverso culture e frontiere” si realizza in due differenti stati brasiliani: lo stato di Bahia, che si trova nella regione del Nord-Est, la più povera del Brasile, e lo stato del Paranà, che invece fa parte della regione Sud, molto più ricca e sviluppata.

STATO

CITTA’/MUNICIPIO

LOCALITA’

Bahia

Feira de Santana

São Gonçalo dos Campos

Paranà

Foz Do Iguaçu

Porto Meira

Ad accomunare i territori specifici di intervento del progetto sono alcuni aspetti che li caratterizzano in modo peculiare, in particolare per quanto riguarda i livelli di diversificazione socio-culturale, le forti disuguaglianze e la conseguente presenza di categorie ad alto rischio di emarginazione: l’area di Bahia infatti rappresenta il cuore della cultura afro-discendente in Brasile, mentre Foz do Iguaçu è una città di triplice frontiera, con una popolazione composta in larga parte da persone emigrate, non solo da altre aree brasiliane ma anche dalle confinanti Argentina e Paraguay.

Il presente progetto intende promuovere i legami della comunità per facilitare la costruzione di un clima di maggior fiducia e coesione tra le parti, attraverso azioni di natura socio-educativa a vantaggio di minori, giovani e donne.

Contesto territoriale

Sede di FEIRA DE SANTANA – SÃO GONÇALO DOS CAMPOS

Lo stato di Bahia, nel Brasile nordorientale, ha rappresentato a lungo il cuore amministrativo e religioso dei domini portoghesi in America, e fu l’ultimo ad aderire alla confederazione nata dopo la dichiarazione di indipendenza. Bahia è stata un importante centro della coltivazione di canna da zucchero dal XVI al XVIII secolo, quando l’economia dello Stato dipendeva dal lavoro degli schiavi e possiede la più forte impronta africana, in termini di cultura e usanze, di tutto il Brasile. Bahia è il maggiore produttore ed esportatore di cacao fra gli stati brasiliani e vi si trovano considerevoli giacimenti minerari e petroliferi: circa il 50% delle sue esportazioni sono costituite da petrolio e suoi derivati.

Feira de Santana, una microregione dello stato di Bahia, è il più importante centro commerciale e industriale della parte interna dello stato, e il municipio che prende il suo nome si distingue per essere la seconda città più popolata dello stato e fra le cinque maggiori del Brasile per volume di affari grazie allo sviluppato settore industriale e a quello dell’allevamento. Feira de Santana é una città di migranti: circa metà della sua popolazione è nata altrove. A partire dalla decada del 1960 ha sofferto una grande urbanizzazione e la popolazione è più che quadruplicata in 40 anni. La sfida collegata ad un tale sviluppo è quella di garantire i servizi necessari e soprattutto una adeguata distribuzione della ricchezza per non creare un elevato tasso di disuguaglianze. Circa il 16% della popolazione dell’area di Feira de Santana vive al di sotto della linea di povertà, la povertà affligge principalmente le classi più svantaggiate come le persone di colore e gli immigrati senza qualifica professionale.

Il municipio di São Gonçalo dos Campos (territorio sede di progetto) è fra i più popolati della regione. Collocato geograficamente e storicamente nel Recôncavo Baiano, è conosciuto come “città giardino” per il suo alto indice di arborizzazione e per i suoi alberi centenari. Al contempo, appartiene al terzo maggiore centro industriale di Bahia.

Sede di FOZ DO IGUAÇU – PORTO MEIRA

Lo Stato del Paraná è il quinto stato più ricco del Brasile e come gran parte del Brasile meridionale si caratterizza per aver rappresentato una meta di immigrazione da altri paesi europei. Oggi la popolazione del Paraná è, per la maggior parte, di origine italiana e tedesca, con alcune minoranze slave. All’interno dell’economia dello stato l’agricoltura e l´agroindustria rivestono un ruolo importante, e quasi il 90% dei lavoratori è vincolato all’agricoltura famigliare.

Il Municipio di Foz do Iguaçu, famoso per le sue cascate e per la sua posizione al confine con l’Argentina e Paraguay, tra due fiumi ricchissimi di acque (Iguaçu e Paranà), è una naturale sede di transito e di attrazione di numerose istituzioni federali civili e militari di frontiera, necessarie all’affermazione delle rispettive sovranità nazionali. Questo processo di sviluppo frontaliero si è implementato negli anni ’60, quando la regione – che era piuttosto isolata – per mezzo di nuove strade e ponti è stata collegata al resto del paese e ai paesi vicini. Tra il 1970 e il 1980 la costruzione della centrale idroelettrica di Itaipù altera progressivamente il tessuto economico e sociale della zona introducendovi in breve tempo oltre 30 mila lavoratori, più le rispettive famiglie, e facendo lievitare gli indici di povertà e acutizzando contraddizioni e carenze sociali. Oltre alla costruzione della centrale, l’incredibile incremento demografico della città è derivato dallo sviluppo del settore delle esportazioni e del turismo (1980/95).

