Brasile   

SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA

TITOLO DEL PROGETTO: L’ARTE DELL’INCONTRO EDUCAZIONE E INCLUSIONE DI MINORI E DONNE IN BRASILE

SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione

della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi.

DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI

CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO

Il progetto “L’arte dell’incontro: educazione e inclusione di minori e donne in Brasile” si realizza in tre sedi dello stato brasiliano di Rio de Janeiro.

STATO

REGIONE

MUNICIPIO

QUARTIERE

Rio de Janeiro

Regione Metropolitana

Rio De Janeiro

Paciência

Duque De Caxias

Jardim Primavera

Magé

Suruí

Le profonde disuguaglianze e discriminazioni che permeano il Brasile, caratterizzato da una società estremamente articolata e diversificata che non trova un efficace sistema di protezione per le categorie più svantaggiate, si riscontrano con marcate specificità nei territori di intervento del progetto. Quello di Rio de Janeiro è il secondo stato federale per percentuale di PIL prodotto, ma la regione metropolitana di Rio è fra le aree più densamente popolate e problematiche del Paese.

Il progetto intende promuovere e offrire opportunità di educazione e partecipazione sociale a vantaggio di minori, giovani e donne che abitano in contesti periferici e sperimentano quotidianamente una vita ai margini, per far emergere e valorizzare tutto il potenziale utile ad affrontare le situazioni di difficoltà.

Contesto territoriale

Situato nella regione sud-est del Brasile, lo stato di Rio de Janeiro è un territorio molto popolato rispetto alla media di tutto il Brasile. La Regione Metropolitana, in cui si colloca la città di Rio de Janeiro, è una delle zone più industrializzate del paese. Una simile ricchezza ha attirato e continua ad attirare migranti da tutti gli altri stati brasiliani, tant’è che la sola città conta oltre 6 milioni di abitanti (in buona parte provenienti da altre regioni) molti dei quali vivono ammassati in uno dei luoghi più densamente popolati del pianeta ed anche dei più problematici.

PACIÊNCIA

Paciência è un quartiere di classe medio bassa della zona ovest del municipio di Rio de Janeiro. Si estende su un’area di 2.741,80 kmq ed ha circa 201mila abitanti (dati IBGE-Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística). Il quartiere possiede una delle stazioni ferroviarie più antiche del paese, ed è attraversato dalla Avenida Brasil, la principale via d’accesso al centro della città e da un’altra importante via di trasporti urbani che lega la zona ai quartieri limitrofi di Santa Cruz e Campo Grande. I treni della stazione metropolitana, che permettono uno spostamento diretto al centro della città di Rio (fino alla famosa stazione Central do Brasil) con fermate nelle zone industriali, sono usati in particolar modo da pendolari che raggiungono il posto di lavoro, oltre che dagli studenti universitari. Molti abitanti nel quartiere di Paciência infatti hanno lavoro al di fuori della propria residenza, per questo si spostano continuamente.

Al di fuori delle due vie precedentemente nominate, la periferia di Paciência ha avuto un minore incremento del benessere socio-economico. Dagli anni ’60 in poi, l’espansione urbana si è sviluppata in maniera irregolare nelle zone commerciali con la costruzione di abitazioni e negozi, e nelle zone periferiche l’edilizia è spesso abusiva ed arrangiata. Le zone vicine sono distretti industriali, cresciuti in particolar modo negli ultimi anni, grazie ad investimenti di aziende private nazionali e di multinazionali. L’Indice di Sviluppo Umano di Paciência è di 0,751, ossia alla 112º posizione tra 126 regioni analizzate nella città (dati Atlante di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo).

La città di Rio è direttamente circondata dalla Baixada Fluminense, una parte pianeggiante della Regione Metropolitana che si estende parallelamente alla costa, tra l’altopiano della Serra do Mar e l’Oceano Atlantico, ed in cui si concentrano i 4/5 degli abitanti dello stato di Rio. L’aerea della Baixada è caratterizzata da un’urbanizzazione disordinata e la maggior parte della popolazione è a forte rischio di degrado sociale, il 20% degli abitanti riceve meno di un salario minimo.

Il flusso demografico causato dalla capacità di attrazione di Rio infatti, ha provocato nel tempo la dislocazione della popolazione a basso reddito nelle aree periferiche, e in questo processo si è assistito al progressivo addensamento demografico dei municipi della Baixada che si sono costituiti come “città dormitorio”, carenti di infrastrutture urbane e di servizi pubblici.

La Baixada intesa in senso stretto, ossia l’area periferica a nord della città di Rio, è divisa in 13 municipi (fra i quali due sedi di progetto, Duque de Caxias e Magé, che andremo di seguito a descrivere): questi occupano le ultime posizioni in molti indicatori socio-economici dello stato, con alcuni dei risultati più bassi nell’area dell’educazione, della salute pubblica e negli indici di reddito. La povertà, la disoccupazione e l’eccesso di popolazione acuiscono infatti la mancanza di scuole, assistenza medica e lavoro.  

