Ecuador
SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA
TITOLO DEL PROGETTO: IL SAPERE DELLA TERRA: PER LO SVILUPPO RURALE SULLE ANDE |
SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi. |
DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI |
Il progetto “Il sapere della terra: per lo sviluppo rurale sulle Ande” è rivolto a piccoli produttori, famiglie di contadini e comunità indigene o marginalizzate in difficoltà. Supporterà interventi di sviluppo negli ambiti del: · Sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli e promozione di modelli sostenibili di produzione. · Supporto alle associazioni rurali su aspetti di progettazione, comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo. · Sostegno ad un’educazione di qualità, equa ed inclusiva. · Promozione e progettazione riguardanti la cultura locale su base ruraleecomunitaria. · Promozione di una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il progetto è inserito all’interno del programma SCU “2021 Inclusione, educazione e sviluppo rurale in Ecuador e Bolivia” che basa la sua azione rispetto al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili (ODS) 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile e 4. Fornireun’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti, 10. Ridurre le diseguaglianze all’interno di e fra le Nazionie che interviene a favore di persone fragili per sostenerle e includerle nella realtà sociale dei Paesi coinvolti. Verrà realizzato in 5 Province (4 sedi) della cordigliera andina del Paese: Imbabura e Carchi, Chimborazo, Azuay e Loja.
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO Il progetto viene realizzato in 5 province della cordigliera, da nord a sud: Carchi, Imbabura, Chimborazo, Azuay e Loja. Dal confine con la Colombia a quello con il Perù, con una omogeneità data da similitudini nella struttura produttiva, sociale, clima. Si caratterizza per i suoi imponenti vulcani e montagne, tra i più importanti il Cotopaxi e il Chimborazo. Nelle province che la compongono si possono incontrare città di grande importanza storica e turistica come Quito, Cuenca e Loja, e centri artigianali come Otavalo. Le 4 sedi di riferimento del progetto sono: Ibarra, Riobamba, Cuenca e Loja. La regione interandina presenta valli di diverse altitudini e climi. Si passa da 1.800 metri sul livello del mare nella parte più bassa a 6.310 sulla punta del Chimborazo. Imbabura è una provincia dell’Ecuador settentrionale che ha come capoluogo la città di Ibarra. Si estende su una regione montuosa (Cordigliere Orientale e Occidentale delle Ande) comprendente numerosi picchi vulcanici, tra cui il Cotacachi (4937 m) e l’Imbabura (4630 m) ed è attraversata dal fiume Mira, che ne segna anche il confine settentrionale e si estende per una superficie di 4,587 Km2. La provincia è suddivisa in sei cantoni e 42 parrocchie, delle quali 36 sono rurali e 6 urbane. Secondo il Piano di Sviluppo Territoriale 2015-2030 il 47% della popolazione vive nell’area rurale. La percentuale maggiore della superficie è ricoperta da monti e boschi, più del 40% del totale, seguita dai terreni coltivati e naturali che rappresentano il 34% del totale e infine le coltivazioni transitorie che interessano il 10% della superficie. Secondo i dati INEC del censimento della popolazione e delle abitazioni del 2010, il 25% della popolazione si autodefinisce indigeno e vive principalmente nelle zone rurali. Interessante considerare la presenza di un 5,4% di popolazione di origine africana, la quale vive principalmente nella zona che si identifica con il nome Valle del Chota e che confina a Nord con la Provincia del Carchi. Dati economici e sociali Secondo le proiezioni dell’Istituto Nazionale di Statistica[1](INEC) al 2015 conta con una popolazione di 445.175 abitanti. A livello provinciale, la popolazione giovane rappresenta il 57% sul totale, quella adulta il 35% e la popolazione anziana l’8%. Secondo il Piano di Sviluppo Territoriale 2015-2030 della Provincia diImbabura, il numero totale di persone sotto la soglia di povertà è di 214.241 abitanti, rappresentando il 54,2% della popolazione totale e a sua volta corrisponde al 3% del totale del paese. L’indice di disuguaglianza è dello 0,44 mentre la denutrizione cronica colpisce il 44% dei bambini fino ai 5 anni di età, superando di 18 punti la media nazionale che si attesta intorno al 26%. Con riferimento agli indicatori occupazionali, solo il 25% della popolazione è pienamente occupato, è invece sottoimpiegato il 71,5% della popolazione e disoccupato il 6,2%. Il 21,7% della popolazione si dedica all’agricoltura e all’allevamento. I produttori che possiedono piccoli appezzamenti di terreno (meno di 2 ettari) rappresentano la maggioranza delle unità produttive rappresentando il 91% e ricoprono appena il 24% della superficie coltivata. Le medie e piccole unità produttive, incluso quelle inferiori ai mille metri quadri, rappresentano il bacino di intervento del progetto. CARCHI Dati generali Secondo il Piano di Sviluppo Territoriale 2015-2030 la Provincia del Carchi è la più a nord del Paese e confina con la Colombia. Fa parte della regione interandina sviluppandosi tra l’area altipianica di Pasto, la valle di Chota