Ghana
SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA
TITOLO DEL PROGETTO: Siamo comunità |
SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi. |
DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI |
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO Il presente progetto denominato Siamo comunità prevede un intervento di assistenza ai minori, disabili e non, che vivono ad Adidome e Abor, in Ghana. Il progetto prevede un intervento di assistenza ai minori che risiedono nelle strutture dell’Opera Don Guanella ad Abor e Adidome (Ghana), che vivono in condizioni di particolare vulnerabilità a causa di condizioni socio-economiche o psico-fisiche invalidanti. La località di Abor, dista 190 km a est dalla capitale Accra e a poco meno di 60 Km. dal confine togolese e si situa nella regione politica del “Volta Region”. La sua posizione ha un’importanza fondamentale perchè è situato in una delle vie commerciali più importanti dell’Africa Occidentale: Aflao Road. Questa via, che inizia e termina in Costa d’Avorio, successivamente alla costituzione dell’COWAS (Economic Comunity of West African State) ha svolto e continua a svolgere un’importanza fondamentale per il commercio dal e per il Ghana. ECOWAS è stata fondata per promuovere l’integrazione economica in una zona che allora comprendeva 15 paesi, oggi diventati 16 (Mauritiana dal 2000) dove risiedono circa 340 milioni di persone. Intorno ad Abor vive poi una popolazione di circa 12.000 persone. La località di Adidome – seconda sede del progetto – è una piccola città di 7800 abitanti in un Distretto di circa 45.000 di North Tongu nella Regione dell’alto Volta del Ghana. Una ricerca promossa dagli operatori e dai volontari dell’Opera don Guanella nelle 4 aree del progetto, ha evidenziato questi risultati: – nel territorio di Abor vivono almeno 850 disabili di cui 250 sono minori (0-17 anni); – nel territorio di Adidome (Ghana) almeno 2.300 disabili di cui 700 minori; Se restringiamo il target del nostro intervento ai 25.750 minori disabili, meno del 10% hanno complessivamente accesso ai servizi per la disabilità (2.750 ragazzi). CRITICITÀ RILEVATE Per quanto riguarda la situazione dei minori, nell’Africa Subsahariana, circa 50 milioni di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori, di cui quasi 15 milioni a causa dell’AIDS. Alcuni di loro sono costretti a crescere da soli, con il supporto limitato o nullo di adulti che li hanno seguiti. É la regione del pianeta con il più elevato tasso di lavoro minorile: più di un terzo dei bambini di età compresa tra 5 e 14 anni è sfruttato nelle forme più pericolose di lavoro. Ogni giorno migliaia di bambini in Africa subiscono violenze, sfruttamento e abusi. La situazione è particolarmente difficile per i bambini costretti a vivere e a lavorare per strada. La povertà diffusa, i conflitti, i cambiamenti climatici, l’HIV-AIDS, così come la violenza domestica, stanno costringendo sempre più i bambini ad abbandonare le proprie case per vivere e lavorare in strada, subendo abusi e sfruttamento. Molti altri finiscono in situazioni meno visibili di sfruttamento, di lavoro domestico, nelle fattorie, nelle miniere o anche in gruppi armati. L’UNICEF sta collaborando con i governi in tutto il continente per creare un ambiente protettivo tramite programmi di promozione del benessere sociale e impegnandosi in iniziative di sensibilizzazione per proteggere i bambini dallo sfruttamento e dall’abuso. Attualmente il numero di Paesi che hanno messo in bilancio i diritti dell’infanzia è alquanto esiguo. Sul fronte della promozione dell’inclusione e dei diritti delle persone disabili, la questione risulta ancora più complessa e impegnativa da superare nel contesto africano. Su un territorio fortemente deprivato il problema della disabilità diminuisce significativamente le opportunità di integrazione sociale e lavorativa delle persone. Le stesse famiglie in cui sono presenti minori disabili, vivono il disagio dello stigma sociale e della difficoltà a trovare soluzioni alternative all’abbandono. La disabilità, infatti, è