Francia-Paesi Bassi

SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA

TITOLO DEL PROGETTO: CASCHI BIANCHI 2020 – POVERTA’ NASCOSTE IN EUROPA

VOLONTARI RICHIESTI: n° 5

 

SEDI DI SVOLGIMENTO

Sede di attuazione del progetto all’EsteroIndirizzo SedeCodice Seden. op. volontari
San Michele Arcangelo – APG XXIIIOude Rijksweg – Liempde 10 – Boxtel – Paesi Bassi1742292
CESC Project FranciaAvenue de France 37 – Annecy – Francia1530823

 

SETTORE e AREA DI INTERVENTO:

Settore: promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Area di intervento: 3. Promozione e tutela dei diritti umani, all’estero

 

DURATA DEL PROGETTO: 12 mesi

 

ENTE PROPONENTE IL PROGETTO       

Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII

 ALTRI ENTI COINVOLTI              

CESC Project

 

PROGRAMMA              

Il progetto fa parte del programma FRAGILITÀ NASCOSTE. PARTECIPAZIONE, SOSTEGNO ED INCLUSIONE IN EUROPA E AUSTRALIA, presentato nell’ambito di azione C) Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese, in coprogrammazione con Salesiani per il Sociale Aps ed in coprogettazione con CESC Project.

 

BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO  

Il progetto “Caschi Bianchi – Povertà nascoste in Europa” si realizza nei Paesi Bassi con ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, presso le città di Boxtel e Vught, ed in Francia con Cesc Project, nel territorio della Grande Annecy.

Il progetto contribuisce all’inclusione sociale di tutti, come evidenziato dal traguardo 10.2 dell’Agenda 2030, promuovendo l’uguaglianza dove la crescita economica non è inclusiva e le opportunità sono di pochi. Attraverso interventi a favore di persone in situazione di fragilità, contribuisce alla lotta alla povertà, intesa non solo come mancanza di risorse per assicurarsi da vivere in maniera dignitosa, ma soprattutto come discriminazione ed esclusione sociale. Il progetto cerca di fornire strumenti e di favorire lo sviluppo di abilità personali, rendendo protagoniste le persone, affinché gli emarginati possano reinserirsi nel tessuto sociale, ritornare a sentirsi parte della società, accompagnandoli in questo percorso. Contemporaneamente, si cerca di raggiungere il maggior numero di persone attraverso attività di sensibilizzazione sull’inclusione, per far crescere la rete a sostegno di soggetti fragili e facilitarne l’integrazione.

 

CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO

Nei Paesi Bassi, nelle città di Boxtel e nell’adiacente comune di Vught, il progetto interviene nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze, potenziando e promuovendo l’inclusione sociale. Specificatamente, l’intervento è rivolto alla reintegrazione sociale ed all’empowerment di nuclei familiari ed adulti in situazione di disagio e alla realizzazione di interventi educativi a supporto di minori in situazione di vulnerabilità. Nel territorio della Grande Annecy, nella regione della Francia dell’Auvergne Rhône Alpes, invece, il progetto intende attuare attività di sostegno a vantaggio di persone con disabilità al fine di condividere le buone prassi di intervento tra Italia e Francia. L’intervento è rivolto a persone con differente disabilità e si svolge in contesti di scuola speciale, laboratori socio-occupazionali e residenze di vita con il coinvolgimento di insegnanti, educatori, terapisti e anche con giovani del servizio civile francese.

Quadro sintetico degli interventi:

  • SOSTEGNO DI ADULTI IN SITUAZIONE DI MARGINALITA’ A BOXTEL
  • INCLUSIONE E PARTECIPAZIONE DI MINORI ALLA VITA CULTURALE DEL PAESE NELLA CITTA’ DI VUGHT
  • MIGLIORARE L’INCLUSIONE E LA PARTECIPAZIONE SOCIALE DELLE PERSONE DISABILI NEL TERRITORIO DELLA GRAND ANNECY

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente nei Paesi Bassi dal 2006. I primi due anni nella città di Boxtel sono stati impiegati per conoscere il territorio, capire il contesto e soprattutto individuare ed analizzare che tipo di bisogni ci potessero essere in uno tra i paesi più sviluppati dell’Unione Europea.

Nel 2008 l’Associazione apre la prima Casa Famiglia, nella quale vengono accolti adulti in situazione  di disagio. La struttura si caratterizza sin da subito come modello ibrido, tra la Casa Famiglia e la pronta accoglienza offrendo un’assistenza materiale unita ad una dimensione familiare di condivisione della quotidianità. Nonostante il sistema di welfare olandese sia considerato uno dei più avanzati al mondo, esso presenta dei deficit nel campo del disagio adulto, ovvero in tutti quei casi nei quali degli individui, a seguito di problemi economici, periodi di detenzione, programmi riabilitativi dalla tossicodipendenza, problemi di salute e/o problemi psichici lievi vivono situazioni di marginalità ed esclusione sociale. Sono previsti dei sussidi economici per gli adulti in situazioni di disagio, ma nessuna misura volta alla riabilitazione e alla reintegrazione degli individui nella società civile e nelle comunità di appartenenza.

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si inserisce cercando di colmare il vuoto normativo e istituzionale collaborando attivamente con la Parrocchia di Boxtel sin dall’inizio della propria presenza nel Paese ed iniziando collaborazioni con altre associazioni operanti nel settore. Nel corso degli anni, queste collaborazioni si sono via via strutturate per favorire una rintegrazione degli adulti in situazione di disagio attraverso la proposta di attività ergoterapiche e occupazionali. Le collaborazioni più strette in tale ambito si hanno con l’Associazione StichtingLoods, presente nella vicina cittadina di ‘s-Hertogenbosch: le persone accolte nella struttura dell’Ente proponente il progetto partecipano alle attività proposte da questa organizzazione, mentre gli operatori dello stesso supportano ed affiancano quelli locali nella realizzazione di tali attività.

A partire dal 2013, su segnalazione della parrocchia di Boxtel, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha iniziato ad occuparsi anche di famiglie Sinti stanziate in piccoli campi nomadi situati alla periferia di Boxtel, Sint-Oedenrode, Son en Breugel e Best. Sono famiglie che non hanno accesso ad alcun tipo di sussidio pubblico, che vivono relegate in determinati quartieri, vittime di discriminazione dovuta all’appartenenza etnica ed emarginate dal resto della società, in parte anche a causa della loro diffidenza e mancata volontà di integrarsi veramente. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare, riesce a raggiungere queste famiglie attraverso un supporto materiale e psicologico, distribuendo cibo e vestiario e cercando di instaurare delle relazioni di confronto e fiducia. Da ottobre 2017 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha avviato una collaborazione con l’associazione Magnolia che ha aperto la scuola “Misha de Vries”, con un modello educativo che potenzia la dimensione della diversità e dell’integrazione e inclusione sociale attraverso attività pomeridiane che coinvolgono gli alunni. Dal 2019 questa scuola è stata riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione olandese.