e i fianchi esterni delle due linee montagnose delle Ande. Il Capoluogo è Tulcán. Si estende su una superfice di 3.699 Km2 con una popolazione di circa 180.000 persone (dati INEC del 2016), la maggioranza della quale vive in area rurale o piccoli villaggi. È una Provincia agricola e commerciale, sfruttando la vicinanza con la Colombia e il terreno particolarmente adatto alla coltivazione delle patate (il 40% di tutta la produzione nazionale proviene da qui) e di altri tipi di frutta e ortaggi. Dati economici e sociali La popolazione che vive sotto la soglia di povertà è pari al 57,2%, mentre la popolazione che vive in condizioni di povertà estrema (indigenza) è più del 20%. L’indice di disuguaglianza è oltre lo 0,5. Negli ultimi anni la Provincia, così come accade in Imbabura, risente del forte afflusso di migranti e rifugiati colombiani che fuggono da situazioni di conflitto o sfruttamento. Nonostante l’intervento delle Nazioni unite (UNHCR) e il supporto dello stato ecuadoriano, questa popolazione accresce le fasce di disagio sociale ed economico, aumenta le situazioni di rischio (prostituzione, regolamento di conti ecc.) ed alimenta le propensioni alla conflittualità tra cittadini di diversa nazionalità. Le azioni del progetto saranno concentrate nell’area rurale del cantone Montufar e nella Valle del Chota, dove si concentra la popolazione di origine africana che sopravvive con l’agricoltura. CHIMBORAZO Dati generali Il Chimborazoè una delle regioni interandine, storicamente rilevante per aver ospitato la prima capitale della repubblica dell’Ecuador a Riobamba, l’attuale capoluogo. Si estende per 6.400 Km2 che si sviluppano intorno alla statale Panamericana nella zona della Avenida dei vulcani. Da il nome alla Provincia il vulcano Chimborazo, la cui vetta è il luogo più lontano del pianeta del centro della terra, più dell’Everest per via dello schiacciamento dei poli. La popolazione è di 495.510 (dati INEC 2015). Il 38% indigeno si autodefinisce indigeno, il resto è comunque diretto discendente delle popolazioni originarie. Il tasso di analfabetismo, sebbene sia in calo rispetto ai dati del 2001 (19%), resta comunque rilevante nel 2010, registrando il 13,5% sul totale della popolazione. Dati economici e sociali L’economia oltre ai tradizionali prodotti andini (patate, orzo, grano, fagioli, mais) e all’allevamento di ovini e bovini, ha vissuto un tentativo di industrializzazione che vede ancora presenti alcune fabbriche di cemento, ceramica e legno. Sono presenti anche alcune miniere di un certo rilievo. Anche l’artigianato e il turismo sono presenti nella regione. Nel periodo preispanico era una delle zone più sviluppate dell’attuale Ecuador, ancora forte e visibile è la presenza di popolazione originaria che conserva tradizioni, lingua, abiti. L’indice di povertà nel Cantone di Riobamba, secondo il censimento INEC del (2010) è pari al 66,5%. AZUAY Dati generali La provincia di Azuay si trova nel sud della regione tra la cordigliera occidentale e quella orientale, che danno luogo alla formazione di valli abitate fin dall’epoca coloniale. Ha una superficie di circa 8.492,76 Km2 e un’altitudine che va dai 37 metri sul livello del mare nella zona costiera di Camilo Ponce Enriquez ai 4.482 metri sul livello del mare nel Parco Nazionale ElCajas. Nel 2010, secondo il Censimento della popolazione e delle abitazioni dell’INEC, Azuay aveva una popolazione di 712.127 abitanti, di cui il 46,6% all’area rurale. Secondo la proiezione della popolazione stimata con i dati dell’ultimo periodo per l’anno 2015 Azuay conta 810.412 abitanti. Il Programma di Sviluppo Territoriale 2015-2030 riporta un tasso di analfabetismo tra le persone di età superiore ai 14 anni nelle aree urbane del 3,7%, mentre nelle aree rurali il dato raggiunge il 12,9%, quattro volte più alto. La malnutrizione infantile presenta percentuali molto elevate, tanto che se a livello nazionale, nel 2012, tra i bambini sotto i 2 anni è stata raggiunto un tasso di malnutrizione cronica del 23,97%, nella Provincia di Azuay in questo stesso periodo si registra una percentuale che raggiunge il 30,95%.
Dati economici e sociali I settori dell’agricoltura e dell’allevamento sono costituiti da unità produttive familiari, la stragrande maggioranza dei lavoratori svolgono attività non retribuite (secondo i dati Sistema di Informazione Geografica e Agropecuaria – SIGAGRO – circa il 90%). Le attività sono rivolte all’auto-sostentamento e, in misura minore, alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti per il mercato interno. Attraverso le attività del presente progetto si vuole rafforzare questi settori. Un aspetto interessante da evidenziare è la concentrazione del terreno: Il 60% dei proprietari possiede appezzamenti inferiore ai 2 ettari, informazione che conferma l’importante presenza di piccoli proprietari nella Provincia. Purtroppo si registrano forti disuguaglianze per quanto riguarda la distribuzione delle terre, in quanto il gruppo minoritario di produttori che possiede oltre 50 ettari di terreno rappresenta il 6,4% sul totale e possiede il 60,7% della superficie totale mentre i produttori con un’area inferiore a 2 ettari occupano appena il 5% della superficie totale.