DUQUE DE CAXIAS – JARDIM PRIMAVERA

Il municipio di Duque de Caxias, che dista 40 km dal centro di Rio de Janeiro, è il più popolato della Baixada Fluminense, il terzo più abitato dello Stato di Rio de Janeiro e il diciottesimo con più abitanti del Brasile. Dagli anni ’40 del ‘900 il municipio è andato progressivamente perdendo le sue caratteristiche di comunità agricolo-rurale per svilupparsi come uno dei “parchi industriali” più importanti dell’intero Brasile, soprattutto nel settore petrolchimico e in quello metallurgico, plastico, immobiliare e tessile. Questo processo di industrializzazione ha portato nell’arco di un ventennio al triplicarsi della popolazione residente, attraverso un processo di urbanizzazione disordinato, con occupazione indiscriminata del suolo e nascita di quartieri popolari. A questa immissione di ricchezza è corrisposto in minima parte un reinvestimento sul territorio che continua a soffrire la mancanza di adeguati servizi sanitari, sociali ed urbanistici.

Nel quartiere Jardim Primavera, territorio di intervento del progetto, vivono oltre 70mila persone. L’offerta di asili pubblici rispetto ai potenziali utenti è molto scarsa, per i minori in età prescolare (da 4 a 6 anni) è presente all’incirca una scuola dell’infanzia ogni 700 bambini e tenendo anche conto del fatto che un restante 30% di bambini nella stessa fascia etaria non frequenta alcuna struttura educativa si arriva ad una media di un asilo ogni 1.250 bambini.

L’innalzamento del tasso di abbandono scolastico in età adolescenziale trova giustificazione nel fatto che molti ragazzi e ragazze iniziano a lavorare molto giovani, spesso per aiutare le loro stesse famiglie. Risulta che già nella fascia d’età tra i 12 e i 14 anni, lavora il 12% dei ragazzi di Jardim Primavera, e ci sono buoni motivi per credere che le percentuali calcolate in realtà non ci offrano uno spaccato reale del problema, perché prendono in considerazione i minori che abbandonano la scuola per lavorare ma non quelli che continuano a frequentarla (o quantomeno risultano iscritti) e al contempo lavorano. Connesso a questa situazione è sicuramente il problema delle gravidanze precoci, molto preoccupanti nell’area.

Nonostante negli ultimi anni il quartiere abbia goduto di un certo sviluppo grazie al quale sono comparse varie strutture utili a rispondere alla domanda socio-ricreativa (soprattutto palestre, accademie sportive e scuole di inglese), mancano contesti educativi in grado di accogliere adeguatamente i minori, soprattutto nella prima infanzia, e scarseggiano le opportunità formative e culturali per giovani e adolescenti.

MAGÉ – SURUÍ

Il municipio di Magé si trova nel fondo della Baia di Guanabara, in una delle zone più periferiche della regione metropolitana di Rio de Janeiro, che negli ultimi anni ha subito notevoli trasformazioni sociali e ambientali dovuti all’avanzare del processo di urbanizzazione. Negli ultimi anni infatti la crescente industrializzazione della regione metropolitana di Rio de Janeiro ha determinato e continua determinando un processo di urbanizzazione incontrollato che sta ponendo a serio rischio l’equilibrio ecologico della regione. Magé è una delle città più antiche dello stato di Rio de Janeiro, fondata nel 1556, appena un anno dopo la città di Rio. Tutto il territorio municipale è caratterizzato da ricche risorse naturali e qui si localizza un’importante parte della storia del Brasile. Nel periodo coloniale era attraversata da tutte le ricchezze estratte all’interno del paese  che arrivavano alla capitale per imbarcarsi verso l’Europa. E’ qui che venne costruita, nel 1854, la prima ferrovia del Brasile e in questa stessa regione si produceva la gran parte delle derrate alimentari dell’impero.

Il distretto di Suruì è caratterizzato da un’unità economica, sociale ed ambientale molto particolare ed è attraversato dal fiume Suruì, uno dei più importanti fiumi del territorio che sfocia nella baia di Guanabara. La popolazione del distretto è costituita in gran parte da famiglie a basso reddito e registra sacche di miseria sparse nel territorio. Gli abitanti valorizzano poco il patrimonio storico-culturale locale e la sua ricchezza ambientale, proiettando tutte le aspettative verso la città di Rio. La piccola cittadina di Suruì è abitata da circa 20.000 persone gran parte delle quali vive di espedienti o lavora nel centro di Rio verso cui si disloca quotidianamente. In generale in tutto il territorio di Suruì si registra infatti una forte carenza di servizi di base, con particolare riferimento a servizi idrici e sanitari, ma anche per quanto riguarda servizi sociali e culturali nella regione l’offerta è molto bassa.

