SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA DI INTERVENTO “EURASIA SOLIDALE PER L’INCLUSIONE DELLE PERSONE FRAGILI – 2024”
TITOLO DEL PROGETTO: EDUCAZIONE E COOPERAZIONE IN NEPAL
SETTORE E AREA DI INTERVENTO:
Il presente progetto mira a migliorare la qualità di vita e le condizioni sociali di donne, minori e comunità emarginate in condizioni di fragilità, attraverso interventi basati sull’educazione, la formazione e la prevenzione nella città di Kathmandu (compresa la regione della valle di Kathmandu) e nella regione del Terai del Nepal meridionale, con particolare attenzione ai distretti di Rupandehi e a quelli circostanti, duramente colpiti da catastrofi naturali.
Il progetto è finalizzato a sostenere e rafforzare i percorsi educativi e formativi sui temi della salute, del rispetto di genere, della prevenzione e lotta alla tratta di esseri umani, offerti nelle strutture scolastiche e comunitarie di Kathmandu e dei distretti di Rupandehi e le azioni volte alla sensibilizzazione della comunità, per promuovere il diritto all’educazione, all’inclusione sociale e all’empowerment delle categorie più vulnerabili.
DURATA DEL PROGETTO: 12 mesi
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO E PRESENTAZIONE ENTI DI ACCOGLIENZA:
Come Paese dell’Asia meridionale, privo di sbocchi sul mare, il Nepal condivide un confine aperto con l’India a est, ovest e sud e un confine himalayano con la regione autonoma cinese del Tibet a nord. Questa geografia pone il Nepal in un perpetuo gioco geopolitico tra due nazioni nucleari in guerra attiva, aggravando ulteriormente le turbolenze governative, gli sconvolgimenti economici, le lotte religiose, i disastri naturali annuali, il traffico di esseri umani e le numerose altre piaghe sociali. Inevitabilmente, questi problemi colpiscono soprattutto i più vulnerabili del Nepal: le donne povere, i bambini e gli emarginati etnici.
La Città Metropolitana di Kathmandu, è situata nella omonima Valle sugli altipiani del Nepal centrale, a un’altitudine di 1.400 m., ed è la capitale e la città più popolosa del Nepal, con 845.767 abitanti al 2021 e 2,9 milioni di persone nel suo agglomerato urbano. Kathmandu è il centro della storia, della cultura e dell’economia del Nepal, con una popolazione multietnica a maggioranza induista e buddista, e ospita una miriade di feste religiose e culturali che costituiscono una parte importante della vita dei suoi abitanti. Nonostante la superficie apparentemente splendente, si nascondono gravi disparità economiche, crescente povertà urbana, scarsità d’acqua potabile, abusi sessuali e lavoro forzato, nonché un centro di transito per il traffico di orfani. I campi per sfollati interni, i bambini di strada e i danni causati da monsoni e terremoti consecutivi, che si vedono in tutta la città e la valle, riflettono la realtà della vita quotidiana di coloro che si trovano ai livelli socio-economici più bassi.
Il distretto di Rupandehi e il Terai rappresentano invece la regione più fertile del Nepal, il “paniere” del Paese. Tuttavia, la Regione sopporta di solito il peso maggiore della distruzione dei monsoni. L’emergenza alluvione causa un ulteriore rischio di deterioramento dello stato nutrizionale della popolazione (infantile) già molto vulnerabile: la malnutrizione acuta, misurata attraverso la prevalenza del deperimento tra i bambini (<5 anni) nei distretti del Terai colpiti dalle alluvioni, può raggiungere il 12,2%. La maggior parte dei distretti della regione del Terai ha un punteggio relativamente basso rispetto all’Indice di Sviluppo Umano (HDI), con il Nepal stesso che ha un punteggio di 0,49 e oltre il 20% della popolazione vive ben al di sotto della soglia di povertà, in condizioni abitative precarie e con un alto tasso di analfabetismo (>5 anni), che varia dal 30 al 50%.
Nelle zone in cui interviene il presente progetto, i bisogni primari individuati riguardano primariamente la sfera dei diritti dei minori e quella della questione di genere. Inoltre, la situazione è ulteriormente aggravata dai disastri ambientali che periodicamente affliggono il Paese.