LOJA Dati generali Nel contesto nazionale, la provincia di Loja rappresenta il 4,30% della superficie totale del territorio nazionale, con una superficie di 11.065,59 km², ed è suddivisa, sotto il profilo giurisdizionale, in 16 cantoni, 78 parrocchie rurali e 24 parrocchie urbane. La popolazione, secondo i risultati del censimento 2010, è di 448.966 abitanti. La popolazione per sesso a livello provinciale è in qualche modo equilibrata, con una differenza minima tra uomini (49,2%) e donne (51,8%) della popolazione totale. La popolazione della provincia di Loja nel 2001 era per 55% rurale. La percentuale di analfabetismo è del 5,8%, del 2,4% nelle aree urbane e anche in questo caso viene superato di quattro volte nelle aree rurali, che registrano il 10,2%. Secondo il censimento della popolazione e delle abitazioni del 2010 dell’INEC, il 90,19% della popolazione totale si autodefinisce meticcia; al secondo posto e lontano dal primo c’è la popolazione indigena, che corrisponde al 3,67%; in terzo luogo, la popolazione Lojana che si definisce bianca conta il 2,95%; mentre le altre etnie incluse nel censimento sommate contano il 3,19%. Dati economici e sociali Nel 2010, si registrano parametri elevati a livello provinciale in termini di povertà per necessità basiche insoddisfatte, con il 61,8% della popolazione totale; nell’area urbana la percentuale di persone in questa condizione è stata del 37,02% e nell’area rurale del 92,28%; mentre la povertà estrema ha raggiunto il 34,3% sul totale della popolazione L’economia della popolazione rurale, la cui attività principale è l’agricoltura, è esposta al verificarsi di fenomeni naturali, come siccità e inverni prolungati che causano grandi perdite e costringono le persone ad abbandonare il territorio alla ricerca di nuove economie e di modi per soddisfare i propri bisogni. Lo dimostra il tasso di crescita della popolazione rurale, negativo dal 1974. I fattori che influenzano i movimenti migratori dalle aree rurali a quelle urbane sono la ricerca di un’occupazione, migliori salari, una migliore qualità dei servizi sanitari ed educativi e una maggiore diversità di stili di vita e di intrattenimento. La crescita incontrollata, oltre ad avere effetti negativi sul clima, aumenta anche la povertà urbana, con conglomerati che vivono in insediamenti informali, sovraffollati e con bassi livelli di servizi di base che, in condizioni di migrazione sproporzionata verso le città, causano un deterioramento a lungo termine delle infrastrutture. CRITICITA’ RILEVATE In tutte le Provincie di intervento risulta evidente la presenza storica e ancora attuale di monoculture (spesso orientate all’esportazione), latifondi o comunque grandi appezzamenti di terra che lasciano grandi superfici incolte o destinate a produzioni industriali. Nonostante la realizzazione, negli ultimi decenni, di programmi e interventi – molti dei quali attivati proprio dal FEPP – che permettessero ai contadini di riscattare o acquistare terre comunitarie indigene o piccoli appezzamenti, persistono ancora forti disuguaglianze nella distribuzione dei terreni e nella capacità di mettere a coltura e di migliorare la resa agricola dei campi dei piccoli proprietari nelle comunità rurali e indigene. Ne consegue una estrema fragilità dei piccoli produttori e delle stesse comunità indigene nell’utilizzare in maniera efficace e sostenibile i terreni a disposizione. I bassi livelli di alfabetizzazione e il difficile accesso ai programmi di formazione per le persone che vivono nelle comunità rurali comportano maggiori difficoltà nella promozione dei propri prodotti, i quali non possono competere con il mercato della grande distribuzione. Queste difficoltà spingono i giovani a trascurare il lavoro nel settore agricolo, spesso per trasferirsi nelle aree urbane, finendo in contesti marginali e a rischio. L’abbandono dei territori comunitari indigeni e il riassorbimento dei piccoli appezzamenti di terra nelle mani dei grandi proprietari terrieri, oltre a provocare una perdita delle caratteristiche culturali ancestrali e difficoltà a promuovere attività innovative nella zona comporta gravi conseguenze sulla qualità e sui diritti dei lavoratori. Altro elemento sul quale risulta importante intervenire è quello del rafforzamento delle misure di protezione dell’ambiente naturale, essendo i terreni a rischio di sfruttamento intensivo, a scapito dei sistemi di produzione e gestione sostenibile. Il progetto è centrato dunque su una logica di supporto allo sviluppo delle comunità rurali e poggia su una base solida di progettualità che già realizzano Gondwana e FEPP e su interventi di cooperazione decentrata e sostegno a progetti già attivati. Le valutazioni sulla positività dell’intervento e delle azioni evidenziate è frutto dei decenni di esperienza nel settore di intervento da parte del FEPP, che con gli anni ha affinato la propria metodologia. Il presente progetto, pertanto, non può che supportare l’attività di un partner tanto riconosciuto e che ha ottenuto risultati importanti negli anni, cooperando con esso per incrementare le azioni già evidenziate sotto l’aspetto quantitativo (i numeri degli interventi sono sempre inferiori, di gran lunga, alle richieste e alle criticità evidenziate) e nei settori dove il personale locale non riesce a coprire le esigenze. Di conseguenza il miglioramento dell’intervento sarà anche di tipo qualitativo, liberando energie e attività per seguire i destinatari con maggior attenzione e supportando le loro produzioni e iniziative in maniera più assidua.
