Ecuador, Bolivia
SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA
TITOLO DEL PROGETTO: COOPERAZIONE E SOLIDARIETA’ |
SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi. |
DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI |
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO Il progetto “Cooperazione e solidarietà”, intende incentivare l’acquisizione di buone pratiche di agricoltura e consumo sostenibile attraverso un’azione di supporto diretto alle attività di programmazione, gestione e formazione di gruppi di piccoli produttori e contadini indigeni appartenenti ai territori andini e non dell’Ecuador e della Bolivia. Allo stesso tempo il progetto si propone di supportare uno sviluppo rurale e una gestione delle risorse che siano sostenibili e inclusivi, attraverso azioni di promozione, informazione e formazione sul rispetto ambientale, diritti umani e gestione dei conflitti, tecniche e pratiche di gestione sostenibile delle risorse, accesso alla terra, ecc., così da garantirne la diffusione di una cultura sostenibile dello sviluppo e una piena e consapevole partecipazione dei contadini indigeni presenti sui territori d’intervento alla vita produttiva, culturale e sociale dei Paesi. Il progetto è rivolto a piccoli produttori, famiglie di contadini e comunità indigene o marginalizzate in difficoltà dell’Ecuador e della Bolivia. Supporterà interventi di formazione e cooperazione negli ambiti di: · formazione su tecniche e pratiche sostenibili di produzione e consumo; · appoggio organizzativo e gestionale per gruppi di piccoli produttori agricoli e associazioni di contadini; · promozione di un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO
BOLIVIA A causa delle condizioni climatiche sempre più estreme determinate dal cambiamento climatico (secondo uno studio di Oxfam del 2009, la Bolivia risulta essere uno dei paesi più colpiti dai disastri dovuti al cambiamento climatico), nonché per la continua spinta verso un modello economico esportatore/estrattivo di materie prime, che pone sempre maggior pressione sulle risorse naturali del Paese, la Bolivia rischia di accelerare ulteriormente la perdita delle sue capacità di resilienza rispetto ai cambiamenti climatici e ai disastri ambientali (incendi forestali, inondazioni, siccità, grandine e neve), causando un deterioramento sempre maggiore in termini di biodiversità, beni produttivi (terra-territorio, acqua, suolo, sementi) e dei diritti territoriali delle comunità indigene contadine. Negli ultimi anni, la riduzione della domanda e delle quotazioni delle materie prime nel mercato internazionale, principalmente asiatico, ha incrementato notevolmente la pressione su risorse naturali e territori indigeni nel Paese. La risposta del governo nazionale è stata quella di irrigidire le politiche conservatrici mantenendo un modello capitalista esportatore che si alimentata attraverso l’espansione delle attività estrattive (mineraria, idrocarburi e monoculture), la costruzione di infrastrutture (per l’esportazione) e grandi progetti per la produzione energetica, invadendo territori indigeni, parchi nazionali e riserve naturali. Fino all’anno 2016, la perdita forestale in favore dell’espansione agricola nel paese ha raggiunto un totale di 6.801.302 ettari (CIPCA); l’obiettivo fino al 2025 è di incrementare di un altro 60% le aree soggette al disboscamento fino a raggiungere i 9 milioni di ettari. Secondo la Càmara Agropecuaria del Oriente (CAO) e altre organizzazioni agroindustriali l’espansione agricola potrebbe raggiungere i 15 milioni di ettari. Inoltre, dal 2017, l’Autoridad de Fiscalización y Control Social de Bosques y Tierra (ABT) ha attivato sette “complessi produttivi/cluster” di allevamento e agricoltura intensivi (allevamenti intensivi nel Beni, nella Chiquitanía-Pantanal e nel Chaco; complessi forestali nell’Amazonía e nella Chiquitanía; complessi di piantagioni commerciali e agricoltura intensiva a Santa Cruz e nel nord amazzonico) e altre tre aree nel dipartimento del Beni (nordest, nordovest e sudest) esclusivamente per l’ampliamento della frontiera agropecuaria. Secondo il Piano di Sviluppo Sociale (2016-2020), il potenziamento del settore agropecuario nell’economia boliviana deve concentrarsi nell’incremento dei rendimenti e della produttività: la trasformazione degli attuali sistemi produttivi, nell’occidente così come nell’oriente del paese, verso sistemi più sostenibili e con un maggiore sviluppo tecnologico, risulta essere prioritaria per soddisfare le necessità del mercato interno e per espandersi verso il mercato delle esportazioni. Una delle maggiori sfide del periodo è relazionata alla necessità di rendere la crescita del settore agropecuario un sostegno alla diversificazione economica e produttiva, instaurando sistemi sostenibili ed in armonia con la Pachamama, che garantiscano le capacità di rigenerazione delle funzioni ambientali e dei componenti naturali, il rafforzamento delle capacità degli stakeholders, con un focus particolare sui piccoli produttori e su pratiche di coltivazione e gestione ambientale, rispettosi dei delicati equilibri del bacino amazzonico. Allo stesso tempo, il Governo pone un’enfasi particolare sulle necessità di incrementare e migliorare le capacità dello Stato di accompagnare il settore con attività di controllo, regolamentazione e fornitura di servizi, finanziari e non. Dall’analisi, risulta fondamentale un incremento delle aree dedicate all’agricoltura ed all’allevamento per migliorare sostanzialmente l’offerta alimentare nel Paese, orientando la produzione verso un rafforzamento delle capacità dei piccoli produttori e stimolando sistemi produttivi più efficienti per soddisfare la domanda di consumo interna e dei mercati esteri. Tutto ciò, attraverso la promozione di interventi che stimolino l’utilizzo di pratiche e sistemi più efficienti e integrati e di tecnologie che conservino le risorse naturali. Allo stesso tempo, il modello di gestione delle risorse naturali deve facilitare una gestione sostenibile, appoggiare la commercializzazione e ridurre le disuguaglianze nella distribuzione delle entrate derivanti tra i differenti attori. È evidente che la Bolivia vive un momento particolare in termini produttivi e di sviluppo, in quanto le politiche governative favoriscono il consolidarsi del settore agroindustriale e dell’agro-business attraverso un modello che favorisce l’estrattivismo predatorio delle risorse naturali a scapito dell’economia familiare-comunitaria indigeno contadina.