L’Ente collabora nel suo operato con:

Contour de Twern, associazione privata che rappresenta i servizi sociali nella città di Boxtel con cui la collaborazione è ormai consolidata e la Parrocchia di Boxtel che sostengono il progetto supportando la raccolta e valutazione delle richieste di accoglienza nella struttura dell’Ente, attraverso la messa a disposizione delle proprie competenze e servizi nell’ambito sociale, facendo pervenire segnalazioni di casi particolari di adulti e famiglie svantaggiate in cui è richiesta assistenza, supporto e accoglienza;

Il Banco Alimentare di Boxtel, un’associazione di volontari che segue le direttive della rete nazionale Banco Alimentare ma si organizza autonomamente nel raccogliere, stoccare e distribuire derrate alimentari e che lavora attivamente con il comune di Boxtel. Sostiene il progetto supportando la prima fase di conoscenza, raccolta e analisi dei bisogni individuali degli utenti e delle famiglie in situazione di disagio e nella gestione delle derrate alimentari in collaborazione con il Banco Alimentare, attraverso la fornitura di alimenti, loro recupero, stoccaggio e la successiva distribuzione e la messa a disposizione dell’esperienza per la realizzazione dei colloqui valutativi con le famiglie destinatarie;

l’Associazione StichtingLoods, ha sede nella città di ‘s-Hertogenbosch, gestisce un centro diurno nel quale propone attività ergoterapiche ed occupazionali a circa 200 adulti in forte situazione di disagio, la maggior parte dei quali senza fissa dimora, ex carcerati e/o ex tossicodipendenti. In particolare le attività proposte riguardano la cura e la pulizia di aree verdi, come parchi e giardini pubblici ma anche esterni di abitazioni private, laboratori artistici, una ciclo-officina nella quale vengono riparate e fabbricate biciclette e un negozio dell’usato aperto il venerdì e il sabato pomeriggio. Sostiene il progetto supportando le seguenti attività:

  • Attività ergoterapiche previste da StichtingLoods
  • Attività occupazionali presso il centro diurno gestito da StichtingLoods e presso l’Associazione Voedseltuin – Giardino del cibo
  • Attività ricreative, sportive e culturali a favore dei 200 utenti di StichtingLoods
  • Incontri di coordinamento con le associazioni del territorio
  • Inserimento nelle attività delle altre associazioni
  • Partecipazione ai tavoli istituzionali sul sociale

attraverso la messa a disposizione di ambienti ed esperienza per la realizzazione delle attività di reinserimento ed ergoterapiche proposte agli adulti accolti dall’Ente e per l’organizzazione di tavole di discussione e sensibilizzazione fra più enti coinvolti nell’ambito sociale con lo scopo di far avvicinare la cittadinanza al disagio adulto e all’emarginazione sociale;

l’Associazione Vincentiusvereniging, facente parte della federazione internazionale “San Vincenzo De Paoli”, è un’associazione cattolica ma laica che opera generalmente nelle parrocchie e ha come scopo principale quello di aiutare le persone più sfortunate: i poveri, gli ammalati, gli stranieri, gli ex carcerati, gli anziani soli, sia dal punto di vista materiale-finanziario che da quello morale-culturale. L’associazione è presente a Boxtel dai primi anni Ottanta e gestisce un punto di raccolta di abiti usati ed un negozio in cui rivende a basso costo il vestiario o lo regala alle famiglie ritenute bisognose. Sostine il progetto supportando nella distribuzione dei pacchi alimentari a nuclei familiari in stato di povertà, attraverso la messa a disposizione di risorse umane e della propria rete per facilitare l’incontro con nuclei familiari disagiati in situazione di privazione economica e materiale per valutarne eventuali bisogni o anche semplicemente per offrire un punto di ascolto;

La Straat Pastoral e gli Istituti Carcerari Vught, Zwolle e Lelystadt. La prima un’associazione di volontariato presente a Boxtel dal 1996 che opera attraverso l’unità di strada, dove i volontari si recano ogni giorno nelle strade della città di Boxtel e nel dormitorio comunale cercando di incontrare i senza fissa dimora, molti dei quali con disturbi psichiatrici o dipendenti da sostanze, e offrendo loro ascolto e assistenza psicologica. Sostengono il progetto supportando la raccolta e valutazione delle richieste di accoglienza nella struttura dell’Ente attraverso la messa a disposizione dell’esperienza e della rete creata negli anni nell’ambito del disagio adulto, facendo pervenire segnalazioni di casi particolari di richieste di accoglienza di homeless che non possono essere inseriti in altri programmi assistenziali e di adulti che stanno per terminare il periodo di detenzione e non possiedono una casa, un lavoro o una famiglia a cui chiedere aiuto una volta usciti dal carcere;

L’Associazione Voedseltuin, letteralmente il Giardino del cibo, che attraverso un giardino sociale propone attività di lavorazione dei terreni che ha a disposizione e produzione di beni alimentari nelle quali impiegare persone in stato di disagio. Frutta e verdura prodotte sono donate al banco alimentare e alla casa famiglia dell’Ente proponente il progetto. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII partecipa alle attività 2 volte a settimana coinvolgendo anche le persone accolte. Sostiene il progetto supportando le seguenti attività:

  • Attività occupazionali presso il centro diurno gestito da StichtingLoods e presso l’Associazione Voedseltuin – Giardino del cibo
  • Incontri di coordinamento con le associazioni del territorio
  • Inserimento nelle attività delle altre associazioni
  • Partecipazione ai tavoli istituzionali sul sociale

attraverso la messa a disposizione delle proprie strutture entro le quali si svolgono attività di reinserimento sociale che coinvolgono gli accolti dell’Ente, attraverso la fornitura di frutta e verdura provenienti dalla lavorazione dei terreni e attraverso la propria esperienza nell’organizzazione di attività di sensibilizzazione rispetto al disagio adulto sul territorio in coordinazione con altre associazioni;

L’Associazione Magnolia è una fondazione creata da genitori, insegnanti ed esperti di educazione olandesi che ha come obiettivo una migliore educazione dei bambini. Nel 2016 decide di fondare una scuola elementare, “Misha de Vries”, ispirata alla scuola di Milano del “Sacro Cuore”, con la quale è affiliata. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è stata parte attiva al momento della fondazione della scuola. L’Associazione Magnolia collabora con l’Associazione Papa Giovanni XXIII all’interno della scuola elementare “Misha de Vries” e sostiene il progetto supportando le seguenti attività:

  • Raccolta iscrizioni e analisi bisogni
  • Progettazione delle attività socio-educative pomeridiane
  • Pianificazione delle attività di sensibilizzazione della scuola “Misha de Vriel”
  • Realizzazione di 2 eventi di sensibilizzazione della scuola “Misha de Vriel”

attraverso la messa a disposizione di esperienza e risorse umane per progettazione e programmazione di un modello educativo di qualità, di integrazione e socializzazione.