Criticità rilevate:
- Violazione dei diritti dei minori
Quasi ogni bambino in Nepal subisce una qualche forma di violenza da parte dei genitori, degli insegnanti o di chi si prende cura di lui, con statistiche allarmanti.
Nonostante i progressi compiuti nell’aumentare l’accesso, l’istruzione rimane scarsa e irraggiungibile per molti bambini, limitando così le opportunità per le generazioni future e minando le prospettive di sviluppo a lungo termine del Paese. Più di 25.000 bambini vivono in istituti di accoglienza: i genitori abbandonano, cedono volontariamente, vendono o affidano i propri figli a istituti per l’incapacità di fornire cure adeguate, per l’errata convinzione che l’assistenza in istituto fornisca migliori opportunità di istruzione o per la mancanza di consapevolezza dell’importanza di allevare i bambini in un contesto familiare. I bambini istituzionalizzati (spesso etichettati in modo ingannevole come “orfani”) vengono a loro volta spesso abusati e sfruttati per ottenere donazioni e finanziamenti dall’estero. Si stima inoltre, che in Nepal vi siano 1,6 milioni di bambini lavoratori (prevalentemente di sesso femminile) di età compresa tra i 5 e i 17 anni (il 75% sotto i 14 anni), che lavorano, in condizioni pessime, in cambio di denaro per sostenere le famiglie in condizioni di povertà.
Infine, il Nepal ha uno dei tassi più alti di maternità tra le ragazze e di matrimonio infantile in Asia. La situazione è peggiorata durante la pandemia, poiché i bambini sono stati allontanati dall’istruzione e le famiglie hanno dovuto affrontare una maggiore povertà. Inoltre, uno studio dell’UNICEF ha rilevato che in Nepal una ragazza sposata su tre ha subito violenze sessuali da parte del marito, mentre una su sei ha denunciato violenze fisiche. Anche l’istruzione delle bambine ne risente in modo significativo: le ragazze sposate in Nepal hanno una probabilità 10 volte maggiore di non andare a scuola rispetto alle loro coetanee non sposate e i ragazzi sposati sono spesso costretti a iniziare a lavorare per sostenere la famiglia.
- Violenza di genere e tratta di esseri umani
La violenza sessuale e di genere in Nepal raggiunge oggi tassi allarmanti. Il 48% delle donne nepalesi riferisce di aver subito qualche forma di violenza in qualche momento della propria vita, e il 15% ha subito violenza sessuale. La discriminazione, le molestie e la violenza contro le donne (fisica, emotiva, simbolica, digitale) si manifestano in varie forme a tutti i livelli della società. Nel paese esistono diverse leggi per combattere e criminalizzare le violenze sessuali, ma nella pratica rimangono insufficienti, incoerenti e non vengono applicate a causa di problemi radicati, tra cui la sfiducia nelle forze dell’ordine, la corruzione nel settore giudiziario, una cultura anti-donna e l’impunità dei colpevoli.
Ogni anno, circa 5.000-10.000 donne e ragazze sono vittime della tratta verso India, Arabia Saudita, Malesia, Hong Kong, Russia, Pakistan, Emirati Arabi Uniti e Stati del Golfo e Cina. Tra i motivi che spingono a subire la tratta sessuale vi sono la povertà, l’età, il livello di istruzione, l’analfabetismo e l’indebitamento; le vittime sono spesso vendute dai membri della famiglia ai trafficanti. Inoltre, le bambine più giovani sono vittime della tratta anche per lavori non sessuali, tra cui il lavoro domestico/manuale e il lavoro circense.