Foz do Iguaçu può essere considerata sia la città dei quartieri poveri che quella del turismo e della popolazione benestante che gestisce l’amministrazione pubblica ed i servizi. Le favelas, che costituiscono una vera e propria cintura alla città, sono censite solo in minima parte anche a causa del continuo flusso migratorio dalle campagne e dai piccoli centri vicini. Per quanto riguarda la composizione della popolazione, va segnalato che essendo una città di frontiera la maggior parte degli abitanti è emigrata, oltre che dall’interno del paese anche dagli stati limitrofi. Il fenomeno contribuisce ad alimentare una cultura della “provvisorietà”, i guadagni e gli investimenti sono generalmente orientati verso le zone di origine, le migrazioni sono continue.

Il quartiere di Porto Meira (territorio sede di progetto) si trova nella periferia sud della città, in prossimità del confine argentino. Conta una popolazione cresciuta notevolmente negli ultimi decenni, prima a causa della costruzione della diga di Itaipù, che ha accelerato i processi di massiccio esodo dalle zone rurali, evidenziando l’inadeguata capacità di risposta dell’infrastruttura urbana alle nuove richieste di lavoro e servizi sociali e sanitari, e poi aumentata progressivamente ed esponenzialmente in base a flussi migratori che ciclicamente impattano sul territorio. Il quartiere è stato costruito nel 1997 e negli anni successivi ha visto crearsi una agglomerazione di case in condizioni precarie, costituitesi a partire da insediamenti improvvisati e abusivi di famiglie emigrate, con una situazione di degrado igienico-sanitario e sociale e in cui maggior parte delle persone non ha un lavoro regolare e si ritrova a vivere di espedienti, e in alcuni casi traffico di droga e contrabbando. La situazione di precarietà degli insediamenti urbani si è nuovamente acuita con l’ultima occupazione, nel 2012, di un’estesa parte del quartiere, e la creazione di una nuova favela. In totale a Porto Meira si contano tre comunità carenti: mentre le comunità Morenitas 1 e Morenitas 2, sebbene non ancora formalmente riconosciute a livello municipale e sprovviste di parecchi servizi, hanno negli anni migliorato in parte le condizioni infrastrutturali grazie agli sforzi degli abitanti, la più recente comunità di Bubas, versa in condizioni di alta indigenza.

Criticità rilevate e sfide sociali

Descriviamo le principali criticità rilevate nel contesto, alle quali si collegano le sfide sociali che il progetto affronta.

DISCRIMINAZIONE RAZZIALE

Il Brasile ha una società multirazziale e la maggior parte dei suoi abitanti è di origine europea, indigena e africana. Si stima che le persone di origine africana, presenti principalmente nel nord-est e nel sud-est del Paese, siano più di 75 milioni, ma nonostante questi numeri è stato l’ultimo paese dell’emisfero occidentale ad abolire la schiavitù, nel 1888. Solo nella decade del 1950 sono state promulgate le prime leggi anti-discriminazione, ma in generale per decenni le questioni razziali sono state al centro di numerosi dibattiti, rivelandoci un’immagine della società brasiliana molto più complessa di quella comunemente diffusa di una pluralità di culture e regioni dentro un’unità nazionale forte: dal concetto di “democrazia razziale” coniato dal sociologo Gilberto Freyre negli anni ’30 e le teorie di valorizzazione del meticciato, fino agli studi volti a sostenere come storicamente si sia voluta oscurare e negare la forte presenza di preconcetti razzisti radicati nel Paese (per usare le parole del sociologo Florestan Fernandes “il pregiudizio di non avere pregiudizi”).

In base ai dati raccolti dalle ricerche attuali è innegabile che la mobilità sociale dei brasiliani è limitata da vari fattori, fra i quali contano sia la classe sociale, che il genere, che la razza. Relativamente al territori di intervento del presente progetto, sottolineiamo che il Recôncavo Baiano, dove si trova la sede di São Gonçalo dos Campos, é formato da città storiche con popolazione di maggioranza nera e cultura di radice prevalentemente africana, abitate da migranti arrivati dall’interno di Bahia e da tutto il Brasile che si sono mescolati etnicamente e culturalmente: meticci 55,84%, bianchi 23,07%, neri 20,01%, asiatici 1%, altri 0,2% (dati IBGE). Ricordiamo anche che Foz do Iguaçu è una città di triplice frontiera, caratterizzata da migrazioni continue, e Porto Meira come area specifica di intervento si caratterizza per 3 comunità sorte a seguito di insediamenti abusivi da parte di famiglie provenienti da differenti zone del Brasile e dal Paraguay.