ECUADOR La proposta della sovranità alimentare ha trovato una traduzione istituzionale nelle Carta costituzionale dell’Ecuador che ha voluto promuovere un approccio alternativo alle politiche neoliberiste affermando nuovi principi di organizzazione sociale. In Ecuador anche grazie all’azione di quattro gruppi federati a Via Campesina la sovranità alimentare è divenuta una priorità politica che ha generato la Mesa Agraria ovvero uno spazio di concertazione entro la quale la questione agraria è stata ripensata in un’ottica collettiva: la battaglia non è più quella per l’inclusione dei contadini nel modello agrario dominante attraverso la modernizzazione e l’aumento della produttività ma aspira piuttosto ad una transizione agroalimentare che possa essere alternativa a quelle delle politiche neoliberiste. Le riflessioni maturate entro la Mesa Agraria hanno trovato spazio all’interno della Carta Costituzionale Ecuadoriana che è peraltro una delle Costituzioni più innovative a livello mondiale; al suo interno la sovranità alimentare diviene uno dei diritti del buen vivir ed un obbligo dello Stato, un caposaldo strategico per lo sviluppo, uno strumento per la messa in discussione della matrice produttiva grazie alla quale la natura, la cosmologia dei popoli indigeni trovano il loro spazio nel diritto al cibo. Il concetto di sovranità alimentare è quindi fortemente sentito in Ecuador però, se le azioni dei movimenti sociali contadini hanno permesso la costituzionalizzazione del concetto maturato entro Via Campesina, la sua realizzazione pratica si scontra con gli interessi dei gruppi economici agroindustriali ed è divenuto terreno di disputa per l’intera società. Il Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio (da qui in avanti FEPP) – principale partner locale ecuadoriano della presente proposta progettuale – è una fondazione privata senza scopo di lucro nata negli anni ’70 su iniziativa della Conferenza Episcopale Ecuadoriana per dare risposta alle parole di Paolo VI. Nella enciclica Populorum Progressio, lo stesso papa richiamava infatti alla creazione di un fondo comune per assistere i più poveri nella prospettiva di uno sviluppo solidale dell’umanità. Diretto fin dall’inizio dall’italiano Bepi Tonello, il FEPP dal 2000 si è costituito come ‘Gruppo Sociale’ e coordina le attività di diverse imprese sociali e cooperative che condividono principi, valori, metodologie e destinatari. È al servizio degli uomini e delle donne delle comunità rurali, degli indigeni, degli afro-ecuadoriani, dei montubios, dei meticci, delle persone che vivono nelle periferie delle città, promovendo la costituzione di associazioni e cooperative. Nonostante l’Ecuador abbia fatto grandi passi in avanti negli ultimi vent’anni, come abbiamo visto persistono condizioni di difficolta nelle aree periferiche e rurali del Paese. Conclusione In tutte le Provincie di intervento risulta evidente la presenza storica e ancora attuale di monoculture (spesso orientate all’esportazione), latifondi o comunque grandi appezzamenti di terra che lasciano grandi superfici incolte o destinate a produzioni industriali. Il valore aggiunto dal singolo lavoratore all’agricoltura nei due paesi d’intervento risulta tra i più bassi della Regione (il più basso per la Bolivia), e questo dimostra quanto ancora sia necessario intraprendere programmi volti a valorizzare la produttività dei singoli contadini nel rispetto della sostenibilità economica, sociale ed ambientale dell’intero processo. Nonostante la realizzazione, negli ultimi decenni, di programmi e interventi che permettessero ai contadini di riscattare o acquistare terre comunitarie indigene o piccoli appezzamenti, persistono ancora forti disuguaglianze nella distribuzione dei terreni e nella capacità di mettere a coltura e di migliorare la resa agricola dei campi dei piccoli proprietari nelle comunità rurali e indigene. Ne consegue una estrema fragilità dei piccoli produttori e delle stesse comunità indigene nell’utilizzare in maniera efficace e sostenibile i terreni a disposizione. I bassi livelli di alfabetizzazione e il difficile accesso ai programmi di formazione per le persone che vivono nelle comunità rurali comportano maggiori difficolta nella promozione dei propri prodotti, i quali non possono competere con il mercato della grande distribuzione. Queste difficoltà spingono i giovani a trascurare il lavoro nel settore agricolo, spesso per trasferirsi nelle aree urbane, finendo in contesti marginali e a rischio. L’abbandono dei territori comunitari indigeni e il riassorbimento dei piccoli appezzamenti di terra nelle mani dei grandi proprietari terrieri, oltre a provocare una perdita delle caratteristiche culturali ancestrali e difficolta a promuovere attività agro-turistiche nella zona comporta gravi conseguenze sulla qualità e sui diritti dei lavoratori. Altro elemento sul quale risulta importante intervenire è quello del rafforzamento delle misure di protezione dell’ambiente naturale, essendo i terreni a rischio di sfruttamento intensivo, a scapito dei sistemi di produzione e gestione sostenibile. I principali bisogni delle popolazioni che vivono queste