SOLUZIONI PROPOSTE L’azione verrà svolta a partire da 4 diverse città, capoluoghi regionali, e avvalendosi del radicamento della ONG ecuadoriana FEPP nelle 5 province indicate. Alla luce di quanto evinto dall’analisi del contesto e in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e grazie al lavoro già avviato dal partner locale, risulta importante supportare l’azione diretta a favore dei contadini e delle minoranze etniche delle province coinvolte, in particolare realizzando azioni di: Sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli e promozione di modelli sostenibili di produzione (ODS 2). Supporto alle associazioni rurali su aspetti di (progettazione), comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo. (ODS 2) Promozione di un’educazione di qualità, equa ed inclusiva. (ODS 4) Promozione della cultura locale rurale su base comunitaria. (ODS 2) Promozione di una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. (ODS 2)
A tali azioni – già attivate negli anni precedenti – sono correlati indicatori numerici, facilmente misurabili, indicati nella tabella. Gli stessi faciliteranno un monitoraggio efficace e una valutazione dell’impatto del presente progetto.
DESTINATARI DEL PROGETTO · 280 contadine/i appartenenti a comunità indigene e non, piccoli produttori o appartenenti a comunità territoriali, delle aree rurali delle Province di Imbabura e Carchi impoverite, soci del sistema idrico comunitario nella valle del Chota, residenti nelle aree rurali andine delle 2 Province, le cui attività sono coordinate dalla Regional FEPP di Ibarra. Di questi almeno 120 sono donne e almeno 140 giovani con meno di 24 anni di età. Il livello di istruzione è di tipo primario per il 95% di esse/i; il livello di non occupazione e sottocupazione è pari al 90%. Nella Provincia di Imbabura si interverrà anche a favore del sottogruppo degli afrodiscendenti presenti nell’area (100 destinatari). · 220 contadine/i appartenenti alla popolazione e non, piccoli produttori o appartenenti a comunità rurali della Provincia di Chimborazo, le cui attività sono coordinate dalla Regional FEPP di Riobamba. Di questi almeno 100 sono donne e almeno 120 giovani con meno di 24 anni di età. Il livello di istruzione è di tipo primario o assente per il 95% di esse/i; il livello di non occupazione e sottocupazione è pari al 90%. Nella Provincia di Chimborazo si interverrà principalmente a favore di gruppi indigeni andini presenti nell’area (200 destinatari). · 200 contadine/i appartenenti alla popolazione e non, piccoli produttori o appartenenti a comunità rurali della Provincia di Azuay, le cui attività sono coordinate dalla Regional FEPP di Cuenca.Di questi almeno 120 sono donne e almeno 100 giovani con meno di 24 anni di età. Il livello di istruzione è di tipo primario o assente per il 95% di esse/i; il livello di non occupazione e sottocupazione è pari al 90%. Nella Provincia di Azuay si interverrà in particolare a favore di donne contadine (120); · 200 contadine/i appartenenti alla popolazione e non, piccoli produttori o appartenenti a comunità rurali della Provincia di Loja, le cui attività sono coordinate dalla Regional FEPP di Loja. Di questi almeno 80 sono donne e almeno 100 giovani con meno di 24 anni di età. Il livello di istruzione è di tipo primario o assente per il 95% di esse/i; il livello di sottocupazione è pari al 90%. Nella Provincia In particolare verranno beneficiati i contadini con problemi di accesso all’acqua.
PRECEDENTE ESPERIENZA DELL’ENTE PRESSO CUI SI REALIZZA IL PROGETTO NEL PAESE Gondwana Associazione di Cooperazione e Diplomazia Popolare (da qui in avanti Gondwana) ha una decennale esperienza di interscambio e di supporto ai progetti in Ecuador e, dal 2001, contribuisce – sia direttamente che attraverso i suoi partner – a selezionare i volontari inviati nel Paese, ad ospitare in Italia giovani e rappresentanti dei partner locali e a sviluppare progetti di cooperazione decentrata. L’esperienza di Gondwananel paese iniziagià negli anni ’90, quando, con la denominazione Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo, è associata alla ONG CICa – Comunità Internazionale di Capodarco -, curandone la parte riguardante i giovani e il volontariato, e quando alcuni suoi soci partecipano attivamente al sostegno delle progettualità, allo scambio e alla promozione di attività a favore di minori. In particolare tra il 1998 e il 2001 si intensifica la cooperazione attraverso un progetto plurisettoriale finanziato dall’Unione Europea e portato avanti insieme alla CICa, che ha come Vicepresidente Rossano Salvatore, socio fondatore di Gondwana, e come coordinatore, prima volontario poi cooperante in loco, Gianni Tarquini, attuale Presidente di Gondwana, selettore e formatore del CESC Project, esperto in cooperazione internazionale. Gondwana ha inoltre una esperienza consolidata nel campo della cooperazione decentrata, avendo realizzato molti progetti a sostegno delle fasce più deboli della popolazione e diversi programmi di sviluppo, sia in Africa che in sud America, soprattutto in Ecuador. I progetti di cooperazione decentrata sono stati attivati principalmente con le Province Autonome di Trento e Bolzano, con la Provincia di Roma e con la Regione Lazio. In Ecuador sono state supportate progettazioni per la costruzione e l’implementazione di alcune case famiglia adIbarra (negli anni 2004 – 2008), per l’ottenimento del comodato