stata per anni marginalizzata nella cultura africana. La cultura tribale e la scarsa conoscenza delle cause delle patologie ha favorito l’ancestrale associazione della disabilità ad un sortilegio caduto su questa o quella famiglia. Queste credenze sono all’origine dell’esclusione sociale di questi bambini e del loro frequente abbandono da parte delle famiglie che li vedono come un peso o una sventura. Il 21 Agosto 2012 il Ghana ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità, classificandosi come 119esimo stato a farlo. Il paese, che conta 5 milioni di abitanti con disabilità fisiche e mentali, circa un quinto della popolazione, era stato tra i primi firmatari del trattato nel marzo 2007, ma ha impiegato più di 5 anni per rendere effettiva la ratifica. Purtroppo a tutt’oggi le azioni dello stato africano non sono state fedeli all’impegno. Human Right Watch ha denunciato ripetutamente gli abusi a danno dei disabili quali: violazione delle libertà fondamentali, impossibilità di accedere alle cure primarie e gravi discriminazioni da parte delle autorità medesime. Nel 2011 e nel 2012 sono stati registrati centinaia di questi episodi che hanno avuto per teatro ospedali psichiatrici e campi di preghiera nel sud del Ghana. In un paese dove l’aspettativa di vita si aggira intorno ai 60 anni e dove i disabili sono circa 5 milioni, meno dell’1% del budget sanitario viene speso per questo tipo di servizi assistenziali. Il governo sembra lentamente voler dare un taglio a questa ingente problematica. Dopo la ratifica della Convenzione, il Ghana ha promosso una legge specifica sul tema della Salute mentale dimostrando l’intenzione di tutelare i disabili pur consentendo ancora la detenzione arbitraria e la rimozione della capacità giuridica di queste persone. Il quadro che ne risulta è piuttosto ingarbugliato: da un lato i passi avanti verso un’affermazione dei diritti umani fondamentali delle persone disabili, dall’altro il substrato culturale che mantiene delle note di discriminazione e di visione distorta della disabilità. Attualmente in Ghana vengono attuati i seguenti interventi a favore delle persone con disabilità: il programma RBC nel nord est del Ghana ha sede a Garu e con esso si assiste una popolazione di circa 350.000 persone. Dipende dalla chiesa presbiteriana del Ghana ed era originariamente un programma di agricoltura per persone cieche. Nel frattempo è diventato un programma di RBC – Riabilitazione su Base Comunitaria – complesso per persone con tutti i tipi di handicap. Si collabora con il reparto di oftalmologia e di ortopedia del vicino ospedale di Bawku, dove vengono trasferiti i pazienti per operazioni oculistiche e ortopediche. Inoltre offre servizi per pazienti epilettici, un programma per l’integrazione di bambini disabili nelle scuole locali e formazione professionale per giovani. Nella Regione dell’Alto Volta le iniziative per i disabili sono legate a singole ONG che operano offrendo supporto alle famiglie dei disabili in 5 villaggi e fornendo ausili utili alla mobilità a circa 45 bambini/ragazzi ogni anno. I problemi del Ghana relativi all’infrastruttura sanitaria e sanitaria in generale sono numerosi e gravi. La nazione concorda gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) derivanti dalla Dichiarazione del Millennio dell’ONU del 2000 e, infatti, ha compiuto passi da gigante per raggiungere alcuni di essi. I più notevoli sono probabilmente i risultati ottenuti per gli obiettivi per affrontare sia l’estrema povertà che la fame, nonché l’istruzione. Tuttavia, il Ghana è caduto sul raggiungimento di diversi altri obiettivi legati alla salute. La mortalità infantile, una delle questioni affrontate nel Millennio, rimane elevata, così come la mortalità materna – infatti le circostanze delle madri in attesa sono in peggioramento verso la fine dell’ultimo decennio. Altri gravi problemi non affrontati nell’Ordine del Millennio rappresentano rischi ancora più gravi per la salute della popolazione ghanese. La malaria, trasferita dalla zanzara Anopheles, è una delle malattie più gravi.
La Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza racchiude in un intero trattato l’intera gamma dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali dei minori, riconoscendolo non soltanto come oggetto di tutela e assistenza ma anche come soggetto di diritto e quindi titolare di diritti in prima persona. Rispetto alla specificità dei bambini con disabilità, l’art.23 impegna gli Stati a garantire che anche i bambini con disabilità abbiano effettivamente accesso all’educazione alla formazione, alla preparazione al lavoro e alle attività ricreative e “che possano beneficiare di questi servizi in maniera atta a concretizzare la più completa integrazione sociale e il loro sviluppo personale, anche nell’ambito culturale e spirituale”. La Convenzione è stata ratificata da 196 Paesi inclusi Ghana e Congo, ma è evidente – dai dati fin qui riportati – che in entrambi i Paesi la strada verso il pieno riconoscimento e tutela dei diritti dei minori è ancora molto lunga. Anche la Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità nasce da decenni di lavoro e campagne di sensibilizzazione all’approccio alla disabilità: guardare al disabile non è come “oggetto” da curare, ma come “soggetto di diritto”, essere umano nella sua interezza che deve poter prendere decisioni sulla propria vita e ha diritto a una partecipazione piena e attiva alla società. La convenzione, con il conseguente protocollo opzionale, è stata adottata il 13 dicembre 2006 alla sede ONU di New York. Il protocollo è inteso come un vero e proprio ramo della tutela dei diritti umani. In quanto tale indica quali sono le zone dove i diritti fondamentali di chi soffre di disabilità vengono violati e dove è necessario intervenire per rafforzare diritti esistenti semplicemente sulla carta. Purtroppo, se guardiamo alla situazione delle regioni oggetto del nostro intervento, emerge che le guerre civili, la povertà e l’instabilità politica di questi Paesi rendono ancora oggi molto difficile fronteggiare la vastità dei problemi che coinvolgono minori e disabili sotto tutti i punti di vista, dall’educazione alla salute alla protezione dalla violenza. Nel contesto africano, la povertà economica, l’isolamento dei villaggi o la discriminazione, espongono molti bambini e adolescenti – in particolare i disabili – a forme molto violente e radicate di abuso ed emarginazione. Contro lo stigma vanno intraprese iniziative specifiche che saranno accompagnate da una strategia di prevenzione. In questo quadro di bisogni urgenti e in crescita, l’attività del Don Guanella in Ghana è particolarmente apprezzata. In particolare, l’analisi del contesto, dei bisogni e delle risorse presenti nei territori, motiva la necessità di migliorare ed incrementare i servizi già presenti nelle sedi di progetto, aumentando:
In entrambi i contesti risulta quanto mai urgente implementare le attività assistenziali ed educative a favore dei minori, integrando i servizi routinari delle strutture (comunità di accoglienza e scuole). Il problema di partenza su cui nello specifico il presente progetto intende intervenire è, infatti, lo squilibrio rilevato tra attività meramente routinarie e assistenziali e attività invece progettuali, orientate allo sviluppo del soggetto, alla crescita delle sue competenze il cambiamento dell’ecosistema sociale in cui vive e, in ultima analisi, alla fuoriuscita dal bisogno.
DESTINATARI DEL PROGETTO Sono destinatari del progetto bambini e adolescenti ospitati nelle strutture per disabili di Abor e Adidome.
Abor: 40 minori e ragazzi disabili fisici (da 15 a 23 anni) che partecipano anche a corsi di formazione di sartoria, elettronica, elettrotecnica, tipografia, allevamento (maiali e galline e altri animali da cortile), attività agricole nell’azienda agricola, manifattura del cuoio per la costruzione di scarpe anche ortopediche fabbricazione di stampelle e arti in legno e metallo
Adidome: 30 ragazzi con disabilità cognitiva medio grave (sindrome di Down, autistici e paralisi celebrale), recupero autonomie (dai 6 ai 23 anni). In totale i destinatari del progetto sono: · 70 minori e giovani tra i 3 e i 26 anni con disabilità (sordomuti, disabili fisici e con ritardo mentale) ospiti delle strutture di Abor e Adidome e della comunità di Plateau.