Questi territori rappresentano un importante polo di incontro culturale e storico: l’intervento educativo promosso e incentivato dalle azioni progettuali mira a valorizzare questo patrimonio trasmettendolo alle nuove generazioni, contrastando così il rischio di divisioni socio-culturali.

GIOVANI E VIOLENZA

Dall’analisi fin qui svolta rileviamo alcuni aspetti di contesto che fanno identificare una stessa popolazione vulnerabile nelle sedi di progetto. Questa è rappresentata innanzitutto dai bambini e gli adolescenti: minori che trascorrono la maggior parte del tempo nella strada, che abbandonano la scuola ed entrano precocemente nel mercato del lavoro senza qualifiche, rappresentando a volte una fonte di reddito imprescindibile per la famiglia, trovandosi maggiormente esposti al lavoro precario, a forme di sfruttamento e a pressioni esercitate dalla criminalità, rischiando purtroppo anche la vita, come testimoniano le stime nazionali e le cronache locali.

Nella ricerca brasiliana intitolata “Mapa da Violencia”, pubblicata a partire dal 2000, si analizzano i fattori che concorrono alla spiegazione degli elevati indici di mortalità da arma da fuoco e tra i principali compaiono la facilità di accesso alle armi, la cultura della violenza, l’uso delle armi per risolvere conflitti interpersonali spesso banali e l’impunità.

Como opera quindi un tale schema di “naturalizzazione” e accettazione sociale della violenza? I meccanismi sono diversi, ma quello principale individuato dagli autori della ricerca è la colpevolizzazione delle vittime come meccanismo giustificatore di violenze dirette principalmente a soggetti particolarmente vulnerabili che rispetto alle leggi vigenti dovrebbero essere oggetto di protezione specifica come minori, neri e donne. In questo modo una determinata dose di violenza che varia a seconda dell’epoca, il gruppo sociale e il luogo, diventa accettata ed è persino vista come necessaria. Riguardo alla situazione specifica del tasso di mortalità giovanile dovuta a omicidi, negli ultimi anni i dati sono estremamente allarmanti tanto che il campo di ricerca della più recente edizione della ricerca è dedicato esclusivamente a giovani tra 16 e 17 anni d’età. Nel 2013 le morti di adolescenti di 16 e 17 anni per omicidio hanno rappresentato quindi quasi la metà del totale (46%) e di questi, proporzionalmente sono morti quasi tre volte di più giovani neri rispetto a giovani bianchi.

Ricordiamo infine che in base alla ricerca svolta nell’ambito del Piano del Governo Federale Gioventù Viva, tra i 142 municipi brasiliani più violenti di cui si sono analizzati i dati degli omicidi contro giovani neri nel biennio 2010-2011 rientrano i contesti delle sedi di progetto: il municipio di Feira de Santana si colloca al 15° posto e quello di Foz do Iguaçu all’89°.

Le azioni educative del presente progetto si realizzano quindi in territori colpiti dagli indici più alti di vulnerabilità, e in tal senso mirano a potenziare la formazione e l’inclusione sociale dei giovani attraverso fattori di incentivo all’istruzione, all’inserimento professionale e alla promozione della cultura della legalità.

GIOVANI, EDUCAZIONE E LAVORO

Il Nordest del Paese, dove si colloca la sede bahiana, si conferma come la regione dove maggiore è la percentuale di analfabeti: il 16,9% della popolazione, che corrisponde a quasi sette milioni di persone. Il problema dell’analfabetismo però non va visto solo nei dati assoluti visto che si concentra soprattutto tra le classi povere (destinatari del progetto) e mostra disuguaglianze anche in base al colore della pelle: tra le persone di colore la percentuale di analfabeti dai 15 anni in su è quasi tre volte maggiore di quella tra le persone bianche (variazioni dal 6% al 14%). Dati IBGE 2010 mostrano le percentuali di persone per numero di anni di studio (da 1 a oltre 15 anni) suddivise per colore della pelle (bianca, parda o nera), evidenziando le disuguaglianze legate alla razza: è nettamente maggiore la percentuale di bianchi ad avere studiato per 15 anni o più, mentre il numero di persone di colore che ha studiato fino a un massimo di 3 anni è quasi il doppio dei bianchi con equivalenti anni di studio.