E’ necessario conciliare l’intervento sociale con quello ambientale attraverso attività di educazione e sensibilizzazione alla conservazione dell’ecosistema e delle ricchezze naturali del paesaggio.

Criticità rilevate e innovazioni proposte

I territori di intervento del progetto sono accomunati da alcuni aspetti che li caratterizzano in modo peculiare, soprattutto per quanto riguarda gli alti livelli di diversificazione socio-culturale, le forti disuguaglianze e conseguentemente la presenza di categorie vulnerabili ad alto rischio di emarginazione.

Fin dal primo progetto di servizio civile realizzato in Brasile, quasi vent’anni fa, il CESC Project si pone l’obiettivo di attuare interventi di natura socio-educativa rivolti a persone in situazioni di fragilità sociale che abitano nelle aree periferiche di grandi città brasiliane, in territori caratterizzati dalla mancanza o bassa qualità dei servizi. Per realizzare una trasformazione efficace è indispensabile riconoscere, valorizzare e potenziare le risorse già presenti in quei territori vulnerabili, innescando processi virtuosi nelle parti più deboli della popolazione che sperimentano quotidianamente una vita ai margini.

Descriviamo a seguire le principali criticità a cui il progetto intende rispondere.

LA VIOLENZA CONTRO LA GIOVENTÙ

Se nelle ultime decadi il Brasile è riuscito a ridurre la miseria ed espandere i programmi sociali, l’assenza più evidente da questa agenda del progresso riguarda la sicurezza pubblica che non è stata assunta come priorità da nessun governo a seguito della ri-democratizzazione del paese, se non attraverso una corpo di polizia fortemente militarizzato. Il tasso della violenza omicida nel Paese negli ultimi anni è tornato ad essere estremamente preoccupante, in particolare rispetto alle morti giovanili. Oggi infatti in Brasile gli omicidi sono la principale causa di morte dei giovani tra i 15 ed i 24 anni e colpiscono principalmente giovani neri di sesso maschile, abitanti delle periferie e delle aree metropolitane dei centri urbani.

Se consideriamo che un terzo della popolazione brasiliana è stato almeno una volta vittima di violenza (“Relatório do Desenvolvimento Humano” UNDP), e che l’esposizione alla violenza porta alla sua “normalizzazione”, ci rendiamo anche conto di come tutto ciò possa riflettersi sullo sviluppo morale di bambini ed adolescenti, rendendoli più propensi ad adottare comportamenti a rischio e quindi avvicinandoli al reclutamento nella microcriminalità e nel mercato degli stupefacenti.

Di fronte a questa sorta di “epidemia dell’indifferenza” generata dalla naturalizzazione della violenza diventa cruciale creare alternative investendo nell’educazione e nella cultura, non solo da una prospettiva formale, ma anche valorizzando le espressioni culturali ed i saperi costruiti a partire dal vissuto degli stessi giovani e delle comunità nelle quali sono inseriti.

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Anche se si assiste ad un generale miglioramento delle condizioni delle donne e ad una maggiore emancipazione nelle fasce più benestanti della popolazione, restano molto preoccupanti i dati relativi alle violenze domestiche. Nel 1985 il Brasile è stato il primo paese a introdurre l’esistenza di stazioni di polizia strutturate specificatamente per trattare casi di violenza contro le donne; nel 2003 il governo federale ha creato una Segreteria Speciale di Politiche per le donne e, nel 2006, ha approvato la Legge “Maria da Penha” che criminalizza la violenza domestica (dal nome di una donna originaria del Parà il cui caso è divenuto simbolico della negligenza e inefficacia del sistema giuridico dello stato). Questi progressi nella ricerca di soluzioni utili alla protezione delle donne in situazioni di rischio non si sono però tramutati in effettive misure di miglioramento della loro realtà di vita e uno dei principali motivi di questa disparità rispetto a quanto promesso dalla legislazione è dovuto alla incapacità del potere pubblico di affrontare le problematiche profondamente radicate nel sistema di giustizia criminale. Se la violenza domestica è ancora un gravissimo problema, la pandemia lo ha ulteriormente acutizzato: in base ai dati dell’Istituto di Sicurezza Pubblica di Rio de Janeiro, a causa della convivenza forzata per la quarantena le violenze domestiche sono aumentate del 6%.

MINORI, EDUCAZIONE E LAVORO

Nel 2016 una nuova misura politica per lo sviluppo della prima infanzia, il “Programma bambino felice”, è stata inclusa nelle politiche nazionali brasiliane di assistenza sociale, allo scopo di promuovere lo sviluppo integrale dei bambini, considerano le loro famiglie e contesti di vita, e di spezzare il ciclo perverso nel quale incidono la malnutrizione e la povertà, compromettendo il futuro di generazioni.