da parte del Consiglio Provinciale di Imbabura del Parco turistico di Yuyucocha (dal 2002) e per la presenza di volontari internazionali nello stesso. Dal 2009 è stato sostenuto un progetto all’interno del FIE – Fondo Italo Ecuadoriano – a cui ha aderito la Fundaciòn Cristo de la Calle e che ha permesso l’inizio della produzione presso la Fattoria che finanzia le case famiglia di Ibarra, situata in Lita. Lo stesso FEPP, nostro partner locale ha già dato un suo contributo attraverso consulenze gratuite della sua equipe. L’acquisto della Fattoria da parte di Cristo de la Calle – la controparte che ha anche permesso di usufruire dei fondi per la start up del progetto FIE – è stato realizzato grazie a una raccolta fondi in Italia, alla quale hanno aderito diversi volontari che avevano conosciuto le attività in Ecuador. Dal 2012 si è deciso di rafforzare la cooperazione e dal 2015 di elaborare nuovi progetti per inviare degli operatori in Servizio Civile proprio adIbarra, viste le richieste dei nostri partner locali e le necessità riscontrate, dovute principalmente all’aumento dei minori colombiani richiedenti lo status di rifugiati, sprovvisti di protezione e senza servizi basici. Dalla lunga esperienza pregressa era così nata l’idea di elaborare un progetto multisettoriale in altre aree. Nel 2015 è stata realizzata una missione, da parte delPresidenete del C.E.S.C. Michelangelo Chiurchiù e da Gianni Tarquiniper monitorare al meglio le necessità e le eventuali attività da destinare ai volontari in Servizio Civile. Nello stesso anno sono stati elaborati anche i progetti di Servizio Civile “Bambini Liberi ai Piedi delle Ande” e “Gente Sentipensante”, entrambi approvati dall’UNSC, che hanno permesso la partenza di 8 giovani in totale tra Settembre e Ottobre del 2016. Nello stesso anno è stato poi elaborato un progetto per i Corpi Civili di Pace, in consorzio con FOCSIV, a favore dei rifugiati in fuga dal conflitto colombiano: così a giugno 2017 sono partiti per l’Ecuador due operatori. Da settembre 2017 sono poi partiti altri 2 progetti: a. “Dalle Ande all’Amazzonia”, in collaborazione con il FEPP– Fondo Ecuadoriano PopulorumProgressio (partner del presente progetto) e con 10 giovani; b. “Una casa alla metà del mondo” con 6 giovani a supporto della Fundaciòn Cristo de la Calle; sempre a supporto della Fundación è partito un terzo contingente, con 2 giovani, a gennaio 2018 con il progetto “Comunità Resilienti”. A gennaio 2019 sono stati avviati i progetti: “Un granito de arena”, con 8 giovani, “Educazione e sviluppo rurale tra le Ande all’Amazzonia” (con il FEPP), con 12 giovani. All’inizio del 2020 (avvii di gennaio e febbraio) sono partiti altri 22 giovani operatori, che interverranno nelle sedi del FEPP attraverso i progetti “Con lospies en la tierra” (16 volontari) e “Practicandosolidaridad” (8 volontari) e altri 10 che supporteranno altri partner nel paese (progetto “Mano a mano”), purtroppo rientrati a metà marzo a causa del COVID. A fine 2015 è iniziato poi un progetto di Cooperazione Decentrata triennale (2016-2019) di supporto alla Finca (fattoria agricola ed eco-turistica) di Lita/Cachaco, grazie all’iniziativa di Gondwana. Il progetto approvato e cofinanziato dalla Provincia di Trento (PAT) vede il coinvolgimento e il supporto di diverse altre realtà – come Comunità Solidali nel Mondo, il Convento di Sant’Ubaldo di Gubbio e altre realtà eugubine –attraverso una metodologia d’intervento basata sull’animazione del territorio, sulla produzione agro-ecologica e l’allevamento di qualità, a supporto dei giovani in uscita dalle case famiglia. Attualmente sono già attive: la produzione di cacao e caffè biologici, le piante da frutta, l’allevamento di mucche, vitelli e polli, l’avvio di un polo eco-turistico, per l’inserimento socio-lavorativo dei giovani in difficoltà. Nel 2017 l’8Xmille della Chiesa Valdese ha approvato un cofinanziamento per un progetto di cooperazione di Gondwanaper supportare le attività di sviluppo rurale del FEPP, realizzato tra fine 2017 e il 2018. A metà del 2018 è iniziato un ulterioreprogetto di sviluppo rurale triennale (2018-2021), tuttora attivo, “Tierra, trabajo y pan”, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento che interviene in 3 delle Province del presente progetto (Imbabura, Carchi, Chimborazo). Nel 2020 sono stati approvati altri 2 progetti: da parte della Regione Trentino Alto Adige “Una casa per tutti” per costruire una nuova casa famiglia per i bambini della Fundaciòn Cristo de la Calle di Ibarra e un intervento per realizzare un sistema idrico a nord della provincia di Imbabaura; progetto in consorzio con Terre Madri onlus, finanziato dall’8xmille valdese e che sarà cogestito dal FEPP Ibarra. I due progetti saranno attivi e realizzati nel 2021. I giovani del presente progetto andranno ad incrociare, ed in parte a supportare, alcune delle attività e dei progetti di cooperazione decentrata: sia in quelli già avviati che in quelli ancora da attivare. Per le attività di cooperazione allo sviluppo comunitario sono già state messe a disposizione del progetto le consulenze di Gianni Tarquini, in missione due volte ogni anno e di Raffaella Nucci – nel 2016. La stessa Nucci è stata poi impegnata nel progetto da novembre 2016 a marzo 2017 grazie alla sinergia del programma Torno Subito. Lo stesso programma ha permesso la presenza di altri due ricercatori, Valerio Pignanelli e