Relativamente agli abbandoni scolastici sottolineiamo come spesso in contesti di vulnerabilità sociale siano determinati anche delle continue movimentazioni dei nuclei familiari. Nel contesto della sede di Foz do Iguaçu, si rileva che rispetto alla maggior parte dei giovani che abbandona prematuramente la scuola, circa il 75%, arriva a concludere il primo grado (corrispondente alle scuole elementari) ma poi esce definitivamente dal sistema educativo. La mobilità di molte famiglie in quanto fattore che alimenta le entrate e uscite dal sistema scolastico durante tutto l’arco dell’anno è un problema comune nelle città costituite attraverso insediamenti informali, come evidenziano numerose ricerche condotte anche nell’ambito di progetti socio-educativi.

Strettamente connesso alle situazioni di entrambi i contesti, è di conseguenza il problema dell’ingresso precoce nel mercato del lavoro di adolescenti con bassa scolarità, senza o con ridotta qualifica professionale. Questi giovani lavoratori, il cui contributo è spesso determinante per l’economia familiare, sono così maggiormente esposti al lavoro precario e a forme di sfruttamento.

DONNE, EDUCAZIONE E LAVORO

Come descritto nel “Rapporto Nazionale volontario sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile” elaborato dal governo brasiliano nel 2017, in Brasile le donne rappresentano poco più della metà della popolazione ma sono sottorappresentate nei luoghi di lavoro e negli spazi di potere. Nonostante siano in media più scolarizzate, ricevono salari più bassi e affrontano ostacoli maggiori per inserirsi e permanere nel mercato del lavoro. Inoltre le disuguaglianze di genere sono correlate con quelle di classe, di razza e colore della pelle, e con quelle regionali, facendo sì che le donne delle regioni più povere del paese, le donne indigene e le donne di colore abbiano anche minore accesso ai servizi pubblici, alle risorse economiche e alla partecipazione politica. Perciò, la lotta contro le disuguaglianze è la lotta per la redistribuzione delle risorse economiche, politiche, culturali e simboliche.

L’intervento progettuale identifica l’ambito educativo e culturale come fondamentale e imprescindibile settore d’intervento primario per combattere l’emarginazione dei soggetti fragili rappresentati dai minori e dalle donne che abitano in contesti vulnerabili: promuovendo azioni formative e di empowerment volte a rafforzare autostima e autonomia ma anche senso di appartenenza alla famiglia e alla comunità, il progetto mira ad innescare processi virtuosi di coesione e partecipazione sociale e di inserimento professionale.

Destinatari del progetto

Feira de Santana-São Gonçalo dos Campos

Consideriamo destinatari diretti del progetto circa 100 tra bambini, adolescenti e giovani che frequentano i laboratori e le attività educative e artistiche e 30 donne che partecipano ai laboratori e corsi di formazione professionale e microimprenditoria.

I minori che frequentano l’associazione abitano nei quartieri limitrofi alla sede e provengono per la maggiorparte da famiglie con basso reddito, con genitori poco scolarizzati e nelle quali le madri non lavorano o hanno solo una minima fonte di guadagno data da occupazioni di fortuna quali ad esempio la vendita ambulante di prodotti comprati all’ingrosso o di alimenti cucinati in casa.

Questi bambini e ragazzi in buona parte non hanno la possibilità di frequentare attività extra-scolastiche, e di impiegare il tempo libero in attività ricreative, artistiche e culturali che contribuiscano al loro sviluppo integrale, valorizzino il patrimonio culturale caratteristico della regione e contrastino il rischio di emarginazione e divisioni sociali.

Foz do Iguaçu

Ci proponiamo di coinvolgere come destinatari diretti 200 bambini accolti nella Prè-escola, circa 150 pre-adolescenti e adolescenti seguiti nel CAIA e 100 ragazzi partecipanti al programma di formazione e apprendistato CAF.

Gli alunni della Prè-escola hanno dai tre ai sei anni. Meno dell’80% di questi bambini proviene da famiglie composte da padre, madre e numerosi figli, circa il 12% da famiglie con la sola madre e figli, l’1% da famiglie con padre e figli. Intorno al 2% dei bambini sono orfani adottati e il 5 % vive con i nonni. Le classi sono divise in un turno mattutino ed uno pomeridiano, organizzati a seguito dell’incremento esponenziale delle iscrizioni a causa del più recente insediamento abusivo di Bubas. Attualmente circa la metà degli alunni proviene dalle favelas limitrofe (Morenitas 1, Morenitas 2 e Bubas) e nella struttura hanno garantito un pasto (che in molti casi si rivela un sostegno fondamentale alle famiglie) e la partecipazione ad attività ludiche, pedagogiche, di socializzazione e di alfabetizzazione. Possono inoltre accedere gratuitamente al servizio sanitario del poliambulatorio dell’ente partner SNCSA.