ENTI DI ACCOGLIENZA:
NEW NEPAL ENVIRONMENT PROTECTION FORUM (NEFUM)
Il New Nepal Environment Protection Forum (NEFUM) è stato fondato il 16 giugno 2009 con l’obiettivo di lavorare sui temi della salute e dei servizi igienico-sanitari (HS), dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne (SRHR) e dei cambiamenti climatici (CC), della protezione dell’ambiente (EP), della gestione dei rifiuti (GM), tra gli altri. Nel frattempo, il NEFUM si è concentrato sulla creazione di comunità eco-compatibili come villaggi liberi dall’inquinamento e dalla violenza, sull’agricoltura sostenibile attraverso l’agricoltura biologica, sulla fine della crisi alimentare e sulla riduzione dei rischi per la salute con l’aiuto di una serie di corsi di formazione per lo sviluppo delle capacità, campagne di sensibilizzazione, incontri, interazioni, workshop, orientamento e campagne di advocacy. Il NEFUM si concentra profondamente sull’uguaglianza di genere, costruendo la leadership delle donne e il processo decisionale nella loro famiglia e nella società attraverso programmi di sviluppo della salute, dell’istruzione e dell’imprenditorialità. Ma non solo, il NEFUM fornisce servizi di consulenza psicosociale e legale alle sopravvissute alla violenza di genere, alle LGBT e alle lavoratrici del sesso (FSW) dei distretti di Kathmandu, Lalitpur e Bhaktapur. A tal fine, il NEFUM ha svolto attività di advocacy, workshop di sensibilizzazione e programmi educativi con i suoi gruppi di donne, giovani ragazze, persone della comunità, stakeholder, insegnanti e studenti.
Il NEFUM collabora con l’ente di accoglienza in Italia COTS (Children of the Sea Humanitarian Aid Association) in un progetto quadriennale (dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2024) intitolato “Cross-Border Anti-Human Trafficking Project” (Progetto transfrontaliero contro la tratta di esseri umani), finanziato dalla Good Shepherd International Foundation (GSIF) in tre municipalità del distretto di Rupandehi, in particolare la municipalità rurale di Rohini, la municipalità rurale di Marchawar e la municipalità di Siddhartha Nagar.
Nel presente progetto supporterà direttamente le attività sul territorio di Kathmandu e nel Distretto di Rupandehi, in quanto partner operativo di COTS in Nepal.
CREATIVE INSTITUTE NEPAL (CIN)
Il Creative Institute Nepal (CIN) è un’organizzazione femminista locale senza scopo di lucro fondata nel 1998 nel distretto di Rupandehi con l’obiettivo di promuovere l’emancipazione femminile, i diritti del corpo, l’educazione legale e l’emancipazione economica. All’inizio, le sue aree di lavoro principali erano l’alfabetizzazione, l’alfabetizzazione legale e l’empowerment economico e il progetto era finanziato da Pact International e dalla Fondazione Asia. In seguito CIN ha ampliato il suo lavoro con l’obiettivo di prevenire la violenza contro le donne, la tratta delle ragazze e il programma di sostentamento sostenibile per garantire il benessere economico, sociale e politico delle donne e di altri gruppi emarginati, promuovendo il loro accesso ai diritti e alla giustizia sociale nelle loro comunità. Inoltre, il CIN lavora per la migrazione sicura, per i diritti di salute sessuale e riproduttiva delle donne e per il programma di sostegno ai mezzi di sussistenza basati sull’agricoltura, che aiuta le donne a definire il loro rispetto per se stesse e a combattere tutte le discriminazioni.
Nel presente progetto il CIN supporterà tutte le attività di formazione e promozione del ruolo della donna e di supporto alle donne vittime di tratta nel distretto di Rupandehi ed è responsabile del Centro per minori di strada di Butwal e del Centro di Kathmandu, una casa di accoglienza che si occupa di assistenza, consulenza, riabilitazione e reintegrazione dei minori sopravvissuti al traffico di esseri umani, all’abuso sessuale e allo sfruttamento e che sono a rischio.
OBIETTIVO DEL PROGETTO:
Contribuire al miglioramento della qualità di vita di donne, minori, in particolare vittime di tratta, e comunità svantaggiate del territorio nepalese, attraverso l’attivazione di percorsi educativi e formativi sui temi del rispetto di genere, della salute, dell’educazione e della prevenzione e lotta alla tratta di esseri umani.
Tale obiettivo trova la sua attuazione attraverso obiettivi specifici quali:
- Fornire un’educazione di qualità, istruzione tecnica, servizi di psicoterapia, abilità di vita e formazione ai minori accolti
- Riabilitare le donne e i bambini vittime della tratta di esseri umani attraverso la creazione di spazi sicuri
RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
AZIONE 1: Programmazione e gestione interventi.
ATTIVITA’
- Supporto nella raccolta e analisi dati;
- Affiancamento nella gestione e monitoraggio progetti;
- Supporto nella programmazione delle attività di formazione, sensibilizzazione e prevenzione
- Supporto nell’elaborazione, promozione e realizzazione campagne di sensibilizzazione e advocacy
AZIONE 2: Formazione nelle scuole di Kathmandu e zone limitrofe e distretto di Rupandehi.