Un fattore importante per misurare la vulnerabilità dei giovani è il tasso di abbandono scolastico precoce: il Brasile possiede un tasso di abbandono scolastico precoce di quasi tre volte maggiore che la media di 29 paesi europei. I fenomeni di abbandono scolastico ed emarginazione minorile si sono aggravati in seguito alla rapida trasformazione avvenuta nel Paese a causa del processo di industrializzazione e urbanizzazione degli ultimi decenni. I dati del INEP- Instituto Nacional de Estudos e Pesquisas Educacionais ci dicono che su 100 alunni brasiliani che iniziano la scuola iscrivendosi al 1° anno, solo 5 di loro concludono l’Ensino Fundamental, che dura 9 anni e corrisponde alle nostre scuole elementari e medie. Va anche sottolineato come in contesti di vulnerabilità sociale gli abbandoni scolastici siano determinati anche delle continue movimentazioni dei nuclei familiari.

Riguardo al problema dell’analfabetismo, questo non va visto solo nei dati assoluti visto che si concentra soprattutto tra le classi povere (destinatari del progetto) e mostra disuguaglianze anche in base al colore della pelle: tra le persone di colore la percentuale di analfabeti dai 15 anni in su è quasi tre volte maggiore di quella tra le persone bianche (variazioni dal 6% al 14%). ì

Strettamente connesso alle situazioni di simili contesti, è di conseguenza il problema dell’ingresso precoce nel mercato del lavoro di adolescenti con bassa scolarità, senza o con ridotta qualifica professionale. Questi giovani lavoratori, il cui contributo è spesso determinante per l’economia familiare, sono così maggiormente esposti al lavoro precario e a forme di sfruttamento.

DONNE, EDUCAZIONE E LAVORO

Il Brasile presenta tassi elevati di matrimoni infantili e gravidanze precoci, tutti fattori che lo collocano come uno dei paesi che più impongono barriere all’empowerment femminile, privando le donne di opportunità. In base all’ultimo Censimento il tasso di gravidanze precoci è di 69,9 nascite ogni mille donne tra i 15 e i 19 anni e questa fascia etaria concentra il 17,7% totale delle nascite in Brasile, con un indice superiore a quello dei paesi poveri nel continente africano. Condizioni quali il matrimonio infantile e le gravidanze precoci generano conseguenze negative per l’accesso e il completamento della formazione scolastica.

Come descritto nel “Rapporto Nazionale volontario sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile” elaborato dal governo brasiliano nel 2017, in Brasile le donne rappresentano poco più della metà della popolazione ma sono sottorappresentate nei luoghi di lavoro e negli spazi di potere. Nonostante siano in media più scolarizzate, ricevono salari più bassi e affrontano ostacoli maggiori per inserirsi e permanere nel mercato del lavoro. Inoltre le disuguaglianze di genere sono correlate con quelle di classe, di razza e colore della pelle, e con quelle regionali, facendo sì che le donne delle regioni più povere del paese, le donne indigene e le donne di colore abbiano anche minore accesso ai servizi pubblici, alle risorse economiche e alla partecipazione politica. Perciò, la lotta contro le disuguaglianze è la lotta per la redistribuzione delle risorse economiche, politiche, culturali e simboliche.

DISCRIMINAZIONE RAZZIALE

Quella brasiliana è una società multirazziale e la maggior parte dei suoi abitanti è di origine europea, indigena e africana. Si stima che le persone di origine africana, presenti principalmente nel nord-est e nel sud-est del Paese, siano più di 75 milioni, ma nonostante questi numeri il Brasile è stato l’ultimo paese dell’emisfero occidentale ad abolire la schiavitù, nel 1888. Solo nella decade del 1950 sono state promulgate le prime leggi anti-discriminazione, e in generale per decenni le questioni razziali sono state al centro di numerosi dibattiti, rivelandoci un’immagine della società brasiliana molto più complessa di quella comunemente diffusa di una pluralità di culture e regioni che convivono dentro un’unità nazionale forte.

In base ai dati raccolti dalle ricerche attuali è innegabile che la mobilità sociale dei brasiliani è limitata da vari fattori, fra i quali contano sia la classe sociale, che il genere, che la razza.

L’intervento progettuale identifica l’ambito educativo e culturale come fondamentale e imprescindibile settore d’intervento primario per combattere l’emarginazione dei soggetti fragili rappresentati dai minori e dalle donne che abitano in contesti vulnerabili: promuovendo azioni formative e di empowerment volte a rafforzare autostima e autonomia ma anche senso di appartenenza alla famiglia e alla comunità, il progetto mira ad innescare processi virtuosi di coesione e partecipazione sociale.

L’operato educativo e culturale realizzato dalle associazioni partner locali costituisce una risorsa indispensabile per la popolazione vulnerabile a cui ci rivolgiamo. Per questo motivo il progetto intende proporre un intervento finalizzato a valorizzare quanto già presente nelle comunità, incrementando e diversificando i servizi attivi nei territori nell’ambito dell’assistenza all’infanzia, l’educazione non formale per i minori e i giovani, la promozione culturale e la formazione per le donne.