Il CESC Project dal 2016 ha cominciato ad attivare posizioni anche in paesi Europei, in particolare Portogallo e Francia in coerenza con la mission di rivolgersi a dei destinatari particolarmente vulnerabili come sono le persone disabili che sono tra l’altro un po’ lo specifico, insieme alle attività educative con minori, che caratterizzano i nostri progetti, attivi fin dal 2002 di servizio civile in Sud America ed Africa.

Il CESC Project negli ultimi 10 anni ha seguito con interesse le diverse iniziative in ambito europeo finalizzate alla condivisione strategica dei diversi percorsi di volontariato e servizio civile organizzati dai due Paesi. L’attenzione del CESC Project verso quanto accade in Francia la si può far risalire al marzo 2009 con il coinvolgimento indiretto nel progetto pilota “European Civic Service: A Common Amicus”, promosso dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile nell’ambito dell’azione preparatoria AMICUS (EAC/26/28). Il progetto “AMICUS”, finanziato dalla Commissione europea e cofinanziato dall’Ufficio Nazionale per il servizio civile, aveva come obiettivo generale quello di stimolare la discussione a livello europeo sul significato del Servizio Civile, identificandone i valori fondanti nei diversi Paesi coinvolti nel progetto, nel tentativo di individuare un modello di Servizio Civile Europeo comune. Il tutto a partire dalla possibilità, per i volontari di SCN coinvolti nel progetto, di vivere con altri ragazzi in servizio nelle comunità d’accoglienza, in modo da sperimentare insieme prassi e valori del servizio civile in una dimensione transnazionale.

In questo clima di sperimentazione viene firmato a Roma il 19 Marzo 2010, dall’allora Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Carlo Amedeo Giovanardi e dall’Alto Commissario per la Gioventù Martin Hirsch, l’accordo italo-francese di cooperazione in materia di Servizio civile.

L’accordo partiva dalla considerazione che la Francia e l’Italia avevano avviato un processo, attraverso l’esperienza del servizio civile, teso a favorire l’impegno dei giovani al servizio di cause ambientali, sociali, culturali, cittadine, per la solidarietà internazionale e intendevano, conformemente alla propria legislazione nazionale, farlo evolvere fino a favorire lo scambio di esperienze tra i giovani due Paesi. Tra il 2011 e il 2014 si susseguono iniziative e incontri pubblici in cui Italia e Francia si confrontano sulle opportunità di impegno civile e sociale rivolte ai giovani,  anche nella prospettiva di favorirne o migliorarne l’occupabilità in un momento storico di recessione e crisi economica.

Il 24 febbraio 2015 nel bilaterale italiano/francese a Lione viene lanciato il primo progetto di collaborazione sul servizio civile che, anche se con piccoli numeri, dimostra la leadership Italo- francese sul tema. La Francia infatti, quale Paese capofila, cura, attraverso l’organismo France Volontaires, il coordinamento e la gestione tecnica e finanziaria del progetto, mentre l’Italia ha il ruolo di coordinare la sperimentazione a cui partecipano anche Lituania, Lussemburgo e  Regno Unito. Conseguentemente a questa prima fase, nell’estate del 2015, esce il bando per presentare i progetti della sperimentazione IVO4ALL (International Volunteering Opportunities For All) a cui il CESC Project partecipa con il progetto “Europa trasmontana” in Portogallo, e a cui aderiscono anche ACLI, AMESCI/OPES, FOCSIV e la Provincia di Foggia. Il progetto IVO4ALL si inseriva nell’ambito del Programma ERASMUS+ Azione chiave 3: Sostegno alle riforme delle politiche e mirava a sviluppare e sperimentare procedimenti di gestione alternativi agli schemi attuali del servizio civile e del volontariato internazionale allo scopo di ampliare la dimensione europea ed internazionale dei predetti programmi attraverso una maggiore partecipazione dei giovani con minori opportunità e dei NEET testando specifiche misure per affrontare e rimuovere gli ostacoli che limitano la mobilità giovanile.

Questo cammino di condivisione e conoscenza della realtà del servizio civile francese ha portato, nel 2015, alla nascita della sede locale di CESC Project Francia ad Annecy con l’intento di rendere operativa la collaborazione tra il nostro Ente e i partner francesi conosciuti negli anni per la promozione di progetti di servizio civile che siano, contemporaneamente, supporto agli interventi realizzati da ong locali a favore dei gruppi più vulnerabili della popolazione (disabili, minori, migranti,…) e occasione di confronto sui due sistemi di volontariato e impegno giovanile in Italia e in Francia. In particolare, il CESC Project ha istaurato una proficua relazione con l’associazione Epanou che, valutando positivamente l’esperienza del nostro Ente sia rispetto alle competenze maturate nell’ambito della gestione dei giovani volontari e soprattutto dell’esperienza comune nei contesti socioriabilitativi e socio lavorativi, ha proposto di elaborare una strategia progettuale condivisa per incrementare le attività in essere e migliorare la prassi operativa degli interventi. Le basi di questo partenariato si sono poi consolidate con l’avvio al servizio delle prime 3 volontarie selezionate nell’ambito del progetto “La differenza che unisce” a febbraio 2019.

La rilevanza di questi partenariati europei si è tradotta nel febbraio 2020 in una ulteriore collaborazione nell’ambito della formazione e degli scambi giovanili attraverso una significativa esperienza di campo di lavoro di giovani provenienti da situazioni svantaggiate e non inseriti in percorsi di studio o lavoro, nell’ambito delle azioni di inclusione, formazione ed orientamento. Previsti dall’Asse II Inclusione sociale e lotta alla povertà POR FSE 2014-2020”. L’obiettivo è quello di sviluppare e implementare quelle competenze chiave civiche e sociali utili per inserirsi in successivi percorsi di istruzione, formazione, servizio civile e lavoro e, soprattutto a stimolare una partecipazione sociale attiva fondamentale per determinare un proprio progetto di vita autonomo, gratificante e sostenibile.