ATTIVITA’
- Supporto nell’elaborazione, promozione ed organizzazione di incontri di sensibilizzazione presso le scuole comunitarie
- Supporto nella realizzazione di campagne di sensibilizzazione con le comunità locali
- Attività di comunicazione e di promozione
AZIONE 3: Gestione casa famiglia Kathmandu e centro minori di Butwal.
ATTIVITA’
- Supporto nella cura quotidiana dei bambini ospitati
- Supporto nella cura degli spazi utilizzati dai bambini
- Sostegno doposcuola nello svolgimento dei compiti
- Promozione di attività ludico-ricreative in orario extrascolastico (insegnamento dell’inglese)
- Accompagnamento dei bambini durante le gite
- Supporto nella reintegrazione e follow-up
AZIONE 4: Laboratori e attività di counseling per le donne.
ATTIVITA’
- Collaborazione nella realizzazione di workshop di empowerment femminile
- Supporto nell’organizzazione dei servizi psicosociali e medico/sanitari di base
- Supporto nella formazione professionale e inserimento lavorativo
- Affiancamento nel sostegno all’avvio di attività imprenditoriali
- Supporto nella formazione per lo sviluppo delle capacità (abilità di vita, leadership, ecc.)
- Supporto nella coltivazione e commercializzazione prodotti
AZIONE 5: Formazione e sensibilizzazione donne e minori
ATTIVITA’
- Supporto nell’ideazione e nella realizzazione di due campagne di sensibilizzazione della comunità
- Affiancamento nella distribuzione kit sanitari e di emergenza
- Affiancamento nelle attività interne e comunitarie
- Supporto nella formazione per lo sviluppo delle capacità (abilità di vita, leadership, ecc.)
- Supporto nella realizzazione di una campagna giovanile
SEDI DI SVOLGIMENTO:
Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia
SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO IN ITALIA | INDIRIZZO SEDE | CODICE SEDE | N. OP. VOLONTARI |
COTS Children of the sea Humanitarian Aid Association | Via Calcinari 26, Rovereto (TN) | 152868 | 4 |
Sedi di attuazione del progetto all’estero
SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO ALL’ESTERO | INDIRIZZO SEDE | PAESE | CODICE SEDE | N. OP. VOLONTARI |
Nefum Cots Headquarter | Aaditya marga 31, Putalisadak, Kathmandu | NEPAL | 153251 | 4 |
POSTI DISPONIBILI, VITTO E ALLOGGIO E RELATIVE MODALITA’:
I volontari alloggeranno in un appartamento autonomo con uso cucina, situato in un’area centrale di Kathmandu vicino all’ufficio del partner locale Nefum (raggiungibile a piedi), con supervisione di un membro del team di progetto.
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:
Mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri in Italia degli operatori volontari
Sono previsti non più di 10 mesi di permanenza all’estero, suddivisi in due periodi di permanenza dei volontari, intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto e per la programmazione della seconda e per realizzare attività di sensibilizzazione. Compatibilmente con la tempistica del rilascio dei visti di permanenza nel paese la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e la durata del primo periodo di permanenza può variare dai 3 ai 6 mesi.
Nei mesi di luglio e agosto, quando i monsoni colpiscono la zona d’intervento, gli operatori volontari per motivi di sicurezza non potranno soggiornare in Nepal ed è quindi previsto lo svolgimento del servizio nella sede di appoggio del progetto in Italia. In base alla data di avvio del progetto e del conseguente collocamento del periodo monsonico nepalese nell’arco dell’anno di servizio, in tale periodo di servizio in Italia si potranno realizzare attività di formazione specifica, monitoraggio del progetto, e altre attività presso la sede dell’ente di accoglienza COTS e sul territorio trentino.
Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana
Tramite telefono mobile, e-mail, Skype, WhatsApp e simili.
Eventuali particolari condizioni ed obblighi degli operatori volontari
L’orario di servizio viene stabilito dall’Ente di accoglienza in relazione alla natura delle attività previste dal progetto.