zone riguardano la mancanza dei servizi di base, una formazione scolastica inadeguata, un difficile accesso alle risorse finanziarie, fonti di lavoro e mezzi di produzione insufficienti e poca incidenza a livello politico. Le innovazioni delprogetto sono: – Il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie di contadini in difficoltà, con una particolare attenzione alle minoranze etniche (indigeni e afro-ecuadoriani), alle donne e ai giovani che vivono nelle comunità rurali e nelle periferie attraverso il rafforzamento delle attività produttive delle famiglie di contadini, supportando le loro attività in ciascuna fase della catena di valore: dalla produzione, alla trasformazione e commercializzazione, la progettazione; – Facilitare l’accesso ai programmi di formazione; – Contribuire con attività di sensibilizzazione a promuovere modelli di agricoltura sostenibili. L’omogeneità del progetto viene garantita dalla metodologia d’intervento adottata dai partner locali, volta a promuovere e supportare le attività produttive e ad appoggiare le comunità rurali di contadini in difficoltà economica per dare loro strumenti che possano dare sostenibilità alle produzioni agricole, attraverso progettualità di cooperazione internazionale e decentrata. In tutte queste attività faranno da supporto gli operatori del servizio civile.
DESTINATARI DEL PROGETTO Vista la peculiarità delle sedi di progetto, che fanno riferimento agli uffici centrali e di progettazione degli interventi dei partner locali che da lì coordinano le attività sull’intero territorio rispettivamente ecuadoriano e boliviano, con un focus particolare per le aree di maggior disagio e vulnerabilità, il presente progetto ha un target di destinatari piuttosto ampio e variegato. Indigeni, contadini, donne e giovani in età da lavoro esclusi dai sistemi produttivi: come dimostrato dall’analisi del contesto, in entrambi i Paesi sede di progetto, queste sono le categorie più svantaggiate e che la maggior parte delle volte non hanno potuto beneficiare dei progressi ottenuti a livello nazionale. Troppo spesso marginalizzati ed esclusi dai processi decisionali, le popolazioni rurali indigene non riescono ad inserirsi appieno all’interno del sistema sociale ed economico dei Paesi.
Le attività intraprese dai partner locali di progetto si diramano in territori molto differenti tra loro, tra popoli e culture altrettanto differenti. Per questa ragione, in tutte le situazioni in cui è previsto un intervento da parte del presente progetto, i beneficiari sono stati individuati attraverso un attento lavoro di coordinamento e consultazione con le popolazioni e le autorità locali, così da garantire l’effettiva individuazione dei soggetti presso cui un’azione possa essere il più efficace possibile.
Sono destinatari del progetto: – circa 2300 contadine/i appartenenti a comunità indigene e non, piccoli produttori o appartenenti a comunità territoriali, delle aree rurali e/o marginali dell’Ecuador, nelle 10 province in cui lavora il FEPP (Coca, Cuenca, Esmeraldas, Guaranda, Ibarra, Lago Agrio, Latacunga, Loja, Portoviejo, Riobamba) – Circa 1200 contadine/i appartenenti a comunità indigene e non, piccoli produttori o appartenenti a comunità territoriali, delle aree rurali e/o marginali e periferiche della Bolivia, nei 5 dipartimenti in cui opera direttamente l’IPDRS (Chuquisaca, Cochabamba, Tarija, Potosí, Pando)
PRECEDENTE ESPERIENZA DELL’ENTE PRESSO CUI SI REALIZZA IL PROGETTO NEL PAESE Gondwana Associazione di Cooperazione e Diplomazia Popolare ha una decennale esperienza di interscambio e di supporto ai progetti in Sud America e, dal 2001, contribuisce – sia direttamente che attraverso i suoi partner – a selezionare i volontari inviati nella regione, ad ospitare in Italia giovani e rappresentanti dei partner locali e a sviluppare progetti di cooperazione decentrata. L’esperienza di Gondwananel paese iniziagià negli anni ’90, quando, con la denominazione Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo, è associata alla ONG CICa – Comunità Internazionale di Capodarco -, curandone la parte riguardante i giovani e il volontariato, e quando alcuni suoi soci partecipano attivamente al sostegno delle progettualità, allo scambio e alla promozione di attività a favore di minori. In particolare tra il 1998 e il 2001 si intensifica la cooperazione attraverso un progetto plurisettoriale finanziato dall’Unione Europea e portato avanti insieme alla CICA, che ha come Vicepresidente Rossano Salvatore, socio fondatore di Gondwana, e come coordinatore, prima volontario poi cooperante in loco, Gianni Tarquini, attuale Presidente di Gondwana, selettore e formatore del CESC Project, esperto in cooperazione internazionale. Gondwana ha inoltre una esperienza consolidata nel campo della cooperazione decentrata, avendo realizzato molti progetti a sostegno delle fasce più deboli della popolazione e diversi programmi di sviluppo, sia in Africa che in sud America, soprattutto in Ecuador. I progetti di cooperazione decentrata sono stati attivati principalmente con le Province Autonome di Trento e Bolzano, con la Provincia di Roma e con la Regione Lazio.