L’Ente collabora con AAPEI EPANOU (Association des amis et parents d’enfants inadaptés d’Annecy et ses environs), associazione nata nel 1969 e riconosciuta dalla legge 1901 sulle associazioni senza scopo di lucro, e pertanto abilitata a gestire strutture di tipo Medico-Sociale.

L’associazione aderisce all’UNAPEI (Union Nationale des Associations de Parents et Amis de Personnes Handicapées Mentales) il più importante coordinamento nazionale di organizzazioni che si occupano di disabilità mentale, ed opera in 5 aree della regione dell’Alta Savoia (Annecy, le Chablais, le Genevois, la Roche sur Foron et le pays du Mont Blanc) risultando la più importante organizzazione nell’ambito dell’economia sociale e solidale dell’intero Dipartimento. L’AAPEI EPANOU d’Annecy si compone di 15 unità tra operative e servizi, con 400 lavoratori a tempo pieno impiegati con e per 500 persone disabili e loro relative famiglie.

L’AAPEI EPANOU collabora con il CESC Project all’interno delle ESAT (Etablissement et Service d’Aide par le Travail) e del Complexe enfants & adolescents e sostiene il progetto supportando le seguenti attività:

  • Prima fase di conoscenza, raccolta e analisi dei bisogni specifici degli utenti
  • Programmazione delle attività di accompagnamento e sostegno
  • ESAT Le Parmelan e Cesarde
  • Ferme de Chosal,
  • Laboratori comuni a tutte le ESAT
  • I.M.P (Institut Médico–Pédagogique)
  • I.M.E. (Institut Médico-Educatif) Internat d’enfants di «Villa Lafon» asilo per bambini e minori autistici e degli adolescenti del S.E.S. «Belle Echappée»
  • I.M.PRO. (Institut Médico-professionnel)

 

OBIETTIVI DEL PROGETTO       

Promuovere per 1.010 persone, adulti e minori, in situazione di fragilità e marginalità, l’integrazione sociale attraverso il supporto materiale e la realizzazione di attività che ne favoriscano l’inclusione culturale, educativa e scolastica cercando di ridurre la disparità d’accesso ai servizi.

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – PAESI BASSI

Fornire supporto materiale e favorire processi d’integrazione sociali, culturali ed educativi per 300 adulti e 250 famiglie in situazione di disagio accolti dall’Ente e/o assistiti da StichtingLoods.

OBIETTIVO SPECIFICO 2 – PAESI BASSI

Promuovere e garantire l’inclusione scolastica di almeno 100 minori in situazione di fragilità che frequentano la scuola “Misha de Vries” attraverso il supporto e la realizzazione di attività d’integrazione e socializzazione.

OBIETTIVO SPECIFICO 3 – FRANCIA

Fornire supporto relazionale quotidiano finalizzato alla facilitazione dei processi d’integrazione, sociale, socio-occupazionale e lavorativa per 250 disabili adulti, 110 minori e giovani disabili operanti presso l’Ente AAPEI EPANOU.

 

ATTIVITÁ D’IMPIEGO DEGLI OPERATORI VOLONTARI  

Nell’ambito del sostegno di adulti in situazione di marginalità e di inclusione educativa di minori, il ruolo e le attività previste per gli operatori volontari nella sede di attuazione progetto Casa Famiglia S.Michele Arcangelo dell’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni nei Paesi Bassi sono le seguenti:

  • programmazione ed implementazione delle attività, collaborazione con l’equipe nella gestione delle strutture e nel curare l’accoglienza delle persone adulte in situazione di disagio;
  • realizzazione di attività ergoterapiche e di animazione a favore delle persone accolte;
  • partecipazione alle visite alle famiglie di Sinti, privilegiando un atteggiamento di ascolto e conoscenza;
  • sostegno e collaborazione ai volontari del Banco Alimentare per  la raccolta e distribuzione dei beni, monitoraggio e visita ai nuclei in stato di povertà;
  • collaborazione con insegnanti ed operatori nel sostenere il supporto scolastico, anche realizzando attività ludiche, giochi all’aperto ed al chiuso, attività sportive, volte a favorire la socializzazione ed integrazione dei minori;
  • sensibilizzazione in materia di pedagogia dell’inclusione nella scuola collaborando con gli operatori per pianificare e realizzare eventi informativi;

Nell’ambito dell’inclusione e partecipazione sociale delle persone con disabilità nel territorio della Grand Annecy, l’Ente CESC Project il ruolo e le attività previste per gli operatori volontari nella sede di attuazione progetto CESC Project Francia sono le seguenti:

  • supporto nell’organizzazione e gestione di laboratori socio-occupazionali e socio-lavorativi
  • supporto ad utenti disabili durante le attività nell’orto e di giardinaggio, fattoria didattica
  • collaborazione durante l’attività di cucina pedagogica
  • attività fisico sportive ed artistico ricreative
  • gestione di materiali e contenuti informatici, video ed altri media
  • ideazione e gestione di nuove proposte formative, educative, ricreative e culturali
  • supporto ad insegnanti nella gestione dell’aula e nella realizzazione di attività educative e formative
  • supporto alle attività del Comitato festival del cinema italiano e del Teatro Bonlieu nell’organizzazione di attività culturali e interculturali e legate alla cultura italiana

I volontari in entrambe le realtà svolgeranno anche attività di monitoraggio, sensibilizzazione ed approfondimento del contesto di riferimento in cui si sviluppa il progetto e del sistema UPR, con focus specifico sui Diritti dei minori, dei disabili, degli adulti in situazioni di disagio e dei Sinti e realizzeranno attività di mappatura dei media locali e redazione di articoli.

 

POSTI DISPONIBILI, SERVIZI OFFERTI E SEDI DI SVOLGIMENTO:

SEDI DI SVOLGIMENTO

Sedi di attuazione del progetto all’estero

Sede di attuazione del progetto all’EsteroIndirizzo SedeCodice Seden. op. volontari
San Michele Arcangelo – APG XXIIIOude Rijksweg – Liempde 10 – Boxtel – Paesi Bassi1742292
CESC Project FranciaAvenue de France 37 – Annecy – Francia1530823

 

Ore di servizio alla settimana: 25

Giorni di servizio alla settimana: 5

Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri

Il progetto “Caschi Bianchi 2020 – POVERTA’ NASCOSTE IN EUROPA” richiede ai volontari il servizio all’estero per un periodo di 10-11 mesi.