Alessandro Rossi, da febbraio a maggio 2017, che hanno realizzato studi nella Finca per programmare uno sviluppo sostenibile ed efficace delle attività produttive, provenienti dall’esperienza di collaborazione del CESC con l’Università Roma 2 di Roma, Tor Vergata, cattedra del prof. Luigi Corvo -Ricercatore e Professore in Social Entrepreneurship and Innovation e di Public Management – e nel MasterLAB “Lavorare nel non profit” 2016-2017. Altri 4 ricercatori: Lorenzo Artibani, Marco Biazzo, Arianna Arienzo, Giorgia Mangani, sempre provenienti dal gruppo del prof. Corvo e supportati dalla borsa di studio Torno Subito, hanno trascorso 6 mesi a testa tra ottobre 2016 e luglio 2017 per studiare i progetti di sviluppo rurale del FEPP, analizzando l’approccio proprio dell’Economia Solidale, valutando e progettando interventi possibili di formazione, promozione e cooperazione con il territorio. Gli studi, il lavoro e il materiale prodotto dalle controparti locali, dagli interscambi e consulenze degli ultimi 4 anni danno solidità alle attività di cooperazione decentrata e al supporto delle attività dei giovani in Servizio Civile del presente progetto. Gondwana, oltre all’esperienza consolidata in Ecuador e nelle Province d’intervento, collabora fin dalla sua fondazione con il CESC, e dal 2008 direttamente progetti di Servizio Civile in Brasile, dal 2009 in Argentina, dal 2012 in Tanzania, dal 2016 in Uruguay e in Ecuador, dal 2017 in Bolivia. In America Latina ha inoltre ulterioreesperienza decennale in progetti di volontariato e cooperazione internazionale nei settori dell’educazione, promozione culturale e sviluppo rurale. Nel continente africano Gondwana ha realizzato un progetto di riabilitazione comunitaria, tra il 2012 e il 2015 in Tanzania nella Regione di Njombe.
PARTNER ESTERI
FEPP – Fondo EcuatorianoPopulorumProgressio È una delle maggiori ONG ecuadoriane. Nata nel 1970, é una fondazione civica con finalità sociali, senza scopo di lucro. É nata dall’ispirazione suscitata dall’Enciclica PopulorumProgressio, con spirito ecumenico, che aveva l’obiettivo di creare un “fondo comune” per assistere i poveri e per promuovere uno “sviluppo solidale dell’umanità”. Il FEPP è stato riconosciuto dalle Istituzioni, iniziando dal ministero degli Interni dell’Ecuador, come ente di pubblica utilità, lavorando a fianco di uomini e donne contadini, indigeni, afro-ecuadoriani, montubios, meticci, popolazione urbana marginale e poveri. Supporta gli sforzi di questi gruppi sociali per il miglioramento organizzativo ed educativo, l’accesso alle risorse finanziarie, nella possibilità di impiego e nell’utilizzo dei mezzi per la produzione, la trasformazione, la commercializzazione, la salvaguardia ambientale, l’uguaglianza di genere, la partecipazione alla vita politica, il benessere e contribuendo così a condizioni di vita più umane. Nel corso della sua storia ha raggiunto circa 140.000 famiglie e più di 550.000 persone. Da settembre 2017, per due anni, il FEPP ha ospitato in totale 42 giovani in Servizio Civile (progetto “Dalle Ande all’Amazzonia” nel 2018, “Educazione e Sviluppo Rurale tra le Ande e l’Amazzonia” nel 2019, in 5 delle sue sedi regionali. A inizio 2020 i progetti “Con losPies en la Tierra” e “PracticandoSolidaridad”).E’ inoltre partner di progetti di GONDWANA oltre che per il Servizio civile anche in 5 progetti di cooperazione internazionale cofinanziati da entità pubbliche e private italiane. CAMARI – Comercializadora solidaria Organizzazione che cura la commercializzazione e l’esportazione dei prodotti per conto del Grupo Social FEPP. Nata all’inizio degli anni ’80, Camari ha aperto negozi (tiendas) in varie città dell’Ecuador e nel 1991 ha costituito un sistema centralizzato di gestione dei punti vendita e di sostegno ad altre tiendas non socie. La vendita nei canali del commercio equo e solidale è iniziata nel 1986 con l’artigianato e si è poi estesa agli alimentari nel 1996. Camari sostiene i produttori in tutte le loro attività offrendo un collegamento diretto al mercato senza intermediari. Permette l’accesso al mercato internazionale e promuove pratiche etiche e sostenibili nella produzione e nella vendita. Fa parte della rete di altromercato, impresa sociale e principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia. 1) FUNDER – Escuela de Formación Approvata dal Ministero dell’Educazione nel 2003 come centro occupazionale, nel 2009 viene riconosciuta come Fondazione Educativa. Promuove la formazione di oltre 3.000 giovani all’anno. Il 60% dei partecipanti ottiene un lavoro retribuito presso imprese familiari o comunitarie. Le sue linee d’azione sono: · Agricoltura e allevamento. · Agroalimentare. · Artigianato. · Edilizia. · Amministrazione aziendale. · Creazione di piccole attività imprenditoriali. Si è specializzata in corsi a distanza sullo sviluppo locale e l’economia popolare e solidale. Vuole promuovere una scuola e un istituto a distanza per gli emigranti ecuadoriani. Ha uffici aperti in Spagna, Italia e Belgio. Durante gli ultimi anni ha già incontrato le attività degli operatori in Servizio Civile di Gondwana, che hanno avuto modo di partecipare ai programmi di formazione mettendo a disposizione le proprie conoscenze e la propria esperienza. |