Di fatto dei 70 ragazzi accolti, almeno 30 risultano fortemente carenti nelle nozioni scolastiche di base. Risulta altresì problematico l’alto numero di minori accolti che presentano significative carenze scolastiche tali da compromettere gli stessi apprendimenti della formazione professionale. É assai probabile che questi ragazzi saranno fuori dal circuito lavorativo se non seguiranno dei percorsi di recupero e avranno più difficoltà nella socializzazione e nella integrazione sociale.
PRECEDENTE ESPERIENZA DELL’ENTE PRESSO CUI SI REALIZZA IL PROGETTO NEL PAESE CESC Project, attraverso l’ente di accoglienza Opera Don Guanella, è presente in Ghana e nella Repubblica Democratica del Congo ormai da 10 anni. Ha realizzato e gestito già 8 progetti di servizio civile in Ghana e 6 in Congo, attraverso cui ha creato la base per lo sviluppo di una progettualità condivisa e opportunità di crescita per il territorio. I precedenti progetti hanno infatti permesso di estendere ai disabili e ai ragazzi di strada una assistenza qualificata, di garantire loro il supporto scolastico e porre le basi per un inserimento sociale e lavorativo efficace. Il progetto si appoggia in particolare a 2 strutture dell’Opera don Guanella che operano con giovani disabili all’interno della Viceprovincia religiosa di Nostra Signora della Speranza, in Ghana:
Dal 1996 la Congregazione prende in carico il St. Theresa Centre for Handicapped di Abor e nel 2008 la Good Samaritan House di Adidome. I 2 Centri sono diventati punto di riferimento, educativo e di formazione professionale, non soltanto per i soggetti disabili fisici e mentali ma anche per i giovani dei due territori che non hanno la possibilità di accedere ad una istruzione di secondo livello con indirizzo professionale
PARTNER ESTERI
La Congregazione religiosa dei Servants of Charity è da anni inserita nel contesto ghanese della Regione del Volta nell’ambito della disabilità sia cognitiva che fisica. Offre due realtà di servizio, una scuola di formazione professionale in arti e mestieri di vario tipo, residenziale e non, ed una seconda residenziale per diversamente abili cognitivi e fisici medio gravi.
Il St. Theresa Center di Abor Ghana Scuola professionale integrata situata nel Volta Region nell’est del Paese vicino alla frontiera con il Togo, è retta da una comunità guanelliana composta da 4 religiosi e 9 giovani religiosi in formazione ed il corpo decente che conta 14 persone fra professori e personale non docente. La struttura offre la possibilità al termine del ciclo formativo di accedere al politecnico. Accreditata presso il Ministero del Welfare ghanese, nacque come realtà per diversamente abili con una piccola quota di giovani senza risorse economiche per procedere con gli studi. Con gli anni e l’avvento della vaccinazione antipolio, il numero dei diversamente abili è passato dal 80% al 25% circa. Attualmente ospita in forma residenziale circa 80 giovani fra ragazze e ragazzi su di un totale di più di 200 studenti. Vi sono corsi di sartoria, tipografia, informatica, riparazione radio TV, riparazione apparecchiature informatiche, calzoleria per diversamente abili e non e protesica.