Per la sede SAN MICHELE ARCANGELO nei Paesi Bassi l’espatrio è previsto dopo circa un mese dall’avvio del progetto, mentre per la sede CESC Project Francia l’espatrio è previsto dopo circa due settimane dall’avvio del progetto.

La possibilità di ulteriori rientri in Italia potrà essere presa in considerazione al verificarsi di una o più dei seguenti avvenimenti:

  • necessità di revisioni periodiche dell’intervento dell’ente con figure di supporto in Italia;
  • problemi legati al progetto (valutazione straordinaria dell’andamento del progetto);
  • problemi disciplinari (verifica straordinaria dell’andamento del servizio del volontario);
  • problemi legati al visto di permanenza nella sede estera;
  • motivi familiari e/o di salute.

In qualunque situazione il rientro sarà concordato tra il volontario, il personale di riferimento e la struttura di gestione del Servizio Civile.

Nel complesso, per la sede SAN MICHELE ARCANGELO nei Paesi Bassi sono previsti 2 periodi di permanenza in Italia:

  • prima dell’espatrio della durata di circa 1 mese;
  • durante l’ultimo mese di servizio della durata di 1 settimana circa per il momento di verifica e valutazione finale del progetto.

Tempi di realizzazione del progetto per la medesima sede:

  • avvio del servizio civile;
  • formazione generale e specifica dei Caschi Bianchi (primo mese);
  • periodo formativo propedeutico alla partenza all’estero presso la sede di appoggio o una struttura dell’Ente ad essa collegata (primo mese);
  • partenza per il paese estero di destinazione all’inizio del 2°mese di servizio;
  • rientro in Italia durante l’ultimo mese di servizio.

Per la sede CESC Project Francia, invece, sono previsti 3 periodi di permanenza in Italia:

  1. prima dell’espatrio della durata di due settimane;
  2. tra 3° e 4° mese della durata di due settimane;
  3. durante l’ultimo mese di servizio della durata di due/tre giorni per il momento di verifica e valutazione finale del progetto.

Tempi di realizzazione del progetto per la medesima sede:

  • avvio del servizio civile;
  • formazione generale e specifica degli operatori volontari (primo mese);
  • partenza per il paese estero di destinazione entro il 1° mese di servizio;
  • rientro intermedio tra 3° e 4° mese per la formazione;
  • rientro in Italia durante l’ultimo mese di servizio.

 

Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana

Per ciascuna delle sedi previste dal presente progetto è prevista e garantita la possibilità per i giovani volontari di comunicare con la sede centrale di gestione del Servizio Civile.

Per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Italia attraverso i seguenti mezzi di comunicazione: e-mail (caschibianchi@apg23.org), telefono (+39.0541.972477), fax (+39.0541.972466), skype.

Per l’Associazione CESC Project in Italia attraverso i seguenti mezzi di comunicazione: e-mail (estero@cescproject.org), telefono (+39.0671280300), fax (+39.0623268774), skype.

I volontari sono inoltre invitati a dotarsi di una scheda telefonica per cellulari così da poter garantire la comunicazione con la sede dell’Ente in Italia e con i familiari, anche in caso di allontanamento del volontario dalla sede di attuazione del progetto.

Gli Enti prevedono inoltre una figura di tutoraggio in Italia che i volontari incontreranno in sede di formazione e che farà da riferimento e accompagnamento durante la permanenza all’estero.

La comunicazione tra la sede dell’Ente in Italia e le sedi di attuazione del progetto avviene regolarmente. Nell’eventualità in cui nella sede estera si verifichino situazioni di particolari disagio o di rischio le comunicazioni verranno intensificate di conseguenza.

 

Eventuali particolari condizioni ed obblighi voce

Viste le caratteristiche del progetto e dell’Ente, durante il servizio ai volontari viene richiesto:

  • Di rispettare usi e costumi locali.
  • Di mantenere un comportamento ed uno stile di vita improntato alla sobrietà, responsabile e collaborativo rispetto alla presenza, alla proposta educativa dell’Ente, al lavoro degli operatori in loco e nel rapporto con i destinatari ed i beneficiari; in particolare è vietato l’uso di stupefacenti, la cui vendita è spesso collegata a gruppi criminali, oltre che essere vietata dalle leggi del Paese. Si chiede un uso limitato di alcool, soprattutto in alcuni contesti educativi.
  • Elevato spirito di adattabilità.
  • Flessibilità oraria.
  • Disponibilità ad impegni durante il fine settimana.
  • Disponibilità a partecipare a moduli di formazione comunitaria e residenziali: prima della partenza per l’estero, e durante il servizio.
  • Disponibilità a partecipare ad un momento di verifica e valutazione del progetto nell’ultimo mese di servizio presso la sede di gestione del Servizio Civile o in una delle sedi indicate anche per le formazioni in Italia.
  • È richiesto uno stile di vita sobrio anche in formazione in Italia.
  • Attenersi alle disposizioni impartite dal Responsabile della sicurezza dell’Ente ed in generale dai referenti dell’Associazione e/o dei partner locali e dai loro livelli di coordinamento, osservando attentamente le misure riportate nel Piano di Sicurezza allegato al progetto.
  • Partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della promozione dei Diritti Umani, della solidarietà internazionale e delle tematiche affrontate dal progetto durante i periodi di permanenza in Italia.
  • Disponibilità a scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito Antenne di Pace, portale della Rete Caschi Bianchi.
  • Di usufruire dei giorni di permesso preferibilmente durante i periodi di chiusura delle progettualità. Si ritiene utile precisare, inoltre, che l’operatore volontario ha l’obbligo di conformarsi alle indicazioni fornite dai referenti il loco e/o dalla Struttura di Gestione del SCU dell’Ente, anche al di fuori del meno orario di servizio. 
  • Di rispettare le indicazioni del personale dell’Ente per quanto riguarda stile di condotta e comportamento, rispetto dei luoghi e dei costumi locali, luoghi di frequentazione, uso e consumo di alcolici o altre sostanze psicotrope e relazioni. In particolare al volontario viene chiesto di evitare relazioni affettive che coinvolgano i destinatari del progetto o che in qualche modo abbiano ricaduta negativa sullo stesso.
  • Di conformarsi alle indicazioni fornite dai referenti in loco e/o dalla Struttura di Gestione del SCU dell’Ente per quanto concerne la produzione di contenuti informativi a qualsiasi titolo prodotti dal volontario e pubblicati su siti, blog, social personali.
  • Di attenersi alle disposizioni del Responsabile della sicurezza ed in generale del personale dell’Ente, osservando attentamente le misure riportate nel Piano di Sicurezza allegato al progetto, avendo cura in particolare di comunicare qualsiasi tipo di spostamento al di là di quelli già programmati e previsti dal progetto e di rispettare gli orari di rientro impartiti dal personale dell’Ente in loco.
  • Di concordare con i referenti in loco e/o con la Struttura di Gestione del SCU dell’Ente viaggi di andata e ritorno in Italia/Paese di destinazione anche qualora non previsti nella programmazione iniziale.
  • La disponibilità a vivere in contesti di gruppo e comunitari