Destinatari del progetto

Nella sede di Jardim Primavera – Duque de Caxias

Ø     60 bambini accolti nella casa d’accoglienza São Gabriel e nell’asilo Santa Clara, bambini fino ai 4 anni d’età spesso denutriti o malnutriti, provenienti da famiglie che vivono in condizioni di indigenza e per le quali queste strutture sono l’unica risorsa interna alla comunità in grado di offrire assistenza educativa, oltre che garantire due pasti giornalieri.

Ø     200 minori all’interno delle attività sostenute nella Sede del Projeto Luar, bambini e adolescenti che non dispongono di un’offerta extra-scolastica ricreativa, socio- culturale e formativa nel quartiere di provenienza e che in alcuni casi sono a rischio di devianza

Ø     30 donne (10 del progetto Arte Mãe e 20 del progetto Mães em Movimento), nella maggiorparte madri dei minori che frequentano la sede, per le quali la partecipazione alle attività laboratoriali e di espressività corporea rappresenta spesso una delle poche se non l’unica opportunità di dedicare del tempo alla cura e alla valorizzazione del sé 

Nella sede di Paciência, nella zona ovest del municipio di Rio de Janeiro

Ø  200 adolescenti e giovani tra i partecipanti alle attività del Polo del Projeto Luar e del Terrazzo delle Arti, in alcuni casi provenienti da famiglie con basso reddito e con genitori poco scolarizzati.

Ø  50 donne che formano il gruppo della Bella Età e frequentano le attività di espressività corporea e gli incontri formativi, che non hanno facile possibilità di accesso ad opportunità di socializzazione all’esterno del contesto familiare ristretto e tendono ad avere una bassa autostima

Nella sede di Magé – Suruí

Ø  80 bambini e ragazzi coinvolti nelle attività ludico-ricreative e di educazione ecologica della Scuola Dimostrativa e del centro “Michele Carrara”, che trascorrono la maggior parte del tempo nella strada, spesso abbandonano la scuola ed entrano precocemente nel mercato del lavoro senza qualifiche, trovandosi maggiormente esposti al lavoro precario, a forme di sfruttamento e a pressioni esercitate dalla criminalità

Ø  15 donne che frequentano i corsi settimanali della Casa della Delicatezza e gli incontri periodici del centro di “Michele Carrara” con nuclei familiari in condizioni socio-economiche critiche

Precedente esperienza dell’ente presso cui si realizza il progetto nel Paese

Il Brasile è il paese, in cui, nel 2003, si è svolto il primo progetto di servizio civile all’estero in partenariato con la Sociedade Cultural Projeto Luar. Grazie al lavoro svolto in circa 20 anni possiamo affermare che quando si parla di servizio civile in Brasile il CESC Project è uno degli enti più accreditati per raccontarne la storia e delinearne le prospettive. I primi 5 progetti di servizio civile (2002-2007) sono stati realizzati appunto con il partner locale Projeto Luar di Rio de Janeiro ma a seguito della positiva esperienza si è pensato gradatamente di allargare la platea dei partenariati, a partire dall’area della periferia di Rio. Parallelamente, fin dalle prime esperienze di servizio civile in Brasile, il CESC Project ha cercato di costruire relazioni istituzionali con l’Ambasciata brasiliana in Italia e con il governo brasiliano per accompagnare iniziative di ricerca e costruzione di esperienze di servizio civile brasiliano.

Il CESC Project ha inoltre sviluppato in questi anni una profonda esperienza di gestione di attività di assistenza, educazione e promozione culturale in Brasile, anche attraverso la cooperazione internazionale. In particolare nel 2007 ha avuto funzione di co-promotore in una microazione di cooperazione decentrata dal titolo “Solidarietà tenerezza dei popoli” che ha avuto come partner locale in Brasile il Projeto Luar e come ente attuatore l’associazione Comunità Gruppo ’78 di Volano (TN) ed ha sviluppato azioni di animazione, formazione e avvio di micro-impresa sociale, con destinatari minori, donne in difficoltà e persone disabili. Nel 2013 con il contributo della Provincia Autonoma di Trento è stata realizzata una nuova microazione di cooperazione decentrata dal titolo “Sapienza antica e tecnologia moderna. Percorsi per l’inclusione sociale delle persone con disabilità” volta a sostenere e implementare le attività del Projeto Luar in Brasile con gli alunni che partecipano al gruppo Luar Sem Limites, per promuovere l’integrazione e l’autonomia dei giovani disabili.

Nel 2012, sempre in collaborazione con la Sociedade Cultural Projeto Luar, ha realizzato il progetto “RomaRio – Reti giovanili per nuove forme di sussidiarietà”, co-finanziato dal Ministero della Gioventù attraverso un Bando per la presentazione di progetti finalizzati alla realizzazione di percorsi di arricchimento curriculare ed approfondimento linguistico e professionale all’estero per giovani residenti in Italia e, al contempo, in Italia per giovani italiani residenti all’estero.