OBIETTIVO DEL PROGETTO: Miglioramento delle attività di sviluppo rurale e delle strutture comunitarie di piccoli produttori agricoli in difficoltà economica delle comunità indigene e marginali delle province di Imbabura, Carchi, Chimborazo, Azuay e Loja. Segue una tabella che mette a confronto le criticità rilevate all’inizio del progetto (situazione di partenza) e i risultati che si vogliono raggiungere con la realizzazione del progetto (situazione di arrivo) e i rispettivi indicatori al tempo T0 (inizio del progetto) e T1 (fine del progetto) attraverso gli obiettivi e azioni fissati dal progetto. Le fonti di verifica dei risultati saranno i report delle attività del FEPP (oltre all’archiviazione degli stessi annualmente viene redatto un report analitico riguardante tutte le attività) e i report degli operatori in servizio civile. Per il raggiungimento dell’obiettivo si consulteranno anche i dati dei GAD, enti locali delle Province coinvolte. li obiettivi specifici sono in linea con quelli indicati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. I risultati attesi possono essere riassunti con il miglioramento delle condizioni di vita dei 900 destinatari e degli 8.000 beneficiari coinvolti nel progetto, attraverso Obiettivi specifici/azioni di: · Sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli e promozione di modelli sostenibili di produzione (ODS 2). · Supporto alle associazioni rurali su aspetti di (progettazione) comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo. (ODS 2) · Promozione di un’educazione di qualità, equa ed inclusiva. (ODS 4) · Promozione della cultura locale rurale su base comunitaria. (ODS 2 prevalente) · Promozione di una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. (ODS 2) Grazie al progetto il miglioramento a favore dei destinatari si focalizzerà sulle criticità riscontrate, interverrà su azioni già attivate incrementandone la quantità e, di conseguenza, migliorandone anche la qualità. La misurazione dell’impatto, il raggiungimento dell’obiettivo e la valutazione dello stesso saranno facilitate dall’individuazione di indicatori numerici indicati con chiarezza. L’apporto previsto è ben indicato con i Risultati descritti nella precedente tabella. |
RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI: |
AZIONE/OBIETTIVO SPECIFICO |
ATTIVITÀ DEL PROGETTO |
ATTIVITÀ PREVISTA PER GLI OPERATORI SCU |
SEDE |
AZIONE 1 Sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli e promozione di modelli di produzione sostenibili. (ODS 2) |
Implementazione e gestione dei progetti in corso |
Supportare i tecnici del FEPP nelle attività di implementazione dei progetti in corso (partecipando a: workshop, riunioni, eventi, raccolta di dati). |
GondwanaIbarra FEPP GondwanaRiobamba Gondwana Cuenca GondwanaLoja |
Supporto alle attività produttive |
Accompagnare i beneficiari nelle attività di raccolta, immagazzinamento e conservazione dei prodotti. |
||
Rafforzamento delle strutture organizzative |
Accompagnare i tecnici del FEPP nelle attività di supporto alle organizzazioni di contadini ( per elaborare modelli di gestione, raccogliere e analizzare i dati, predisporre, scrivere e gestire progetti). |
||
Elaborazione di nuove proposte progettuali |
Supportare i tecnici del FEPP nelle fasi di identificazione, formulazione e scrittura di nuove proposte progettuali (ricerca di bandi, stesura dei progetti, raccolta di dati). |
||
AZIONE 2 Supporto alle associazioni rurali su aspetti di comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo. (ODS 2) |
Raccolta dati e materiale promozionale |
Supportare i tecnici del FEPP e di CAMARI nella raccolta di contenuti, dati, elementi culturali, dettagli sui prodotti da diffondere o da commercializzare. |
GondwanaIbarra FEPP Gondwana Riobamba Gondwana Cuenca Gondwana Loja |
Miglioramento dei canali di comunicazione |
Sopportare i tecnici del FEPP nella realizzazione e gestione di siti web e social network (Facebook, Instagram, Twitter). |
||
Produzione di materiale di comunicazione |
Supportare i tecnici del FEPP e di CAMARI nell’elaborazione di volantini, brochure, loghi, etichette. |
||
Organizzazione eventi |
Supportare i tecnici del FEPP nella realizzazione e organizzazione di riunioni, manifestazioni ed eventi. |
||
AZIONE 3 Promozione di un’educazione di qualità, equa ed inclusiva. (ODS 4) |
Collaborazione nella Formazione professionale |
Accompagnare i tecnici di FUNDER nelle attività di formazione professionale rivolte a ragazzi che non studiano e non lavorano (NEET). |
GondwanaIbarra FEPP Gondwana Cuenca GondwanaLoja |
Supporto alla creazione di Micro-impresa |
Accompagnare i tecnici di FUNDER nelle attività di sostegno all’auto-finanziamento, micro-imprenditorialità e accesso al microcredito. |
||
AZIONE 4 Promozione della cultura locale rurale su base comunitaria. (ODS 2) |
Scambio di esperienze |
Aiutare i tecnici del FEPP nell’organizzazione degli scambi di esperienze tra organizzazioni rurali che svolgono attività comunitarie. |
GondwanaIbarra FEPP Gondwana Riobamba Gondwana Cuenca |
Elaborazione di proposte di attività innovative rurali |
Visitare, valutare ed elaborare attività di promozione, diffusione, e miglioramento delle realtà comunitarie. |
||
Elaborazione di proposte di attività naturalistiche |
Sostenere le organizzazioni coinvolte dal progetto nel disegno di nuovi sentieri naturalistici. |
||
AZIONE 5 Promozione di una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. (ODS 2) |
Supporto per la diffusione di colture rispettose dell’ambiente |