I volontari saranno alloggiati presso le strutture dell’ente, ovvero in realtà di accoglienza che cercano di favorire una dimensione familiare e comunitaria per quanti vi sono accolti. Non si tratta di un aspetto meramente logistico, in quanto lo stile di intervento dell’ente si basa appunto sulla creazione di spazi di condivisione e di relazioni di prossimità con la popolazione locale. Pertanto è fondamentale il rispetto dello stile educativo delle strutture e la disponibilità a sperimentarne la dimensione comunitaria. Patente B e disponibilità alla guida automezzi In aggiunta alle festività riconosciute, non sono da segnalare giorni di particolare chiusura delle sedi a progetto.

Particolari condizioni di disagio per gli operatori volontari

Salute: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in territori in cui il contesto sanitario non è eccessivamente qualificato e le condizioni igieniche non sono sempre ottimali, in particolare a contatto con contesti di disagio.

Comunicazioni: le comunicazioni con l’Italia possono risultare difficili, in casi sporadici, in seguito a problemi di funzionalità delle linee telefoniche, spesso a causa di fattori climatici.

Privacy: nella quasi totalità delle strutture esistenti, si condividono gli spazi (camera, bagno ecc.) con altre persone (operatori volontari del servizio civile, persone accolte, altri volontari, personale dell’Associazione, ecc), è spesso difficile riuscire a raggiungere condizioni di perfetta tranquillità.

Stile di vita: essenzialità e sobrietà sono le prerogative del modo di vivere del personale dell’associazione. La coerenza con questi valori è, secondo lo stile di vita ed il pensiero dell’Associazione, una via di vicinanza e di condivisione con le persone più povere che si incontrano e un modo per mettersi in ascolto del contesto in cui si vive. Non significa vivere privandosi del soddisfacimento dei bisogni basilari, bensì del superfluo.

In particolare si richiede sobrietà per quanto riguarda l’uso di alcool, soprattutto per i volontari che prestano servizio in comunità terapeutiche, pronte accoglienze per minori e adulti che provengono dalla strada e che quindi potrebbe essere usuari di sostanze e alcool. Parlare di sobrietà implica un’attenzione maggiore alla gestione del tempo libero (soprattutto per quanto riguarda i viaggi).

Contesto: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con presenza di microcriminalità e violenza. Questo può comportare la necessità di rispettare orari per il rientro la sera e di evitare certe zone della città o del Paese particolarmente pericolosi. Inoltre condizioni climatiche particolarmente avverse possono, in certe situazioni, ostacolare e ridurre temporaneamente le attività previste dal progetto.

Relazioni: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente nuova per loro e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi. Il disagio può derivare: dalla non conoscenza della lingua straniera, dalla necessità di interagire con una cultura diversa e a volte difficile da comprendere, dalla difficoltà di lavoro con gruppi di destinatari specifici. Queste difficoltà di tipo relazionale/comunicativo possono essere mitigate dalla presenza di operatori locali che parlano italiano e che possono fungere da mediatori tra le diverse culture e i diversi ruoli. Altra difficoltà può essere quella di dover mantenere un ruolo educativo, che presuppone un equilibrio tra empatia con i destinatari del progetto e nello stesso tempo una giusta distanza.

 

CRITERI DI SELEZIONE:              

https://serviziocivile.apg23.org/wp-content/uploads/2020/11/SRECSEL_APG23.pdf

 

EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:         

Oltre ai requisiti richiesti dal decreto legislativo n.40 del 2017, possono essere requisiti funzionali ed utili al progetto:

  • Interesse verso attività di educazione, animazione, lavoro di gruppo, micro-sviluppo economico, tutela dei Diritti Umani in Italia ed all’estero;
  • interesse per i temi della solidarietà internazionale e della pace;
  • volontà e desiderio di sperimentare concretamente la solidarietà e la condivisione con fasce di popolazione particolarmente svantaggiate e vulnerabili;
  • desiderio di sperimentare modalità concrete di azione e difesa nonviolenta;
  • interesse per percorsi a carattere formativo e di crescita individuale;
  • desiderio di interazione costruttiva con chi è portatore di differenze culturali;
  • volontà e capacità di lavorare in modo cooperativo, in gruppo ed in rete con altri soggetti;
  • disponibilità ad apprendere la lingua del paese dove è ubicata la sede prescelta ed eventualmente a frequentare corsi di lingua;

Per poter svolgere le attività previste, in ragione dei requisiti richiesti per l’ingresso nel Paese, delle sedi di attuazione nonché delle caratteristiche dei destinatari, non si può escludere che, sia prima dell’avvio che durante il servizio civile, gli operatori volontari impegnati in questo progetto, si debbano sottoporre necessariamente a vaccinazione anti COVID-19. 

 

CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:

Attestato Specifico, rilasciato dall’ente terzo “CONSORZIO CONDIVIDERE PAPA GIOVANNI XXIII”. Si allegano autocertificazione del Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII e accordo sottoscritto tra l’ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e il Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII.

 

FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:        

La formazione generale per i progetti di servizio civile universale all’estero sarà erogata entro la prima metà del periodo di realizzazione del progetto, per un totale di 42 ore.

La maggior parte della formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando, ove possibile, di unire volontari di progetti diversi per un numero massimo di 25 partecipanti, per favorire un ambiente pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile.

Contenuti della formazione generale:

Valori e identità del SCU

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Dall’obiezione di coscienza al SCU

Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenta

La normativa vigente e la Carta di impegno etico

 

“La cittadinanza attiva”

La formazione civica

Le forme di cittadinanza

La protezione civile

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

 

Il giovane volontario nel sistema del servizio civile

Presentazione dell’ente

Il lavoro per progetti

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

 

FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:          

Il percorso formativo specifico prevede:

  • una formazione pre-espatrio in Italia, entro il primo mese di servizio;
  • Una formazione specifica in loco suddivisa in un momento iniziale al momento dell’inserimento nella sede estera e un altro momento tra 7°e 9° mese;
  • Una formazione a distanza tra 4° e 8°mese.