Inoltre, il CESC Project ha partecipato al programma sperimentale della Regione Lazio “Torno Subito”, rivolto a giovani universitari e laureati, di sostegno ad interventi di politica attiva attraverso percorsi formativi o di work experience internazionali/nazionali e successivo reimpiego delle competenze nel territorio regionale. Diversi giovani che hanno svolto servizio civile con il nostro ente hanno partecipato attraverso la nostra rete di enti partner nel Lazio e, in Brasile, ritornando con un progetto personale presso le sedi di Duque de Caxias e Magé.

Partner esteri

Nell’ambito dei suoi progetti il CESC Project intende il servizio civile come una risorsa a disposizione dell’intera comunità dei territori in cui opera. A tal fine, negli anni si è costruita una rete molto solida di partner con cui collaborare e che beneficiano della presenza dei volontari italiani.

1. La SOCIEDADE CULTURAL PROJETO LUAR è un’Ong con sede nel municipio di Duque de Caxias che iniziò le sue attività agli inizi degli anni ‘90 all’interno di una chiesa del quartiere Jardim Primavera coinvolgendo nelle sue lezioni di danza pochi bambini della comunità. Attualmente si contano oltre 1.000 tra bambini, adolescenti e giovani con età che variano dai 4 ai 25 anni, divisi in vari poli della Baixada Fluminense e di Rio, fra cui il Polo di Paciência, che è quello più attivo e frequentato.

L’attività principale del Projeto Luar è di prevenzione all’abbandono della comunità d’origine, utilizzando il potere aggregante dell’arte per rinforzare e rinnovare i vincoli con la comunità e con la famiglia e di “formazione di formatori”, coinvolgendo sempre più destinatari. I professori di danza e gli educatori del progetto provengono dalle stesse comunità del quartiere. Questa azione viene realizzata offrendo gratuitamente anche corsi settimanali di acrobazia, giocoleria, teatro, aprendo una piccola biblioteca e videoteca alla comunità, usando la propria sala per rappresentazioni settimanali teatrali, di danza e video, tanto da ottenere il riconoscimento del Projeto Luar come “Punto di Cultura Statale” dello Stato di Rio de Janeiro, un importantissimo riconoscimento da parte del governo statale rispetto agli sforzi fatti e ai contributi offerti nello sviluppo di una cultura migliore e più vicina alla popolazione carente e alle associazioni territoriali che lavorano in tal senso.

In particolare nel 2004 si è avviato il laboratorio ArteMãe (Arte Mamma) rivolto a un gruppo di donne che si incontra per creare una produzione artigianale e sartoriale, stimolata dalla valorizzazione dell’autostima e dal potenziamento delle proprie capacità e finalizzata alla generazione di reddito.

Anche a seguito di questa positiva esperienza, per potenziare le attività rivolte alle donne della comunità nel 2008 all’interno del Projeto Luar è nato il gruppo Mães em Movimento (Mamme in movimento) per valorizzare l’identità femminile e l’espressività corporea.

Nell’ambito della tutela dell’infanzia il Projeto Luar collabora con la Diocesi del Municipio, che sostiene la gestione e la formazione d’equipe di due strutture d’accoglienza che funzionano come scuole per l’infanzia: la Casa d’accoglienza São Gabriel nel quartiere Bom Retiro e la creche Santa Clara nel quartiere Saracuruna, che assistono bambini denutriti e malnutriti fino ai 3 anni d’età.

Anche nel Polo di Paciência la danza è la spina dorsale ma parallelamente si sviluppano altre attività artistiche e culturali, come laboratori di lettura e musica, educazione alimentare e cittadinanza attiva, e corsi di teatro e di lingue straniere. Nel 2006 all’interno del Polo è nato il gruppo Bela Idade (Bella età) per migliorare il benessere fisico e l’autostima di un gruppo di donne, organizzando attività che sviluppano la coordinazione motoria ed il senso del ritmo e più in generale incontri di promozione della salute e dell’empowerment femminile.

2. ÁGUA DOCE-SERVIÇOS POPULARES è una OSCIP, Organizzazione della società civile di interesse pubblico, che nasce in Brasile nel 2001 con l’obiettivo principale di contribuire all’espansione della coscienza umana per lo sviluppo di comunità sostenibili e la creazione di una società globale in grado di preservare l’ambiente e la comunità di vita planetaria, di garantire i servizi sociali di base per tutti e di promuovere un’economia attenta ai bisogni umani. Per il raggiungimento di questo obiettivo Água Doce ha sviluppato il programma “Surui 2050”, che intende implementare il concetto della sostenibilità e i principi della Agenda 21, scaturita dalla Conferenza ONU su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro nel 1992, in forma congiunta con la popolazione residente nella comunità. L’azione di Agua Doce, quindi, cerca di conciliare l’intervento sociale con quello ambientale attraverso attività di educazione e sensibilizzazione rivolte soprattutto a bambini e a donne, e si realizza in particolare nelle seguenti strutture territoriali.