I minori che frequentano il CAIA e il CAF hanno tra i 9 e i 17 anni, provengono soprattutto da contesti familiari multiproblematici, i cui componenti adulti spesso non hanno un lavoro e si ritrovano a vivere di espedienti (in alcuni casi traffico di droga e contrabbando). I ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo in strada e dimostrano una precoce autonomia, dovuta alla situazione famigliare e socio-ambientale in cui crescono. Riuscire ad essere ammessi nei gruppi partecipanti al programma di formazione e apprendistato rappresenta per loro una vera e propria opportunità di vita, oltre che spesso una futura imprescindibile fonte di reddito per tutta la famiglia.

Visto la stretta connessione fra le strutture proponenti e le comunità, consideriamo le famiglie e l’intera popolazione residente nei territori sedi di progetto come beneficiaria, pur se indiretta, dell’intervento proposto.

Precedente esperienza dell’ente presso cui si realizza il progetto nel Paese

Il Brasile è il paese, in cui, nel 2003, si è svolto il primo progetto di servizio civile all’estero. Grazie al lavoro svolto in oltre 15 anni possiamo affermare che quando si parla di servizio civile in Brasile il CESC Project è uno degli enti più accreditati per raccontarne la storia e delinearne le prospettive. I primi 5 progetti di servizio civile (2002-2007) sono stati realizzati appunto con il partner locale Projeto Luar di Rio de Janeiro ma a seguito della positiva esperienza si è pensato gradatamente di allargare la platea dei partenariati, fino ad accreditare nuove sedi nel Paranà ed a Bahia. Parallelamente, fin dalle prime esperienze di servizio civile in Brasile, il CESC Project ha cercato di costruire relazioni istituzionali con l’Ambasciata brasiliana in Italia e con il governo brasiliano per accompagnare iniziative di ricerca e costruzione di esperienze di servizio civile brasiliano.

Il CESC Project ha inoltre sviluppato in questi anni una profonda esperienza di gestione di attività di assistenza, educazione e promozione culturale in Brasile, anche attraverso la cooperazione internazionale. In particolare nel 2007 ha avuto funzione di co-promotore in una microazione di cooperazione decentrata dal titolo “Solidarietà tenerezza dei popoli” che ha avuto come partner locale in Brasile il Projeto Luar e come ente attuatore l’associazione Comunità Gruppo ’78 di Volano (TN) ed ha sviluppato azioni di animazione, formazione e avvio di micro-impresa sociale, con destinatari minori, donne in difficoltà e persone disabili. Nel 2013 con il contributo della Provincia Autonoma di Trento è stata realizzata una nuova microazione di cooperazione decentrata dal titolo “Sapienza antica e tecnologia moderna. Percorsi per l’inclusione sociale delle persone con disabilità” volta a sostenere e implementare le attività del Projeto Luar in Brasile con gli alunni che partecipano al gruppo Luar Sem Limites, per promuovere l’integrazione e l’autonomia dei giovani disabili.

Nel 2012, sempre in collaborazione con il Projeto Luar, ha realizzato il progetto “RomaRio – Reti giovanili per nuove forme di sussidiarietà”, co-finanziato dal Ministero della Gioventù attraverso un Bando per la presentazione di progetti finalizzati alla realizzazione di percorsi di arricchimento curriculare ed approfondimento linguistico e professionale all’estero per giovani residenti in Italia e, al contempo, in Italia per giovani italiani residenti all’estero.

Inoltre, il CESC Project ha partecipato al programma sperimentale della Regione Lazio “Torno Subito”, rivolto a giovani universitari e laureati, di sostegno ad interventi di politica attiva attraverso percorsi formativi o di work experience internazionali/nazionali e successivo reimpiego delle competenze nel territorio regionale. Diversi giovani che hanno svolto servizio civile con il nostro ente hanno partecipato attraverso la nostra rete di enti partner nel Lazio e in Brasile. Di particolare rilievo per l’attuazione in Brasile il progetto “Storie Paralimpiche”, con partner la Sociedade Cultural Projeto Luar (Brasile), un progetto finalizzato a creare strutture e partnership dal basso per promuovere lo sport per disabili attraverso iniziative di informazione e comunicazione durante il periodo delle Paralimpiadi di Rio 2016, realizzato da una ex volontaria di servizio civile che ha partecipato a un progetto nella sede di Foz do Iguaçu.

Ricordiamo infine che il CESC Project è tra i soci fondatori dell’Associazione di Amicizia Italia Brasile (AAIB), nata nel 2010 con l’obiettivo di favorire e sviluppare la cooperazione istituzionale tra i due Paesi.