I contenuti caratterizzanti la formazione specifica pre-espatrio

La relazione d’aiuto con i destinatari del progetto

L’intervento del progetto Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2020 – Africa si fonda sulla condivisione diretta, ovvero sulla costruzione di una relazione basata sulla reciprocità e sulla fiducia, relazione che legittima qualsiasi intervento a favore della promozione dei Diritti Umani che interessano i destinatari dell’intervento. In questo modulo verranno quindi trattati i fondamenti teorici utili all’instaurazione di questo tipo di relazione, che ha una forte dimensione educativa:

  • le principali fasi nella costruzione di relazioni educative
  • il ruolo del volontario nella costruzione di relazioni reciproche
  • ascolto ed empatia, gestione della rabbia e dell’aggressività
  • il Burn-Out come rischio nelle relazioni educative
  • tecniche per la gestione dello stress e della frustrazione generata dal gap tra aspettative e impatto con la realtà
  • la relazione con la leadership
  • la relazione con i destinatari del progetto

Contesto socio-economico e politico dell’Europa

Questo modulo focalizza l’attenzione sugli assetti geopolitici che caratterizzano i Paesi a progetto, con uno sguardo che si allarga agli assetti mondiali, alla luce delle interdipendenze legate alla globalizzazione. Riteniamo fondamentale infatti che il casco bianco assuma una prospettiva  “glocale”, con uno sguardo pronto a cogliere i molteplici legami che i contesti specifici del progetto sviluppano con la dimensione mondiale.

Il modulo in particolare approfondirà:

  • i principali assetti geopolitici, economici e sociali nell’area in cui è inserito il progetto;
  • descrizione dei contesti socio-economici e politici dei Paesi in cui si sviluppa il progetto;
  • approfondimento sui conflitti dei territori in cui il progetto si sviluppa e sulle modalità di intervento attuate.

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile

Il modulo offre ai volontari una puntuale informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, con particolare attenzione alle misure di prevenzione e di emergenza.

  • Riferimento alla normativa sulla sicurezza in loco;
  • informativa dei rischi connessi all’ambiente di servizio e allo svolgimento delle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, alle possibili interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo;
  • misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si svolgono in contemporanea.

Il Casco Bianco

Il presente modulo, utile a collocare il servizio prestato dai Caschi Bianchi, cerca di approfondire prima della partenza lo stile di intervento del casco bianco, mettendo in evidenza la dimensione della nonviolenza e la coerenza rispetto alle finalità del progetto. Tale modulo verrà integrato da un modulo a distanza (cfr. FAD). Il modulo verterà, quindi, sui seguenti aspetti:

  • approfondimento dell’evoluzione e le caratteristiche della figura del Casco Bianco: il mandato, i compiti, il modello di Servizio Civile Caschi Bianchi condiviso dall’omonima rete di enti;
  • stile di presenza dei CB all’estero: la dimensione di gruppo, il rispetto delle persone e del contesto di servizio, la coerenza rispetto alle finalità;
  • strumenti per la conoscenza della realtà in cui si va ad operare.
  • presentazione del piano di sicurezza dell’ente e delle misure di prevenzione dei rischi (che verrà approfondito in loco in un modulo specifico).

La funzione di antenna

Caratteristica fondamentale dell’operatività del Casco bianco è la “funzione di antenna”, secondo la quale ad ogni volontario spetta il compito di produrre informazione dal basso, rispetto alle situazioni dove opera al fine di informare e sensibilizzare un “bacino di attenzione”, definito prima dell’espatrio. Tale bacino si sostanzia nella propria comunità inviante (città, quartiere gruppi di appartenenza…).

Il percorso legato ad antenne si articola in due moduli:

1. Modulo introduttivo sull’informazione e sul “ruolo di antenna”:

  • il mondo/mercato dell’informazione, attori dell’informazione;
  • il legame fra conflitto ed informazione, l’uso dei media ad uso propagandistico;
  • analisi ed approfondimento di testi;
  • sensibilizzazione sul territorio d’origine: sviluppo di un “bacino d’attenzione.

2. Laboratorio di scrittura:

  • l’informazione nonviolenta, scopi e strumenti;
  • laboratorio di scrittura;
  • uso della macchina fotografica e della videocamera come strumenti di documentazione;
  • l’utilizzo degli strumenti di comunicazione web 2.0.

I Diritti Umani

In questo modulo verranno presentati ed approfonditi alcuni strumenti di osservazione e monitoraggio dei Diritti Umani nel contesto territoriale in cui si sviluppa il progetto, nonché strumenti e tecniche di tutela dei Diritti Umani.

  • gli elementi di riferimento teorici rispetto ai Diritti Umani, del quadro normativo internazionale di riferimento, degli organismi e degli strumenti di tutela;
  • strumenti di osservazione, monitoraggio e tutela dei Diritti Umani;
  • parte laboratoriale di analisi dei diritti violati nell’area nel contesto paese in cui si sviluppa il progetto.

Metodologie formative in attività educative e ludico ricreative

Utilizzo di metodologie e tecniche educativo-formative ispirate al teatro dell’oppresso, tecnica teatrale che favorisce il cambiamento sociale tramite la coscientizzazione degli attori e degli spettatori. Sono metodologie formative che possono essere utilizzate sia nelle attività educative, sia nelle attività ludico ricreative. Inoltre sono utili per analizzare e trasformare le situazioni conflittuali che caratterizzano il contesto e coinvolgono direttamente i destinatari.

In particolare verranno affrontati i seguenti temi:

  • la demeccanizzazione, concetto, tecniche e loro applicazione;
  • i ruoli definiti: l’oppresso, l’oppressore, le figure vicine, il giolli;
  • tecnica principali (Teatro-forum, teatro immagine,…)
  • analisi di situazioni di oppressione e sperimentazione di possibili soluzioni attraverso l’uso delle tecniche presentate.

Il conflitto nel contesto del progetto – approfondimenti

Il progetto Caschi Bianchi corpo civile di pace 2020 – Povertà Nascoste in Europa si sviluppa all’interno di contesti attraversati da conflitti sociali, economici e politici, di cui i destinatari dei progetti sono spesso parte. Pertanto, il progetto, attraverso le azioni specifiche e la costruzione di relazioni basate sul dialogo e la mediazione, cerca di favorire processi di prevenzione e trasformazione dei conflitti, interpersonali e sociali.