La Scuola dimostrativa, si trova nel centro del piccolo paese di Suruì ed è uno spazio di circa 4000 m2 dove vengono svolte diverse attività sociali, educative e ricreative rivolte alla comunità e dove si cerca di sperimentare il concetto di sostenibilità della Agenda 21 attraverso una proposta educativa esperienziale e dimostrativa (laboratori di arte, capoeira, culinaria e attività ludiche per ragazzi). Nella scuola tutto ciò che si impara viene vissuto nella pratica e la proposta pedagogica si ispira alla alfabetizzazione ecologica. In questo contesto, una funzione molto importante è rivestita dallo spazio verde del Centro, attorno al quale si svolgono diverse attività di educazione e ricreazione ambientale per bambini. In particolare più recentemente si è potenziata la proposta attraverso la creazione di un orto didattico e di un orto comunitario.

Il Centro di educazione infantile Michele Carrara si trova nel quartiere di Parada Angelica, dove nello spazio di una ex scuola si realizzano attività ludiche per bambini, è presente un centro di produzione di medicinali naturali e si offrono corsi di fitoterapia per donne.

OBIETTIVO DEL PROGETTO:

Promuovere le opportunità di formazione e inclusione sociale per i minori, i giovani e le donne in situazioni di vulnerabilità che partecipano alle attività delle sedi di accoglienza, incrementando e diversificando l’offerta dei servizi educativi e socio-culturali.

In accordo con l’ambito di programma C – Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese, il contributo del progetto al Programma “2021 Coltivare speranza: inclusione e sostenibilità in Brasile” si realizza tramite azioni formative e di empowerment volte a combattere l’emarginazione e promuovere la partecipazione attiva dei soggetti vulnerabili rappresentati dai minori, i giovani e le donne che abitano in contesti periferici caratterizzati da forti disuguaglianze, in correlazione con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 che si riferiscono a un’educazione di qualità, equa ed inclusiva (Obiettivo 4) e all’uguaglianza di genere  e l’empowerment delle donne e le ragazze (Obiettivo 5).

In particolare le azioni di progetto concorrono alle mete:

4.2 “assicurarsi che tutte le ragazze e i ragazzi abbiano accesso a uno sviluppo infantile precoce di qualità, alle cure necessarie e all’accesso alla scuola dell’infanzia, in modo che siano pronti per l’istruzione primaria”

4.7 “assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”

5.1 “porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti di tutte le donne, bambine e ragazze”.

Il progetto contribuisce al raggiungimento degli obiettivi individuati dal Programma in riferimento alle mete collegate all’educazione e all’uguaglianza di genere, grazie ad un intervento in grado di supportare attivamente processi di apprendimento di qualità, paritari e inclusivi rivolti in particolare a minori e donne, contrastando così le disuguaglianze e il rischio di esclusione sociale e favorendo la partecipazione attiva alla società.

RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

 

Attività del progetto

ATTIVITÀ PREVISTE PER GLI OPERATORI VOLONTARI DEL SCU

Sedi

Supportare la cura dei bambini e le attività educative, proporre e realizzare attività complementari

·       Accogliere i bambini all’arrivo nella struttura

·       Collaborare con le maestre/gli educatori nelle attività quotidiane

·     Supportare le attività motorie e ludiche

·      Organizzare attività educative complementari, rivolte allo sviluppo del linguaggio e dell’espressività creativa

·      Promuovere il coinvolgimento delle famiglie attraverso eventi di presentazione delle attività scolastiche

·      Rinforzare il supporto alle famiglie attraverso incontri di promozione della salute

Duque de Caxias

Rafforzare le attività socio-educative per i minori nelle sedi, garantendo continuità e sostegno

·       Accogliere gli adolescenti e i giovani nelle strutture all’arrivo

·       Stabilire un contatto e una relazione con i ragazzi

·       Aiutare gli educatori nella gestione dei corsi/laboratori

·       Collaborare nella preparazione dei materiali

·       Collaborare alla divulgazione del l’offerta dei corsi e laboratori

·       Dedicare attenzione individualizzata ai partecipanti che dimostrano il bisogno di un supporto specifico

·       Coinvolgere i partecipanti che interagiscono meno con il gruppo

Duque de Caxias;

Paciência;

Magé;

Supportare l’organizzazione e l’allestimento di eventi, feste, e delle mostre annuali delle varie attività

·       Contribuire all’allestimento delle scenografie, degli spazi e dei materiali

·       Aiutare nella preparazione delle rappresentazioni

·       Supportare i minori durante lo svolgimento delle mostre, degli eventi e delle feste

·       Aiutare nell’accoglienza e nella gestione dei partecipanti

·       Contribuire alla registrazione dell’evento e alla raccolta del materiale prodotto (fotografie, filmati,…)