ECUADOR In Ecuador sono state supportate progettazioni per la costruzione e l’implementazione di alcune case famiglia ad Ibarra (negli anni 2004 – 2008), per l’ottenimento del comodato da parte del Consiglio Provinciale di Imbabura del Parco turistico di Yuyucocha (dal 2002) e per la presenza di volontari internazionali nello stesso. Dal 2009 è stato sostenuto un progetto all’interno del FIE – Fondo Italo Ecuadoriano – a cui ha aderito la Fundaciòn Cristo de la Calle e che ha permesso l’inizio della produzione presso la Fattoria che finanzia le case famiglia di Ibarra, situata in Lita. Lo stesso FEPP, nostro partner locale ha già dato un suo contributo attraverso consulenze gratuite della sua equipe. L’acquisto della Fattoria da parte di Cristo de la Calle – la controparte che ha anche permesso di usufruire dei fondi per la start up del progetto FIE – è stato realizzato grazie a una raccolta fondi in Italia, alla quale hanno aderito diversi volontari che avevano conosciuto le attività in Ecuador. Dal 2012 si è deciso di rafforzare la cooperazione e dal 2015 di elaborare nuovi progetti per inviare degli operatori in Servizio Civile proprio ad Ibarra, viste le richieste dei nostri partner locali e le necessità riscontrate, dovute principalmente all’aumento dei minori colombiani richiedenti lo status di rifugiati, sprovvisti di protezione e senza servizi basici. Dalla lunga esperienza pregressa era così nata l’idea di elaborare un progetto multisettoriale in altre aree. Nel 2015 è stata realizzata una missione, da parte del Presidenete del C.E.S.C. Michelangelo Chiurchiù e da Gianni Tarquini per monitorare al meglio le necessità e le eventuali attività da destinare ai volontari in Servizio Civile. Nello stesso anno sono stati elaborati anche i progetti di Servizio Civile “Bambini Liberi ai Piedi delle Ande” e “Gente Sentipensante”, entrambi approvati dall’UNSC, che hanno permesso la partenza di 8 giovani in totale tra Settembre e Ottobre del 2016. Nello stesso anno è stato poi elaborato un progetto per i Corpi Civili di Pace, in consorzio con FOCSIV, a favore dei rifugiati in fuga dal conflitto colombiano: così a giugno 2017 sono partiti per l’Ecuador due operatori. Da Settembre 2017 sono poi partiti altri 2 progetti: a. “Dalle Ande all’Amazzonia”, in collaborazione con il FEPP– Fondo Ecuadoriano Populorum Progressio (partner del presente progetto) e con 10 giovani; b. “Una casa alla metà del mondo” con 6 giovani a supporto della Fundaciòn Cristo de la Calle; sempre a supporto della Fundación è partito un terzo contingente, con 2 giovani, a gennaio 2018 con il progetto “Comunità Resilienti”. A gennaio 2019 sono stati avviati i progetti: “Un granito de arena”, con 8 giovani, e “Educazione e sviluppo rurale tra le Ande all’Amazzonia” (con il FEPP), con 12 giovani. All’inizio del 2020 (avvii di gennaio e febbraio) sono partiti altri 22 giovani operatori, che interverranno nelle sedi del FEPP attraverso i progetti “Con los pies en la tierra” (16 volontari) e “Practicando solidaridad” (8 volontari) e altri 10 che supporteranno altri partner nel paese (progetto “Mano a mano”), purtroppo rientrati a metà marzo a causa del COVID. A fine 2015 è iniziato poi un progetto di Cooperazione Decentrata triennale (2016-2019) di supporto alla Finca (fattoria agricola ed eco-turistica) di Lita/Cachaco, grazie all’iniziativa di Gondwana. Il progetto approvato e cofinanziato dalla Provincia di Trento (PAT) vede il coinvolgimento e il supporto di diverse altre realtà – come Comunità Solidali nel Mondo, il Convento di Sant’Ubaldo di Gubbio e altre realtà eugubine –attraverso una metodologia d’intervento basata sull’animazione del territorio, sulla produzione agro-ecologica e l’allevamento di qualità, a supporto dei giovani in uscita dalle case famiglia. Attualmente sono già attive: la produzione di cacao e caffè biologici, le piante da frutta, l’allevamento di mucche, vitelli e polli, l’avvio di un polo eco-turistico, per l’inserimento socio-lavorativo dei giovani in difficoltà. Nel 2017 l’8Xmille della Chiesa Valdese ha approvato un cofinanziamento per un progetto di cooperazione di Gondwana per supportare le attività di sviluppo rurale del FEPP, realizzato tra fine 2017 e il 2018. A metà del 2018 è iniziato un ulteriore progetto di sviluppo rurale triennale (2018-2021), tuttora attivo, “Tierra, trabajo y pan”, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento che interviene in 3 delle Province del presente progetto (Imbabura, Carchi, Chimborazo). Nel 2020 sono stati approvati altri 2 progetti: da parte della Regione Trentino Alto Adige “Una casa per tutti” per costruire una nuova casa famiglia per i bambini della Fundaciòn Cristo de la Calle di Ibarra e un intervento per realizzare un sistema idrico a nord della provincia di Imbabaura; progetto in consorzio con Terre Madri onlus, finanziato dall’8xmille valdese e che sarà cogestito dal FEPP Ibarra. I due progetti saranno attivi e realizzati nel 2021. I giovani del presente progetto andranno ad incrociare, ed in parte a supportare, alcune delle attività e dei progetti di cooperazione decentrata: sia in quelli già avviati che in quelli ancora da attivare. Per le