La Good Samaritan Home di Adidome Ghana Comunità guanelliana composta da 4 religiosi e da 5 operatori a contratto. La struttura si occupa in forma residenziale di 20 diversamente abili cognitivi e fisici lievi e medio gravi di ambo i generi. Offre loro un percorso di scuola speciale, riabilitazione ed inserimento per color che ne hanno possibilità, in piccole attività agricole. La comunità si occupa della parte progettuale insieme ad altre realtà e si occupa della realizzazione, unitamente a fondi che vengono ottenuti attraverso il partenariato di vari Enti internazionali. · ASCI « DON GUANELLA » ONLUS – Chiavenna/Como Italy · CONGREGAZIONE DEI SERVI DELLA CARITA’ – Rome Italy · PRESENZA MISSIONARIA GUANELLIANA – Roma Italy · MISSIONPROKURA GUANELLIANERDE – Pforzheim Germany · PUENTES ONGD – Palencia Spain · LILIANE FOUNDATION – ‘s-Hertogenbosch Holland |
OBIETTIVO DEL PROGETTO: Nell’ambito del programma “2021 Africa fragile”, obiettivo del presente progetto sarà quello di incrementare l’attenzione e l’offerta formativa rivolta ai ragazzi con disabilità accolti nelle istituzioni residenziali e nelle scuole di Abor e Adidome. Tale obiettivo risponde in maniera coerente agli obiettivi del Programma nonché al suo ambito d’azione, visto il sostanziale contributo che darà nell’acquisire capacità occupazionali per i disabili, favorire l’accesso all’istruzione per i minori, e supportare processi di inclusione sociale ed economica in aree svantaggiate e remote. |
RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
LE ATTIVITÀ DEGLI OPERATORI VOLONTARI SONO LE STESSE IN TUTTE LE SEDI.
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SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia
Sedi di attuazione del progetto all’estero
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POSTI DISPONIBILI, VITTO E ALLOGGIO E RELATIVE MODALITA’: I 6 volontari saranno ospitati in strutture gestite e organizzate dai partner locali in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, non lontane dalle sedi di servizio e all’interno delle quali avranno garantiti i pasti giornalieri. |
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI: Giorni di servizio settimanali ed orario Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio. Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi. Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet. Eventuali particolari condizioni ed obblighi Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per una organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità: · Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero; · Rispetto degli usi, costumi e della realtà locale · Rispetto della cultura locale · Stile di vita essenziale · Vaccinazione obbligatoria per la febbre gialla · Attitudine al lavoro d’equipe · Buone capacità di adattamento (clima, alimentazione, usanze,…) · Non avere preclusioni con le attività di enti religiosi · Disponibilità a partecipare ai momenti istituzionali dei Centri, siano essi di tipo civile che religioso, al pari del personale locale
Particolari condizioni di disagio Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, vengono alloggiati in stanze multiple, il vitto viene preparato collettivamente, tuttavia è possibile seguire diete o alimentazioni particolari in quanto nelle città sedi di progetto è commercializzato qualsiasi tipo di prodotto, alimentare o di altro genere. Il collegamento internet è presente ma non garantisce una navigazione particolarmente veloce e potrebbe non essere sempre continuo. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Inoltre, una formazione specifica e un’informazione puntuale, prima della partenza e continuativa in sede di realizzazione del progetto, abbasseranno notevolmente il grado di conflitto interpersonale e personale. Eventuale assicurazione integrativa Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa. |
DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE: La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio. La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto. Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato. |
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI: Attestazione specifica che indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato. |
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
MODULI IN PRESENZA
Sede di realizzazione
Roma: Via Lungro 1, e presso le sedi di attuazione del progetto all’estero.
Moduli della formazione
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)
Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto (8h)
Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale (6h)
Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale (6h)
Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro (6h)
Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale (8h)
MODULI E CONTENUTI IN E-LEARNING
Modulo 7: Educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile (35 h)
Durata: 72 ore.
TITOLO DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO: 2021 AFRICA FRAGILE: ACCANTO A BAMBINI E DISABILI IN REP. DEM. CONGO, GHANA E NIGERIA |
OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE Obiettivo 10: ridurre l’ineguaglianza di e fra le Nazioni |
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA: Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese |
PER INFORMAZIONI
E-mail: estero@cescproject.org
Sportello telefonico Infobando:
Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.00 – 12.30
Martedì – Giovedì: 14.00 – 16.00
Tel: +39 3516881486