Duque de Caxias

Paciência

Potenziare e ampliare l’offerta ricreativa, artistica e culturale per i minori

·       Approfondire gli interessi dei minori e analizzare la varietà dell’offerta di attività nelle sedi

·       Definire assieme agli educatori una proposta di attività

·       Promuovere l’offerta dei nuovi corsi e laboratori

·       Gestire le attività e monitorarne l’andamento (preparazione materiali, registro delle presenze, indicatori di valutazione)

·       Coordinare, tra volontari e educatori, la creazione di eventi conclusivi di presentazione delle attività svolte

Duque de Caxias;

Paciência;

Magé;

Sostenere le attività di cura del sé e espressività corporea per le donne

·       Aiutare i responsabili nell’amministrazione dell’attività (reperimento di materiali e strumenti, garantire la continuità dell’attività in caso di assenza degli educatori…)

·       Stabilire un contatto e una relazione con le donne del gruppo

·       Aiutare il responsabile, nella formulazione di nuovi programmi o nuovi spunti di riflessione

Duque de Caxias;

Paciência

Collaborare ai laboratori artigianali e sartoriali per le donne

·       Seguire e sostenere il/la responsabile e le partecipanti in tutte le attività proposte

·       Stabilire un contatto e una relazione con le donne del gruppo

·       Collaborare nell’organizzazione degli acquisti di materiale

·       Svolgere indagini di mercato, per sviluppare nuova progettualità

·       Stabilire e tenere contatti con altri soggetti potenzialmente interessati a collaborazioni e costruzione di rete

Duque de Caxias;

Paciência;

Magé

Collaborare alle attività di alfabetizzazione adulta

·       Supportare il/la responsabile nell’organizzazione delle attività

·       Stabilire un contatto e una relazione con le donne del gruppo

Magé

SEDI DI SVOLGIMENTO:

Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia

SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO IN ITALIA

INDIRIZZO SEDE

CODICE SEDE

N. OP. VOLONTARI

CESC Project

Via Lungro 1, Roma

153077

10

Sedi di attuazione del progetto all’estero

SEDI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO ALL’ESTERO

INDIRIZZO ENTE

CODICE SEDE

N. OP. VOLONTARI

Cesc Project Caxias

Rua la Rouche Foucalt, Jardim Primavera 151, Duque de Caxias

153520

4

CESC Project Paciência

Estrada De Paciencia 430, Bairro Martinho, Paciencia

153521

2

CESC Project Magé

Rua B, lotes 16-21, Vila Real, Surui, Magé

153523

2

POSTI DISPONIBILI, VITTO E ALLOGGIO E RELATIVE MODALITA’:

I 10 volontari saranno ospitati in strutture gestite e organizzate dai partner locali in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, non lontane dalle sedi di servizio e all’interno delle quali avranno garantiti i pasti giornalieri.

EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:

Giorni di servizio settimanali ed orario

Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio.

Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri

Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi.

Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana

La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet.

Eventuali particolari condizioni ed obblighi

Agli operatori volontari si chiede:

-Disponibilità a un periodo di almeno 10 mesi di permanenza all’estero

-Stile di vita essenziale

-Flessibilità negli orari di servizio ed eventuale impegno nei giorni festivi

-Disposizione alla vita di comunità (condivisione e co-gestione dello spazio abitativo, preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali)

-Disponibilità a studiare autonomamente la lingua portoghese, qualora non la si conosca a fondo

Particolari condizioni di disagio

Non sono state riscontrate significative situazioni di disagio per gli operatori volontari.

Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, vengono alloggiati in stanze multiple, e in alcune sedi condividono la casa con i referenti locali del progetto; il vitto viene preparato collettivamente. Il collegamento internet è presente in tutte le sedi ma non garantisce una navigazione particolarmente veloce e potrebbe non essere sempre continuo. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco.

Eventuale assicurazione integrativa

Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa.

 

DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE: La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio.

La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto.

Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato.

 

CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:

Attestazione specifica che indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato.

 

FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

Sede di realizzazione

Roma: Via Lungro 1, e presso le sedi di attuazione del progetto all’estero.

Moduli della formazione

Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)

Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto (8h)

Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale (6h)

Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale (6h)

Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro (6h)

Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale (8h)

Moduli e contenuti in E-Learning

Modulo 7: Educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile (35 h)

Durata: 72 ore.

 

TITOLO DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO:

2021 COLTIVARE SPERANZA: INCLUSIONE E SOSTENIBILITÀ IN BRASILE

 

OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE

Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e un’opportunità di apprendimento per tutti

Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze

Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre

Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

 

AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:

Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese.

 

PER INFORMAZIONI 

E-mail: estero@cescproject.org 

Sportello telefonico Infobando: 

Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.00

Martedì – Giovedì: 14.00 – 16.00

Tel: +39 3516881486