attività di cooperazione allo sviluppo comunitario sono già state messe a disposizione del progetto le consulenze di Gianni Tarquini, in missione due volte ogni anno e di Raffaella Nucci – nel 2016. La stessa Nucci è stata poi impegnata nel progetto da novembre 2016 a marzo 2017 grazie alla sinergia del programma Torno Subito. Lo stesso programma ha permesso la presenza di altri due ricercatori, Valerio Pignanelli e Alessandro Rossi, da febbraio a maggio 2017, che hanno realizzato studi nella Finca per programmare uno sviluppo sostenibile ed efficace delle attività produttive, provenienti dall’esperienza di collaborazione del CESC con l’Università Roma 2 di Roma, Tor Vergata, cattedra del prof. Luigi Corvo -Ricercatore e Professore in Social Entrepreneurship and Innovation e di Public Management – e nel MasterLAB “Lavorare nel non profit” 2016-2017. Altri 4 ricercatori: Lorenzo Artibani, Marco Biazzo, Arianna Arienzo, Giorgia Mangani, sempre provenienti dal gruppo del prof. Corvo e supportati dalla borsa di studio Torno Subito, hanno trascorso 6 mesi a testa tra Ottobre 2016 e Luglio 2017 per studiare i progetti di sviluppo rurale del FEPP, analizzando l’approccio proprio dell’Economia Solidale, valutando e progettando interventi possibili di formazione, promozione e cooperazione con il territorio. Gli studi, il lavoro e il materiale prodotto dalle controparti locali, dagli interscambi e consulenze degli ultimi 4 anni danno solidità alle attività di cooperazione decentrata e al supporto delle attività dei giovani in Servizio Civile del presente progetto.
BOLIVIA A partire dal 2014 è stato deciso di valutare la realizzazione di progetti anche in Bolivia, il paese più povero del subcontinente. Il CESC Project si è avvalso della conoscenza di precedenti progetti realizzati dall’Associazione Terre Madri Onlus, ed ha realizzato una serie di missioni di interscambio e valutazione già dal 2010 avvalendosi della sua associata Gondwana promotrice del presente progetto. Tra gli enti coinvolti presenti sul territorio è risultata particolarmente attiva l’Asociación Mujeres en Acción Bolivia (AMAB), che aveva già portato a termine con buoni risultati due progetti con Terre Madri Onlus entrambi a sostegno delle donne rurali e indigene del paese: un primo progetto cofinanziato dalla Provincia di Roma nel 2009 e un secondo sostenuto dalla Tavola Valdese nel 2011. A partire da questa esperienza molto positiva sono così iniziati scambi di informazioni e documentazione con l’intenzione di avviare un progetto di Servizio Civile nel territorio di Huatajata e finalmente nel 2015 è stata accreditata la sede operativa di Huatajata. Nel 2016 è terminato l’iter di accreditamento e si è deciso di realizzare una missione di confronto per visitare direttamente i luoghi, parlare con l’equipe di lavoro e con i destinatari del possibile progetto di servizio civile. Tra agosto e settembre 2016 è stata realizzata la missione da parte di Gianni Tarquini (presidente dell’Associazione Gondwana). La valutazione è stata molto positiva ed è cresciuto l’auspicio per la concretizzazione di un progetto di servizio civile. Queste premesse hanno portato all’approvazione e alla realizzazione del progetto, dal titolo “Con le donne aymara”, realizzato tra settembre 2017 e settembre 2018 che ha visto la presenza di quattro Operatori del Servizio Civile. L’esperienza è stata giudicata molto positivamente, è stato replicato un progetto sia nel 2019, “Sul cammino del Buen Vivir”, che ha riorientato di poco l’intervento, che nel 2020, “Storie di comunità”, che ha incluso azioni di supporto ai disabili e di agricoltura sociale; inoltre tutti gli elementi identificati nella fase pre-progettuale appaiono ad oggi sempre più solidi e di interesse per gli enti coinvolti e per questo si ritiene molto importante garantire la continuità di un supporto reciproco per il raggiungimento degli obiettivi attraverso il presente progetto. Durante il corso del 2018, tramite il supporto dell’AMAB, Gondwana e CESC Project hanno ampliato la loro rete di contatti e conosciuto nuove realtà sul territorio boliviano, in particolare nella città di La Paz, con la Fundación Paulo Freire che da anni opera nei quartieri marginali di San Pedro, con l’Asociación de Inclusión Social para Personas con Discapacidad (ASISDIS), e di Pampahasi, con la Comunidad Autogestión Área Cedin II e con l’Asociación de Centros de Madres del Macro Distrito 3 y 4 de la Ciudad de La Paz. CESC Project e Gondwana hanno inoltre supportato l’avvio del programma sperimentale “Torno Subito”, della Regione Lazio, di appoggio alle attività in Bolivia e per incrementare la presenza di Gondwana nel Paese. Nel 2018 è partito per il paese il primo giovane che ha realizzato una work-experience di sei mesi, iniziando una serie di proficue collaborazioni con l’Istituto para el Desarollo Rural de Sur America (IPDRS) e con il Centro de Investigación y Promoción del Campesinado (CIPCA). Inoltre, nel 2019 Gondwana ha avviato un progetto di ampliamento della panetteria del CEP di Huatajata e una serie di corsi di formazione per le donne locali finanziato dalla Tavola Valdese con il supporto dell’Asociación Mujeres en Acción.