Partecipare a riunioni comunitarie per diffondere colturebiologiche e di qualità. |
GondwanaIbarra FEPP GondwanaLoja |
Eventi di sensibilizzazione |
Sopportare i tecnici del FEPP nella preparazione e gestione di eventi di sensibilizzazione su tematiche ambientali |
SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia
Sedi di attuazione del progetto all’estero
|
POSTI DISPONIBILI, VITTO E ALLOGGIO E RELATIVE MODALITA’: Gli 8 volontari saranno ospitati in strutture gestite e organizzate dai partner locali in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, non lontane dalle sedi di servizio e all’interno delle quali avranno garantiti i pasti giornalieri. |
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI: Giorni di servizio settimanali ed orario Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio. Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi. Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet. Eventuali particolari condizioni ed obblighi Sono previsti orari flessibili, trasferimenti e a volte pernottamenti in sedi decentrate, spesso rurali, del progetto o presso i destinatari. I giorni di attività sono 5 a settimana, dal lunedì al venerdì, con riposo il sabato e la domenica, ma non si esclude che sarà richiesta una disponibilità in giorni festivi per attività previste (es. fiere contadine, lavoro comunitario). Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per un’organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità: • Flessibilità oraria dei turni di servizio; • Guida degli automezzi messi a disposizione dell’ente per chi è in possesso di patente, corredata di patente internazionale; • Disponibilità, se necessario, di prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti; • Disponibilità ad effettuare servizi e/o trasferimenti e/o periodi di soggiorno fuori sede, in accordo e debitamente autorizzati dal DPGSCU, in occasione di eventi e laboratori sul campo; • Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali; • Stile di vita essenziale; • Disposizione alla vita di comunità (co-gestione dello spazio abitativo, preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali) anche con i locali. Disponibilità a frequentare un corso di spagnolo, qualora non si conosca a fondo la lingua e lingue locali Particolari condizioni di disagio Benché le condizioni dei territori in cui presteranno servizio i volontari siano critiche rispetto alla povertà piuttosto diffusa e al disagio sociale che ne deriva, non si evidenziano particolari rischi data la connessione e assoluta integrazione dei partner sul territorio e il forte contatto con la comunità che ne conosce e supporta l’operato. È comunque buona prassi che i volontari seguano, in particolare nel tempo libero, comportamenti consigliati durante il percorso formativo (evitare di rientrare tardi la sera se si è da soli, esentarsi assolutamente dall’uso di droghe o alcool, non indossare abbigliamento di marca o portare oggetti preziosi, avere un comportamento sobrio nei rapporti interpersonali…). La maggior parte dei rischi sono facilmente ridimensionabili se si considera che nello svolgimento delle attività previste dal progetto, i volontari saranno costantemente affiancati dal personale locale. Per quanto riguarda la situazione legata al Covid la teniamo costantemente sotto osservazione: potrebbero continuare ad essere applicate in Ecuador regole restrittive riguardante i distanziamenti, le riunioni, l’igiene, gli spostamenti, l’uscita in orari serali o notturni. Tali regole potranno comportare disagi nell’operatività delle attività previste ma saranno date istruzioni affinchè vengano seguite con costanza. Eventuale assicurazione integrativa Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa. |
DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE: La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio. La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto. Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato. |
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI: Attestazione specifica che indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato. |
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
MODULI IN PRESENZA
Sede di realizzazione
Roma: Via Lungro 1, e presso le sedi di attuazione del progetto all’estero.
Moduli della formazione
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)
Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto (8h)
Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale (6h)
Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale (6h)
Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro (6h)
Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale (8h)
MODULI E CONTENUTI IN E-LEARNING
Modulo 7: Educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile (35 h)
Durata: 72 ore.
TITOLO DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO: 2021 Inclusione, educazione e sviluppo rurale in Ecuador e Bolivia |
OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile Obiettivo 4: Favorire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti Obiettivo 10: Ridurre le diseguaglianze all’interno di e fra le Nazioni |
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA: Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese |
PER INFORMAZIONI
E-mail: estero@cescproject.org
Sportello telefonico Infobando:
Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.00
Martedì – Giovedì: 14.00 – 16.00
Tel: +39 3516881486