Partner esteri

1. PACE-PÉ DE ARTE, CULTURA E EDUCAÇÃO è una associazione senza finalità di lucro fondata nel 2006 a São Gonçalo dos Campos con le seguenti finalità: promozione della cultura e della conservazione del patrimonio storico e artistico; promozione gratuita dell’educazione; promozione dell’etica, della pace, della cittadinanza, dei diritti umani e della democrazia; difesa, preservazione e conservazione dell’ambiente e promozione dello sviluppo sostenibile. PACE è riconosciuta dal Ministero della Cultura attraverso la Segreteria di Cultura di Bahia come “Punto di Cultura Statale”, grazie alla sua offerta di svariati corsi e laboratori ricreativi, culturali e artistici aperti a bambini, adolescenti, giovani e adulti.

La prima attività realizzata nell’anno della sua costituzione era rivolta a 25 bambini che hanno partecipato al progetto teatrale “Teatro de Bonecos e Griô” (teatro di pupazzi e cantastorie) e già nel 2009, dopo tre anni di intenso lavoro, l’associazione è stata fra i 130 Punti di cultura che hanno ricevuto finanziamenti per portare la tradizione orale nelle scuole attraverso i griôs (cantastorie), finchè nel 2010 il “Prêmio Griô na TV na Escola” ha permesso di realizzare un cortometraggio sul ruolo dei cantastorie nella regione bahiana.

Nel 2010, PACE ha partecipato al bando della Segreteria di Cultura e dell’Istituto di Gestione delle Acque e del Clima “Caminhos das Águas”, finalizzato a costruire cisterne di recupero dell’acqua piovana, fossi e orti della zona rurale del municipio di São Gonçalo dos Campos, nella regione di Feira de Santana. Anche grazie a questo progetto, PACE è stata incaricata di strutturare il Consiglio Municipale  Ambientale di São Gonçalo dos Campos e oggi partecipa tra i suoi membri.

Attualmente l’associazione è frequentata da un totale di circa 150 persone fra minori e donne, che partecipano ai seguenti laboratori attivi presso la sede: arti visive, alfabetizzazione musicale, percussioni, banda marziale, lettura e scrittura, teatro, yoga, taglio e cucito, artigianato, culinaria.

Di particolare rilevanza si è rivelata lo scorso anno l’azione specifica dedicata  in particolare alle donne, anche attraverso il contributo degli operatori volontari di servizio civile: si è realizzato un ciclo di contri di condivisione di competenze e tradizioni culinarie e un corso di formazione specifico sulla cucina italiana e la pizza in particolare che, parallelamente alla costruzione di un forno a legna nella sede dell’associazione, ha rappresentato un’importante opportunità di formazione professionale e di generazione di reddito per le donne coinvolte.

2. La SOCIEDADE CIVIL NOSSA SENHORA APARECIDA (SCNSA), una ONG brasiliana che nasce ufficialmente nel 1997 a Foz do Iguaçu (PR) dall’unione di due istituti religiosi italiani: la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione e l’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice. La SCNSA ha sede nel quartiere periferico di Porto Meira ed è impegnata nella realizzazione di programmi di attenzione integrale alla persona nelle aree di salute, educazione e formazione: all’interno del poliambulatorio medico “Nossa Senhora Aparecida”, della scuola materna “Mãe Maria”, del Centro di Attenzione Integrale all’Adolescente (CAIA), e del programma CAF (Corsi di apprendistato e formazione) per i giovani.

La Pré-escola, fondata nel 1993 come scuola materna dalle suore dell’Istituto di Maria Consolatrice e nel 1997 passa in gestione al SCNSA, si trova vicino alle favelas Morenitas e Bubas e cerca di colmare la mancanza di strutture educative rispetto alla richiesta della popolazione.

Il CAIA (Centro di attenzione integrale all’adolescente) inizia la sua attività nel 2001, ed è attualmente attivo sia la mattina che il pomeriggio, in modo che per tutti i minori del quartiere sia possibile partecipare alle attività, indipendentemente dal turno scolastico. Il Centro offre attività ludico-ricreative, sportive e culturali ai pre-adolescenti e agli adolescenti dai 9 ai 17 anni di basso reddito o in condizioni di rischio del quartiere di Porto Meira. Particolarmente efficace si è rivelato negli ultimi anni il programma CAF (Corsi di apprendistato e formazione), le cui prime attività risalgono al 2009 attraverso il progetto “Atelier Cidadania” di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro in partenariato con la Itaipu Bionacional. La formazione tecnico-professionale offerta è relativa ai settori amministrativo e alberghiero e l’inserimento professionale attraverso i tirocini è realizzato in collaborazione con le imprese cittadine. I corsi sono alla 21° edizione e ad oggi hanno inserito oltre 350 giovani nel mercato del lavoro.

 

OBIETTIVO DEL PROGETTO:

L’obiettivo del progetto consiste nel promuovere opportunità di formazione e pieno sviluppo personale per le categorie marginalizzate rappresentate da minori a rischio di abbandono scolastico e devianza giovanile e donne escluse dai processi formativi.