Le particolari condizioni ed obblighi richiesti per l’espletamento del servizio sono connessi anche alle specifiche e saltuarie attività progettuali, e di partenariato descritte quali: impiego nelle altre sedi previste dal progetto comprese quelle degli enti partner, pernottamenti per specifiche attività, missioni o trasferimenti in altro comune o regione, flessibilità oraria, impegno nei giorni festivi per eventi associativi e/o comunitari, attività da remoto.
Il servizio avrà una continuità per tutto il periodo del progetto ad esclusione dei giorni di chiusura delle sedi, in aggiunta alle festività riconosciute.
Laddove il numero dei giorni di chiusura della sede, in cui obbligatoriamente l’operatore volontario deve usufruire dei permessi, fosse superiore ad un terzo del totale dei giorni di permesso a sua disposizione, nell’ambito delle attività previste dal piano di impiego, si adotterà una modalità e una sede alternativa per consentire la continuità dello svolgimento del servizio.
Nell’articolazione dell’orario di servizio di norma non è previsto il recupero di ore aggiuntive superiori a quelle giornaliere e settimanali previste. Nei casi eccezionali in cui questo dovesse verificarsi l’ente si attiverà per far “recuperare” le ore in più entro il mese successivo e senza che i giorni effettivi di servizio siano inferiori a quelli indicati in sede progettuale.
Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per una organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari sono richieste le seguenti condizioni e disponibilità:
- Disponibilità ad un periodo di fino a 10 mesi di permanenza all’estero;
- Obbligo di svolgere il servizio presso la sede di appoggio in Italia durante i mesi di luglio e agosto per condizioni organizzative del progetto;
- Disposizione alla vita di comunità e alla condivisione e co-gestione dello spazio abitativo con gli altri volontari e operatori del servizio civile, alla preparazione comune dei pasti e alla pulizia degli ambienti personali;
- Stile di vita essenziale;
- Flessibilità negli orari di servizio e disponibilità, se necessario, a prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti;
- Disponibilità a impegnarsi autonomamente a frequentare un corso di lingua prima dell’avvio del progetto, qualora non ne avesse un livello di conoscenza adeguato;
- Disponibilità a svolgere missioni anche in luoghi diversi dalla sede del servizio o fuori Regione;
- Disponibilità a seguire scrupolosamente le indicazioni dell’Ente in materia di prevenzione e sicurezza connesse alla partecipazione al progetto;
- Predisposizione alle attività con l’utenza;
- Comportamento educato e rispettoso nei confronti dell’utenza e del contesto di svolgimento del servizio;
- Sottoscrizione e rispetto delle norme e indicazioni contenute nel Piano di sicurezza Paese;
- Sottoscrizione e rispetto degli eventuali Regolamenti interni predisposti dall’Ente;
- Particolare attenzione alla riservatezza riguardo le informazioni riguardante gli utenti di cui si dovesse venire a conoscenza nel contesto di servizio;
- Disponibilità a svolgere la formazione generale e/o specifica in modalità residenziale o remoto secondo le modalità previste dal progetto e dalle Disposizioni vigenti;
- Disponibilità, se in possesso di patente B, a porsi alla guida di automezzi appartenenti e/o a disposizione dell’ente di assegnazione, di sua proprietà o di terzi, per l’attuazione degli interventi previsti dal progetto e a rispettare l’automezzo utilizzato e il programma delle attività, gli orari e i percorsi senza nessun onere dei costi (benzina, parcheggi,…) o richieste di eventuali danni causati al mezzo utilizzato durante lo svolgimento del servizio.
- Rientro in Italia negli ultimi giorni di servizio e partecipazione alla valutazione finale del progetto
Particolari condizioni di disagio per gli operatori volontari
Fisicamente si richiede una buona forma fisica, Kathmandu é una valle a 1400 m e alcune attività di servizio prevedono di salire di quota per raggiungere alcune scuole dove si realizzano attività di consegna materiali o organizzazione di workshop brevi, inoltre chi soffre d’asma o di problemi respiratori potrebbe avere difficoltà perché nel contesto dei territori d’intervento c’é la presenza di molta polvere.
Persone che assumono medicinali come ansiolitici o vitamine con ansiolitici devono avere certificati medici che ne comprovano la necessità, perché l’uso è illegale nel paese.