Gondwana, oltre all’esperienza consolidata in Ecuador, in Bolivia e nelle Province d’intervento, collabora fin dalla sua fondazione con il CESC, e dal 2008 direttamente progetti di Servizio Civile in Brasile, dal 2009 in Argentina, dal 2012 in Tanzania, dal 2016 in Uruguay e in Ecuador, dal 2017 in Bolivia. In America Latina ha inoltre ulteriore esperienza decennale in progetti di volontariato e cooperazione internazionale nei settori dell’educazione, promozione culturale e sviluppo rurale. Nel continente africano Gondwana ha realizzato un progetto di riabilitazione comunitaria, tra il 2012 e il 2015 in Tanzania nella Regione di Njombe.
PARTNER ESTERI FEPP – Fondo EcuatorianoPopulorumProgressio È una delle maggiori ONG ecuadoriane. Nata nel 1970, é una fondazione civica con finalità sociali, senza scopo di lucro. É nata dall’ispirazione suscitata dall’Enciclica PopulorumProgressio, con spirito ecumenico, che aveva l’obiettivo di creare un “fondo comune” per assistere i poveri e per promuovere uno “sviluppo solidale dell’umanità”. Il FEPP è stato riconosciuto dalle Istituzioni come ente di pubblica utilità, lavorando a fianco di uomini e donne contadini, indigeni, afro-ecuadoriani, montubios, meticci, popolazione urbana marginale e poveri. Supporta gli sforzi di questi gruppi sociali per il miglioramento organizzativo ed educativo, l’accesso alle risorse finanziarie, nella possibilità di impiego e nell’utilizzo dei mezzi per la produzione, la trasformazione, la commercializzazione, la salvaguardia ambientale, l’uguaglianza di genere, la partecipazione alla vita politica, il benessere e contribuendo così a condizioni di vita più umane. Nel corso della sua storia ha raggiunto circa 140.000 famiglie e più di 550.000 persone. Da settembre 2017, per due anni, il FEPP ha ospitato in totale 42 giovani in Servizio Civile (progetto “Dalle Ande all’Amazzonia” nel 2018 ed “Educazione e Sviluppo Rurale tra le Ande e l’Amazzonia” “Con losPies en la Tierra” e “Practicando Solidaridad”). E’ inoltre partner di Gondwana in 5 progettualità di cooperazione internazionale finanziati da enti italiani.
FUNDER – Escuela de Formación Approvata dal Ministero dell’Educazione nel 2003 come centro occupazionale, nel 2009 viene riconosciuta come Fondazione Educativa. Promuove la formazione di oltre 3.000 giovani all’anno. Il 60% dei partecipanti ottiene un lavoro retribuito presso imprese familiari o comunitarie. Le sue linee d’azione sono: – Agricoltura e allevamento. – Agroalimentare. – Artigianato. – Edilizia. – Amministrazione aziendale.
Si è specializzata in corsi a distanza sullo sviluppo locale e l’economia popolare e solidale. Vuole promuovere una scuola e un istituto a distanza per gli emigranti ecuadoriani. Ha uffici aperti in Spagna, Italia e Belgio. Durante gli ultimi anni ha già incontrato le attività degli operatori in Servizio Civile di Gondwana, che hanno avuto modo di partecipare ai programmi di formazione mettendo a disposizione le proprie conoscenze e la propria esperienza.
CAMARI – Comercializadora solidaria Organizzazione che cura la commercializzazione e l’esportazione dei prodotti per conto del Grupo Social FEPP. Nata all’inizio degli anni ’80, Camari ha aperto negozi (tiendas) in varie città dell’Ecuador e nel 1991 ha costituito un sistema centralizzato di gestione dei punti vendita e di sostegno ad altre tiendas non socie. La vendita nei canali del commercio equo e solidale è iniziata nel 1986 con l’artigianato e si è poi estesa agli alimentari nel 1996. Camari sostiene i produttori in tutte le loro attività offrendo un collegamento diretto al mercato senza intermediari. Permette l’accesso al mercato internazionale e promuove pratiche etiche e sostenibili nella produzione e nella vendita. Fa parte della rete di altromercato, impresa sociale e principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia.