Come evidenziato dall’analisi del contesto, si rende necessaria un’azione mirata a contrastare nei territori d’intervento del progetto le difficoltà comuni in termini di conflittualità e tensioni sociali, promovendo azioni di natura socio-educativa che valorizzino le differenze culturali e sostengano i legami della comunità.

Per capovolgere la prospettiva diffusa in luoghi in cui le disuguaglianze vengono percepite come una legge naturale ed attivare un cambiamento, è necessario impegnarci nell’offrire alle categorie già a rischio di marginalità ed esclusione, opportunità di educazione e formazione per una maggiore partecipazione sociale.

AZIONE BAMBINI

Implementare per una media del 15%, le ore di supporto all’assistenza dei bambini, in particolare:

  • attività ludiche, di sviluppo motorio e socio-emotivo

AZIONE ADOLESCENTI E GIOVANI

Implementare per una media del 20%, le ore di supporto alle azioni di:

  • laboratori ricreativi e corsi formativi
  • organizzazione e realizzazione di eventi culturali
  • corsi professionalizzanti

AZIONE DONNE

Implementare, per una media di circa il 40%, le ore di supporto alle azioni di:

  • Laboratori artigianali e sartoriali
  • Attività di microimprenditoria

 

ATTIVITÁ D’IMPIEGO DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

Attività del progetto

Attività previste per i giovani del SCN

Sostenere i bambini durante tutta la giornata, proporre attività ludiche e educative complementari

Sede Foz do Iguaçu

  • Accogliere i bambini all’arrivo nella struttura
  • Collaborare con le maestre e gli educatori nelle attività proposte durante la mattinata
  • Proporre attività motorie e ludico-relazionali e di educazione ambientale
  • Organizzare attività educative rivolte allo sviluppo del linguaggio e dell’espressività creativa

Rafforzare le attività e i corsi delle strutture

Entrambe le sedi

  • Accogliere gli adolescenti e i giovani nella struttura all’arrivo
  • Aiutare gli educatori e gli educatori nel tenere i contatti con le famiglie
  • Aiutare i professori nella gestione dell’aula e nella preparazione dei materiali
  • Studiare eventuali nuove proposte ricreative, educative e culturali
  • Provvedere alla programmazione e gestione di nuovi corsi e laboratori
  • Promuovere l’offerta dei corsi e laboratori

Supportare l’organizzazione e l’allestimento di eventi, feste, e delle mostre annuali delle varie attività

Entrambe le sedi

  • Contribuire all’allestimento delle scenografie, degli spazi e dei materiali
  • Aiutare nella preparazione delle rappresentazioni
  • Aiutare nella preparazione dei ragazzi durante lo svolgimento delle mostre, degli eventi e delle feste
  • Aiutare nell’accoglienza e nella gestione dei partecipanti
  • Contribuire alla registrazione dell’evento e alla raccolta del materiale prodotto (fotografie, filmati,…)

Attività artistiche, educative e formative

Entrambe le sedi

  • Stabilire un contatto e una relazione con i ragazzi
  • Aiutare gli educatori nella gestione dell’aula e dei corsi e laboratori
  • Definire assieme ai ragazzi e all’educatore una proposta di attività
  • Gestire le attività (preparazione materiali, registro delle presenze, indicatori di valutazione)
  • Coordinare, tra volontari e educatori, la creazione di eventi conclusivi di presentazione delle attività svolte

Collaborare alle attività artigianali, sartoriali e di micro-imprenditoria

Sede São Gonçalo dos Campos

  • Seguire e sostenere il responsabile e le partecipanti in tutte le attività proposte
  • Stabilire un contatto e una relazione con le donne del gruppo
  • Fare gli acquisti di materiale
  • Svolgere indagini di mercato, per sviluppare nuova progettualità
  • Stabilire e tenere contatti con altri soggetti potenzialmente interessati a collaborazioni e costruzione di rete

 

SEDI DI SVOLGIMENTO:

Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia

SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO IN ITALIA

INDIRIZZO SEDE

CODICE SEDE

N. OP. VOLONTARI

CESC Project

Via Lungro 1, Roma

153077

4

Sedi di attuazione del progetto all’estero

SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO ALL’ESTERO

INDIRIZZO ENTE

CODICE SEDE

N. OP. VOLONTARI

CESC Project Foz Do Iguacu

Avenida Morenitas 2195, Porto Meira, Foz Do Iguacu / PR

153522

2

CESC Project Bahia

Rua do Diogo 8c, Mata de Sao Joao, São Gonçalo dos Campos / BA

153079

2

 

POSTI DISPONIBILI, SERVIZI OFFERTI:

Il progetto prevede 4 posti con vitto e alloggio.