Malattie quali epatite, malaria, tifo, poliomelite, rabbia e ultimamente anche dengue sono endemiche nel paese (malaria sotto i 1000m, dengue anche a Kathmandu). Sono raccomandate, previo parere medico, vaccinazioni per epatite A e B, antipolio (se non ricevuto da bambini), Covid 19 (anche nei periodi in cui il virus sembra avere scarsa diffusione, è sempre possibile un improvviso e rapido aumento dei casi), e si raccomanda di prendere tutte le misure preventive contro le punture di zanzara.
Durante la stagione monsonica gli operatori volontari a motivo di tutela della sicurezza dovranno adeguarsi alla rimodulazione del servizio presso la sede di appoggio in Italia, per evitare di esporsi a disagi e pericoli causati dal rischio di smottamenti, frane e alluvioni.
EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:
No.
DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE:
I criteri di selezione sono pubblicati sul sito del CESC Project al link https://www.cescproject.org/main/2020/12/15/criteri-di-selezione/
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:
Le competenze degli operatori volontari verranno attestate utilizzando un “attestato specifico” rilasciato e sottoscritto da ente terzo ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DI BUSNELLI SALVI. L’attestato varrà rilasciato agli operatori ai volontari che completano il periodo del servizio civile universale o che ne abbiano svolto almeno il 75% e spetta, altresì, a coloro che hanno svolto un periodo di servizio civile pari ad almeno il 50% dei mesi complessivamente previsti e lo stesso sia stato interrotto dall’operatore volontario per documentati motivi di salute o per cause imprevedibili non a lui/lei imputabili.
In caso di svolgimento di un periodo di servizio civile inferiore alle soglie sopra descritte e allorquando il volontario abbia svolto i moduli di formazione generale e il modulo di formazione specifica relativo alla sicurezza ai sensi del d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i., l’ente, su richiesta dell’operatore volontario, attesterà il solo svolgimento della formazione stessa, senza rilasciare attestato o certificazione.
FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
La durata della formazione sarà di 31 ore che saranno svolte in unica tranche, entro la prima metà del periodo di realizzazione del progetto.
La formazione generale può essere erogata anche nella forma on line per una percentuale del 50% delle ore previste, in modalità sincrona e asincrona (senza che la formazione asincrona superi il 30% delle ore totali previste in modalità on line).
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
L’attività in presenza costituirà almeno il 70% della modalità utilizzata e il resto delle ore potrà essere erogato in modalità FAD così come previsto dalle Linee guida per la formazione generale e specifica delle operatrici volontarie e degli operatori volontari in Servizio Civile Universale e per la formazione delle formatrici e dei formatori del 31 gennaio 2023.
Resta altresì inteso che gli enti sono organizzati per svolgerla anche secondo quanto previsto dalla Circolare del 31 gennaio 2023 recante “Disposizioni per la redazione e la presentazione dei programmi di intervento di servizio civile universale – Criteri e modalità di valutazione” e cioè con il criterio che “la percentuale della formazione erogata on line in modalità sincrona e in modalità asincrona non potrà superare complessivamente il 50% del totale delle ore previste, tenendo presente che la modalità asincrona non può mai superare il 30% del totale delle ore previste”.
Proponendo il progetto, inoltre, si aderisce alle disposizioni sperimentali e transitorie in base a cui potrà essere svolta la formazione a distanza (FAD) in modalità totalmente asincrona, per le seguenti casistiche:
- per le azioni di recupero della formazione in caso di assenze giustificate con un numero non superiore a 3 OV per sede;
- per le azioni di recupero della formazione in favore di tutti i subentranti che oggettivamente non abbiano potuto partecipare alla formazione rispetto alla tempistica di subentro in relazione al calendario degli appuntamenti formativi;
- per l’erogazione del solo modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego di operatori volontari di servizio civile universale.
Per favorire la realizzazione delle ore di FAD in asincrona, e per facilitare l’attuazione delle disposizioni sperimentali e transitorie di cui sopra, il CESC Project ha implementato la propria piattaforma di e-learning in moodle www.cescproject.org/elearning e l’ha resa accessibile ai formatori specifici dei suoi enti di accoglienza.