Verrà quindi approfondito il conflitto, i suoi elementi fondamentali, l’approccio personale di ciascuno alle situazioni conflittuali. Si sperimenterà attraverso dinamiche e simulazioni la sua trasformazione nonviolenta in relazione a tipiche situazioni conflittuali riscontrabili nei territori di destinazione. In relazione a tali situazioni verrà affrontato:

  • elementi fondamentali del conflitto: conflitti a più livelli: macro, meso, micro; violenza, forza, aggressività; l’escalation della violenza;
  • individuazione di strumenti e strategie di gestione nonviolenta dei conflitti;
  • il conflitto interpersonale e all’interno del gruppo di lavoro.

La nonviolenza nella trasformazione dei conflitti

Il modulo approfondisce la nonviolenza come fondamento di qualsiasi intervento per la trasformazione del conflitto. Si tratta quindi di approfondire la metodologia che caratterizza tutte le azioni e attività a progetto. In particolare si affronteranno i seguenti temi:

  • elementi essenziali di spiritualità della nonviolenza;
  • esperienze di interventi nonviolenti in zone di conflitto;
  • violenza strutturale e violenza diretta, e approfondimento sul conflitto secondo il metodo Trascend;
  • tecniche di mediazione nonviolenta e di trasformazione nonviolenta dei conflitti;
  • il metodo Transcend e la trasformazione nonviolenta dei conflitti. i Caschi Bianchi e la nonviolenza;

Il rapporto UPR (anche tramite fad)

Uno strumento significativo attraverso cui le associazioni si fanno promotori della difesa dei Diritti Umani all’interno dello Human Right Council è la partecipazione alla Revisione Periodica Universale (UPR). I Caschi Bianchi, infatti, collaboreranno con l’ente nella stesura degli UPR.

Il modulo verterà, quindi, sui seguenti aspetti:

  • cos’è l’Universal Periodic Review e come funziona;
  • come l’esperienza diretta di condivisione nei paesi del mondo in cui si è presenti qualifica l’UPR;
  • presentazione degli strumenti utilizzati dai volontari nell’attività di monitoraggio dei Diritti Umani.

Approccio interculturale nell’esperienza di servizio civile all’estero

I contenuti del presente modulo sono funzionali all’acquisizione di competenze utili a relazionarsi in maniera positiva con le differenti realtà culturali nei contesti in cui si opera. Tale modulo viene integrato da un modulo a distanza (cfr. FAD) per poter riflettere poi sulle criticità nella relazione interculturale, partendo dalle prime esperienze concrete dei volontari:

  • acquisizione di competenze utili a relazionarsi positivamente con le differenti realtà culturali;
  • approfondimento dei concetti di individuo, altro, giudizio e pregiudizio;
  • confronto su pregiudizi e difficoltà nell’incontro con la cultura locale;
  • rilettura dell’esperienza da un punto di vista interculturale.

Contenuti della formazione specifica in loco:

L’ente e il suo intervento nel progetto estero

Il modulo approfondisce il modello di intervento dell’ente all’estero in relazione al progetto, con particolare attenzione a quella che sarà la collocazione del volontario in quel contesto. Questa parte prevede la visita delle progettualità e l’approfondimento di queste tematiche:

  • Storia della presenza dell’ente in loco, mission, attività, stile di presenza;
  • Progetto e modalità di intervento;
  • Attività e ruolo del casco bianco nel progetto specifico.

Presentazione del Piano di sicurezza relativo ai paesi del progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2020 – Povertà Nascoste in Europa”

All’arrivo dei volontari all’estero, con il seguente modulo si presenterà in modo chiaro ai volontari il Piano di sicurezza dell’ente per ciascun paese a progetto, con un’attenzione particolare alla descrizione dei rischi alle risposte specifiche per ognuno di essi, tenendo conto dei diversi livelli emergenziali. L’aspetto della sicurezza è strettamente connesso con lo stile di presenza dell’ente in loco, soprattutto in un’ottica di prevenzione dei rischi; pertanto è importante accompagnare fin da subito i volontari nell’acquisizione di un approccio coerente con quello promosso dall’ente e dal progetto madre Caschi Bianchi. Di seguito i contenuti:

  • presentazione del piano di sicurezza dell’ente e quindi in particolare:
  • dei rischi presenti nel contesto di riferimento (sanitari, politici e di ordine pubblico e ambientali);
  • delle misure per prevenire i rischi e per affrontare le emergenze;
  • dei rapporti con le Autorità Diplomatiche e Consolari italiane e con le Autorità locali e dei contatti utili;
  • utilizzo e funzionamento della strumentazione relativa alla sicurezza;
  • indicazioni e norme di comportamento, in relazione al contesto culturale, socio-economico e politico in cui si realizza il progetto.

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2020 – Povertà Nascoste in Europa”

  • ripresa degli obiettivi e delle attività previste dal progetto;
  • approfondimento di eventuali criticità e dei bisogni formativi riportati dai volontari e legati alle attività specifiche del progetto;
  • verifica dell’andamento del servizio;
  • approfondimento sulle attività di sensibilizzazione e di monitoraggio dei Diritti Umani;
  • riprogettazione in itinere.

Contenuti della FAD: tra 4° e 9° mese

La formazione a distanza è finalizzata a creare uno spazio di confronto per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente- con il supporto dei formatori e del materiale formativo a disposizione- un’autoriflessione costante sul proprio servizio e sui temi proposti dai seguenti moduli.

Ruolo del volontario nel progetto specifico

  • Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento;
  • la relazione con i destinatari del progetto;
  • il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;
  • l’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.

Approccio interculturale nell’esperienza di servizio civile all’estero

  • Le cornici culturali che condizionano le interpretazioni di un contesto complesso;
  • analisi dei condizionamenti culturali a partire dalle esperienze concrete dei volontari;
  • l’ascolto attivo come strumento per superare i pregiudizi culturali e comprendere la complessità del contesto.

Approfondimento UPR

  • Approfondimento sull’Universal Periodic Review e come funziona;
  • approfondimento e confronto sugli strumenti per l’attuazione del piano di monitoraggio dei diritti umani e per la ricaduta in loco dei contenuti e delle indicazioni del rapporto;
  • dalla condivisione diretta alla promozione dei Diritti Umani.

La figura del casco bianco nel progetto specifico

  • Analisi e approfondimento delle conflittualità presenti nel territorio;
  • approccio del Casco Bianco rispetto ai conflitti meso e micro, a partire dal “Mandato del Casco Bianco”;
  • buone prassi per la gestione dei conflitti.

PER INFORMAZIONI 

E-mail: estero@cescproject.org 

Sportello telefonico Infobando: 

Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.30

Martedì – Giovedì: 14.30 – 16.30

Tel: +39 3516881486