I volontari saranno ospitati in strutture gestite e organizzate dai partner locali in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, vicine alle sedi di servizio e all’interno delle quali avranno garantiti i pasti giornalieri.

 

EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:

Giorni di servizio settimanali ed orario

Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio.

Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri

Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto in Brasile intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica del rilascio dei visti di permanenza nel paese la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e la durata del primo periodo di permanenza può variare dai 3 ai 6 mesi.

Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana

La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia fissa e mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet.

Eventuali particolari condizioni ed obblighi

Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per una organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità:

  • Disponibilità a un periodo di almeno 10 mesi di permanenza all’estero;
  • Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali;
  • Stile di vita essenziale;
  • Flessibilità negli orari di servizio, con esclusione degli orari notturni;
  • Disponibilità, se necessario, di prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o in giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti;
  • Disposizione alla vita di comunità (co-gestione dello spazio abitativo, preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali);
  • Disponibilità a impegnarsi autonomamente a frequentare un corso di portoghese prima dell’avvio del progetto, qualora non si conosca a fondo la lingua.

Particolari condizioni di disagio

Non sono state riscontrate significative situazioni di disagio per i volontari.

Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, vengono alloggiati in stanze multiple, e in alcune sedi condividono la casa con i referenti locali del progetto; il vitto viene preparato collettivamente. Il collegamento internet è presente in tutte le sedi ma non garantisce una navigazione particolarmente veloce e potrebbe non essere sempre continuo. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco.

Eventuale assicurazione integrativa

Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa.

 

EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:

I seguenti requisiti favoriranno un andamento efficace dell’esperienza di servizio:

  • Conoscenza essenziale della lingua portoghese o facilità nell’apprendimento delle lingue con particolare riferimento a quelle neo-latine.
  • Comprovate attitudini e/o pregresse esperienze nell’area dell’animazione di minori e della prevenzione del disagio minorile o titoli di studio o esperienze formative attinenti l’ambito dell’assistenza e animazione bambini/e, adolescenti e giovani e alle attività con le donne.

Per poter svolgere le attività previste, in ragione dei requisiti richiesti per l’ingresso nel Paese, delle sedi di attuazione nonché delle caratteristiche dei destinatari, non si può escludere che, sia prima dell’avvio che durante il servizio civile, gli operatori volontari impegnati in questo progetto, si debbano sottoporre necessariamente a vaccinazione anti COVID-19. 

 

DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE:

La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio.

La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto.

Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato

 

CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:

Attestazione/certificazione delle competenze in relazione alle attività svolte durante l’espletamento del servizio tramite attestato specifico.

L’attestato indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato.

 

FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

Metodologia:

Le metodologie privilegiate sono riconducibili alle dinamiche non formali, alle lezioni frontali e alla formazione a distanza. La finalità è quella di favorire il coinvolgimento dei giovani e un loro attivo ed efficace apprendimento.

Il giovane viene invitato a vivere una esperienza dove la dimensione formativa emerge dalla pratica quotidiana e pertanto anche la formazione generale, della durata di 30 ore, si configura come una formazione attiva e di carattere laboratoriale ed esperienziale, incentrata sul sapere, saper essere e saper fare degli operatori volontari.

Sede di realizzazione

Roma, Via Lungro 1 – Via Siderno 1

Moduli della formazione

“Valori e identità del SCU”

  • L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
  • Dall’obiezione di coscienza al SCN e al SCU
  • Il dovere di difesa della Patria – Difesa civile non armata e nonviolenta
  • La normativa vigente e la Carta di impegno etico

“La cittadinanza attiva”

  • La formazione civica
  • La solidarietà e le forme di cittadinanza
  • La protezione civile
  • La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

“Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”

  • Presentazione dell’ente
  • Il lavoro per programmi d’intervento/progetti
  • L’organizzazione del servizio civile universale e le sue figure
  • Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile
  • Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

Sede di realizzazione

Roma: Via Lungro 1 – Via Siderno 1 – Via Amantea 51, e presso le sedi estere di attuazione del progetto.

Moduli della formazione

Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (16h)

Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto (24h)

Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale con i minori e disabili (8h)

Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale (8h)

Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro (8h)

Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale (8h)

Durata: 72 ore.

 

TITOLO DEL PROGRAMMA CUI FA CAPO IL PROGETTO:

COLTIVARE SPERANZA: INCLUSIONE E SOSTENIBILITÀ IN BRASILE

 

OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE

Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e un’opportunità di apprendimento per tutti.

Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze.

Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

 

AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:

Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese.

 

PER INFORMAZIONI 

E-mail: estero@cescproject.org 

Sportello telefonico Infobando: 

Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.30

Martedì – Giovedì: 14.30 – 16.30

Tel: +39 3516881486