IPDRS – Istituto Para el Desarollo Rural de Suramerica Nato nel 2009 per promuovere sinergie ed azioni di sviluppo rurale su base contadina indigena nella regione sudamericana con la mission di contribuire a migliorare le condizioni teoriche, politiche e tecniche per lo sviluppo rurale in Sudamerica. Realizza progetti, consulenze, analisi e servizi di capacity building nelle aree rurali sudamericane attraverso tre linee di intervento: ricerca, comunicazione e apprendimento multidisciplinare (interaprendizaje). Suo obiettivo strategico è di formare un numero crescente di dirigenti contadini, indigeni, afro-discendenti, attivista e professionisti, in grado di generare nuove correnti di pensiero e azione sullo sviluppo rurale di base contadina indigena, adeguate al cambio di contesto locale, regionale e globale. A tal fine, facilita contatti, interscambi di informazioni e spazi fisici e virtuali di dialogo sullo sviluppo rurale in Sudamerica, principalmente attraverso portali web e differenti reti; mette in pratica un modello organizzativo sostenuto da una struttura limitata di base fisica e da ampli anelli concentrici di base virtuale; include la prospettiva regionale sudamericana come valore aggregato permanente ai lavori di analisi e agli studi applicati rispetto a diverse aree di sviluppo rurale; focalizza permanentemente il suo lavoro nella popolazione contadina dedita alla piccola produzione agropecuaria come soggetto economico e sociale privilegiato nelle politiche di sicurezza alimentare della regione. CIPCA – Centro de Investigación y Promoción del Campesinado Nasce come un’organizzazione dipendente dalla Compagnia di Gesù e dal 1987 in poi, entrò in un processo di istituzionalizzazione, come un’organizzazione più stabile, con relazioni più formali e con l’impegno politico di assicurare che la popolazione contadina e indigena della Bolivia occupasse il posto che le spetta nella struttura economica e politica del paese. Nel 1994 divenne un’organizzazione autonoma senza scopo di lucro. I temi del lavoro del CIPCA sono lo sviluppo rurale: economia contadina indigena, organizzazione e leadership; terra, territorio e risorse naturali; diritti dei popoli indigeni, genere, interculturalità, partecipazione sociale e politica. Negli ultimi anni, il CIPCA ha lavorato intensamente con le organizzazioni contadine indigene per aiutarle a diventare attori rilevanti nel processo di cambiamento legale e sociale del paese. Ha anche sviluppato capacità di difesa delle politiche pubbliche a favore della popolazione contadina indigena. Il CIPCA ha attualmente un ufficio di direzione generale a La Paz, e sei uffici regionali: CIPCA Altiplano, CIPCA Cochabamba, CIPCA Cordillera, CIPCA Santa Cruz, CIPCA Beni e CIPCA Norte Amazónico. |
OBIETTIVO DEL PROGETTO: Garantire il benessere economico, sociale ed ambientale a gruppi di contadini e piccoli produttori in Ecuador e Bolivia. Il progetto contribuisce agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del programma in cui è inserito, il 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile e il 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo, in quanto solo garantendo il benessere di contadini e piccoli produttori e la valorizzazione delle culture indigene locali, sarà possibile rendere veramente inclusivi e sostenibili i sistemi produttivi e garantire la sicurezza alimentare di tutti e ovunque. Grazie al lavoro già avviato da Gondwana e dai partner locali, sarà possibile supportare un’azione diretta a favore dei contadini e delle minoranze etniche delle province coinvolte, in particolare attraverso il conseguimento ditre obiettivi specifici:
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RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI: |
AZIONE | ATTIVITÀ DEL PROGETTO | ATTIVITÀ PREVISTA PER GLI OPERATORI SCU |
AZIONE 1 Supporto alla produzione agricola e implementazione di tecniche e pratiche sostenibili di produzione e consumo
| Implementazione e gestione dei progetti in corso | Supportare i tecnici nelle attività di implementazione dei progetti in corso (workshop, riunioni, eventi, raccolta di dati). |
Raccolta e analisi dati | Partecipazione a incontri comunitari, interviste, studi, report e analisi dei dati raccolti | |
Supporto alle attività produttive | Accompagnare i beneficiari nelle attività di raccolta, immagazzinamento, conservazione e commercializzazione dei prodotti. | |
Organizzazione corsi pratico-formativi | Supportare nell’elaborazione e nella somministrazione di cosi formativi su pratiche di gestione produzione sostenibile, anche attraverso il ricorso a strumenti di formazione online | |
Elaborazione di nuove proposte progettuali | Supportare nelle fasi di identificazione e formulazione di nuove proposte progettuali (ricerca di bandi, stesura dei progetti, raccolta di dati). | |
AZIONE 2 Appoggio organizzativo e gestionale per gruppi di piccoli produttori agricoli e associazioni di contadini
| Raccolta dati e materiale promozionale | Accompagnare i tecnici del nelle attività di supporto alle organizzazioni di contadini (modelli di gestione, analisi dei dati ecc.). |
Miglioramento dei canali di comunicazione | Supportare nella raccolta di contenuti, dati, elementi culturali, dettagli sui prodotti da diffondere o da commercializzare. | |
Produzione di materiale di comunicazione | Supportare nella realizzazione e gestione di siti web e social network (Facebook, Instagram, Twitter). | |
Rafforzamento delle strutture organizzative e dei modelli gestionali | Supportare nell’elaborazione di volantini, brochure, loghi, etichette. | |
Organizzazione eventi | Supportare nella realizzazione e organizzazione di riunioni, manifestazioni ed eventi. | |
AZIONE 3 Promozione e formazione sui temi dello sviluppo rurale sostenibile, del rispetto dell’ambiente, accesso alla terra, ecc. | Raccolta, analisi e divulgazione dati e materiali | Analisi e raccolta dati e supporto nella divulgazione dei risultati |
Preparazione e realizzazione di corsi di formazione (anche online) | Supportare nella realizzazione e nella gestione di corsi formativi, anche online | |
Produzione di materiale informativo, formativo e promozionale (pubblicazioni, articoli, report, ecc.) | Preparazione e raccolta materiali informativi e divulgativi; supporto nella realizzazione di pubblicazioni, studi di caso, e nella creazione di database | |
Eventi di informazione e sensibilizzazione | Supportare nella preparazione e gestione di eventi di sensibilizzazione su tematiche ambientali, sociali, diritti, ecc. |
SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia
Sedi di attuazione del progetto all’estero
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POSTI DISPONIBILI, VITTO E ALLOGGIO E RELATIVE MODALITA’: I 7 volontari saranno ospitati in strutture gestite e organizzate dai partner locali in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, non lontane dalle sedi di servizio e all’interno delle quali avranno garantiti i pasti giornalieri. |
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI: Giorni di servizio settimanali ed orario Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio.
Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi.
Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet.
Eventuali particolari condizioni ed obblighi Sono previsti orari flessibili, trasferimenti e a volte pernottamenti in sedi decentrate, spesso rurali, del progetto o presso i destinatari. I giorni di attività sono 5 a settimana, dal lunedì al venerdì, con riposo il sabato e la domenica, ma non si esclude che sarà richiesta una disponibilità in giorni festivi per attività previste (es. fiere contadine, lavoro comunitario). Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per un’organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità: • Flessibilità oraria dei turni di servizio; • Guida degli automezzi messi a disposizione dell’ente per chi è in possesso di patente, corredata di patente internazionale; • Disponibilità, se necessario, di prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti; • Disponibilità ad effettuare servizi e/o trasferimenti e/o periodi di soggiorno fuori sede, in accordo e debitamente autorizzati dal DPGSCU, in occasione di eventi e laboratori sul campo; • Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali; • Stile di vita essenziale; • Disposizione alla vita di comunità (co-gestione dello spazio abitativo, preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali) anche con i locali. Disponibilità a frequentare un corso di spagnolo, qualora non si conosca a fondo la lingua e lingue locali
Particolari condizioni di disagio Benché le condizioni dei territori in cui presteranno servizio i volontari siano critiche rispetto alla povertà piuttosto diffusa e al disagio sociale che ne deriva, non si evidenziano particolari rischi data la connessione e assoluta integrazione dei partner sul territorio e il forte contatto con la comunità che ne conosce e supporta l’operato. È comunque buona prassi che i volontari seguano, in particolare nel tempo libero, comportamenti consigliati durante il percorso formativo (evitare di rientrare tardi la sera se si è da soli, esentarsi assolutamente dall’uso di droghe o alcool, non indossare abbigliamento di marca o portare oggetti preziosi, avere un comportamento sobrio nei rapporti interpersonali…). La maggior parte dei rischi sono facilmente ridimensionabili se si considera che nello svolgimento delle attività previste dal progetto, i volontari saranno costantemente affiancati dal personale locale. Per quanto riguarda il servizio che dovranno svolgere gli operatori volontari e il loro luogo di residenza, non sono state riscontrate particolari situazioni di disagio. Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, è possibile che condividano la casa con dei referenti locali o equipe del progetto e che vengano alloggiati in stanze multiple; il vitto viene preparato collettivamente o nelle case dove i volontari sono alloggiati, tuttavia è possibile seguire diete o alimentazioni particolari in quanto nelle città sedi di progetto è commercializzato qualsiasi tipo di prodotto alimentare o di altro genere. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Proprio in questa ottica ai volontari verranno proposte attività di manutenzione, riciclo e ristrutturazione dei beni comuni. Il collegamento internet è presente in tutte le sedi ma non sempre garantisce una navigazione particolarmente veloce. Una situazione di disagio potrebbe essere relazionata all’altitudine del luogo in cui si vivrà, in quanto le tre sedi di progetto di trovano oltre i 2000 m.s.l.m. (La Paz raggiunge una media di 3.840 m.s.l.m.). A questa altitudine si potrebbero riscontrare alcune difficoltà di adattamento fisico e di affaticamento derivante dalla minore presenza di ossigeno nell’aria. In questo senso si chiede di fare attenzione se si avessero problemi di tipo digestivo e soprattutto di circolazione sanguigna. Eventuale assicurazione integrativa Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa. |
DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE: La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio. La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto. Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato. |
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI: Attestazione specifica che indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato. |
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
MODULI IN PRESENZA
Sede di realizzazione
Roma: Via Lungro 1, e presso le sedi di attuazione del progetto all’estero.
Moduli della formazione
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)
Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto (8h)
Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale (6h)
Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale (6h)
Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro (6h)
Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale (8h)
MODULI E CONTENUTI IN E-LEARNING
Modulo 7: Educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile (35 h)
Durata: 72 ore.
TITOLO DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO: 2021 Cooperazione e sviluppo rurale in Ecuador e Bolivia |
OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE Obiettivo 2:. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo e che interviene a favore di popolazione povera rurale dei Paesi coinvolti. |
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA: Recupero e valorizzazione delle piccole comunità e sviluppo di quelle rurali anche attraverso l’utilizzo degli strumenti dell’agricoltura sociale |
PER INFORMAZIONI
E-mail: estero@cescproject.org
Sportello telefonico Infobando:
Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.00
Martedì – Giovedì: 14.00 – 16.00
Tel: +39 3516881486