Moduli della formazione e loro contenuti con l’indicazione della durata di ciascun modulo
I moduli della formazione specifica, verranno erogati alle/agli operatrici/operatori volontarie/i, in doppia tranche con il 70% delle ore entro 90 giorni dall’avvio del servizio ed il restante 30% delle ore entro il terzultimo mese.
MODULI FORMATIVI E CONTENUTI FORMATIVI
Modulo | Descrizione dettagliata dei Contenuti formativi |
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h) | -Aspetti storici e culturali, la mission, la rete di relazioni sul territorio -Approfondimento degli strumenti e delle attività di avvio progetto: l’equipe multidisciplinare, le modalità di coordinamento, lo staff operativo, le attività di kick off e di networking, gli stakeholder. -L’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi e i progetti in corso di realizzazione -Compiti e funzioni dell’Ente, l’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi, progetti in corso di realizzazione, la rete di collaborazioni e enti partner di progetto SCU; |
Modulo 2: Il ruolo e le competenze dell’Operatore volontario nella sede di servizio e nel progetto (20h) | -Presentazione dei ruoli, comprensione del proprio lavoro e individuazione delle priorità di intervento. -Gestione delle relazioni interpersonali con colleghi, utenti e destinatari. -Modalità di fruizione dei servizi e di utilizzo degli spazi e degli strumenti a disposizione del progetto -L’apporto degli operatori volontari nella relazione con le comunità locali -L’apporto degli operatori volontari nella realizzazione delle attività previste dal progetto nei centri di accoglienza e nelle comunità periferiche e rurali -Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. -Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 3: Conoscenza dell’utenza e/o destinatari: caratteristiche generali e aspetti specifici (20h) | -Gli interventi a favore dei minori, donne e vittime di violenza -Le strutture e i servizi rivolti ai minori di strada e alle donne vittime di violenza -Analisi dei bisogni, le risorse interne e le criticità nei percorsi di accoglienza e presa in carico del minore, percorsi di contrasto alle forme di violenza e nei percorsi di socializzazione -La creazione e gestione di percorsi di inserimento sociale, scolastico, professionale e lavorativo -Strumenti e metodi di intervento per l’inclusione sociale e lo sviluppo della persona -Le attività di sensibilizzazione e coinvolgimento con gli utenti e/o dei destinatari -La gestione delle informazioni sull’utenza ed elementi normativi su privacy e riservatezza -Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. -Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari. |
Modulo 4: Tecniche, metodi e strumenti specifici dell’intervento con l’inclusione e il reinserimento sociale (20h) | – Tecniche e metodologia del lavoro con donne e minori marginalizzati del territorio di Kathmandu – Personalizzazione del percorso di accoglienza – Caratteristiche degli interventi personalizzati, individualizzati, di gruppo, laboratoriali – Metodologie e strumenti di progettazione, attuazione monitoraggio e valutazione degli interventi – Strumenti di valutazione per misurare l’efficacia e l’impatto del progetto personalizzato sugli obiettivi di vita della persona – Fondamenti di psicologia della devianza e della marginalità – Il lavoro di équipe e in team in relazione con gli utenti delle aree di intervento – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 5: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile (4 h) anche in forma asincrona | – La normativa in Italia sulla sicurezza (D.Lgs 81/2008): ruoli, funzioni, prassi – I rischi generici comuni connessi a tutte le attività di progetto – I rischi specifici connessi ai luoghi di lavoro in cui è svolta l’attività, secondo il Documento di valutazione dei rischi dell’organizzazione – La sicurezza come processo di miglioramento continuo – Vincoli normativi come opportunità e non come freno per il processo lavorativo – I principali rischi presenti nelle attività di progetto (rischi tipici di settore/dimensione) – Elementi di valutazione dei comportamenti: fattori ambientali e fattori individuali – Percezione del rischio e propensione al rischio – Le ricadute applicative e organizzative della valutazione del rischio La gestione delle emergenze e delle criticità. |
ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO
TITOLO: EURASIA SOLIDALE PER L’INCLUSIONE DELLE PERSONE FRAGILI – 2024
OBIETTIVO AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE:
OBIETTIVO 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e un’opportunità di apprendimento per tutti
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:
Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese
PER INFORMAZIONI
E-mail: estero@cescproject.org
Sportello telefonico Infobando:
Dal Lunedì al Venerdì: 9.30 – 13.00
14.00 – 17.00
Tel: +39 3516881486