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SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA DI INTERVENTO “IN RETE CON L’AFRICA PER L’INCLUSIONE DELLE PERSONE FRAGILI”
TITOLO DEL PROGETTO:
COMUNITA’ INCLUSIVE: CON MINORI E DISABILI IN TANZANIA
SETTORE E AREA DI INTERVENTO:
Settore: G-Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani
Area di intervento: Cooperazione allo sviluppo
Il progetto si basa sull’assunto che la disabilità, le abilità e i diritti delle persone con disabilità non sono ancora ben compresi in Tanzania. Il Community Health Fund (CHF) del Paese non ha un focus specifico sulla disabilità e i suoi limiti in termini di servizi per le persone con disabilità includono la mancanza di fornitura di dispositivi di assistenza. Il progetto interviene nel campo del sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale, attraverso l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni.
DURATA DEL PROGETTO: 12 mesi
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO E PRESENTAZIONE ENTI DI ACCOGLIENZA
La disabilità è considerata una disgrazia in alcune parti della Tanzania: ci sono basse aspettative sulle capacità delle persone con disabilità, che sono soggette ad un accesso limitato ai servizi sanitari a causa di fattori che includono lo stigma e la discriminazione.
A causa dei problemi del sistema scolastico, come il sovraffollamento e il deterioramento della qualità dell’istruzione, il governo e le organizzazioni per la disabilità hanno dato la priorità alle scuole e alle unità speciali, anche se non sono in grado di soddisfare i bisogni di tutti i bambini con disabilità nel Paese. Le persone con disabilità affrontano delle difficoltà anche nell’accesso alle opportunità di lavoro, anche perché lo stigma rimane una barriera significativa all’accesso al lavoro o ai mezzi di sussistenza.
La legge del 2010 ha sostituito la Politica Nazionale sulla Disabilità del 2004. Secondo i suoi stessi termini, lo scopo della legge è “prendere disposizioni per l’assistenza sanitaria, il sostegno sociale, l’accessibilità, la riabilitazione, l’istruzione e la formazione professionale, la comunicazione, l’occupazione o la protezione del lavoro e la promozione dei diritti di base per le persone con disabilità e prevedere le questioni correlate” (Tanzania, 2010, p. 5).
La politica sanitaria garantisce il libero accesso ai servizi sanitari agli anziani, ai bambini sotto i cinque anni, alle donne incinte, coloro che vivono con l’HIV/AIDS e/o sono affetti dal cancro e dalla tubercolosi. Non è giuridicamente chiaro se questo regolamento includa le persone con disabilità.
MBEYA
Nella città di Mbeya le persone con disabilità hanno diverse possibilità di accedere ai servizi sanitari e riabilitativi, ma l’inclusione scolastica dei bambini e ragazzi con disabilita e i servizi di formazione professionale non sono ancora diffusi e necessitano di promozione importante. Inoltre, per coloro che hanno concluso le scuole primarie non sempre vi è la possibilità di proseguire con gli studi ed il diritto all’istruzione viene gradualmente perduto.
Per quanto riguarda il distretto di Kyela ad oggi vi è la presenza di circa 10.000 persone con disabilità che comprendono adulti e bambini. Purtroppo, i servizi sanitari del distretto sono ridotti e spesso le famiglie raggiungono i servizi troppo tardi per poter usufruire di un servizio che possa limitare i danni subiti (infezioni, ustioni, malnutrizione) o ridurli, cosa che sarebbe più semplice in presenza di un riconoscimento precoce del rischio. Inoltre, i servizi offerti nella zona sono limitati e qualora si volesse ad esempio, effettuare una valutazione specialistica, o iniziare un ciclo di terapie, è necessario raggiungere la città di Mbeya, con conseguenti difficolta economiche ed organizzative.
CRITICITA’ RISCONTRATE
Nella città di Mbeya le persone con disabilità hanno le seguenti opportunità e carenze:
– Poca diffusione dell’inclusione scolastica nelle scuole ordinarie primarie
– Servizi di formazione professionale carenti o poco conosciuti
– Difficoltà nel proseguire gli studi dopo le scuole primarie
– Servizi sanitari ridotti
Inuka – NJOMBE
La sede di realizzazione del progetto Gondwana Inuka si trova nel villaggio di Wanging’ombe, nella regione di Njombe. Qui l’attività economica prevalente è l’agricoltura e moltissime sono le famiglie che si sostentano proprio grazie al lavoro della terra, ma le tecniche tradizionali utilizzate procurano raccolti spesso troppo magri per soddisfare i bisogni dell’intero nucleo familiare e molte famiglie e molti giovani sono costretti ad abbandonare le campagne e andare a cercare fortuna nelle grandi città. Di fronte a questa situazione, manca un’azione di sostegno rivolta proprio alla piccola agricoltura, alla quale è legata la sopravvivenza delle tante famiglie che nei villaggi rurali vivono solo attraverso quel poco che riescono a ricavare dai campi. Relativamente ai giovani disabili, presso i territori in cui si trova la sede Gondwana Inuka, non ci sono spazi per la formazione dei ragazzi. Questi giovani dopo la scuola o anche durante, hanno bisogno di sperimentare le proprie abilità per essere poi inseriti adeguatamente nelle attività produttive svolte nella propria famiglia d’origine. Vi è inoltre una costante richiesta delle famiglie di accedere a servizi riabilitativi per i propri figli con disabilità che eccede l’offerta. L’ospedale di riabilitazione Inuka CBR (Community Based Rehabilitation), inaugurato nel 2011, e i relativi 5 centri diurni dislocati nella regione, sono le uniche strutture riabilitative della Regione di Njombe che offrono i propri servizi in un contesto che non garantisce purtroppo nessuna alternativa. Le attività svolte all’interno del centro sono volte a supportare bambini e adulti con disabilità e le loro famiglie attraverso la riabilitazione motoria e cognitiva, l’inclusione scolastica, il supporto psicologico e la formazione sulla disabilità.
CRITICITÀ RISCONTRATE
– poca diffusione dell’inclusione scolastica
– servizi di formazione professionale carenti o poco conosciuti
– dopo le scuole primarie difficoltà nel proseguire con gli studi
– servizi sanitari ridotti e ridotta conoscenza dei servizi riabilitativi da parte dello staff sanitario nella regione
– mancanza di screening sui danni da infezioni, ustioni, malnutrizione
– manca un’azione di sostegno alla piccola agricoltura
– manca sostegno alle donne che sono madri e lavoratrici dei campi
– assenza di percorsi e programmi di micro-sviluppo territoriale e per la costituzione e l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali a conduzione familiare.
ENTI DI ACCOGLIENZA
GONDWANA ASSOCIAZIONE DI COOPERAZIONE E DIPLOMAZIA POPOLARE
L’Associazione Gondwana si occupa di Servizio Civile, Corpi civili di pace e cooperazione dal basso in Sudamerica e Africa. Gondwana è arricchita dalle esperienze e dai valori di tanti e tante giovani provenienti da tutta Italia, accomunati dalla scelta di servizio civile e Corpi civili di Pace o da un’esperienza di volontariato svolta nel sud del mondo, da esperienze di quella che è definita diplomazia popolare, un incontro tra popoli che si concretizza nella reciprocità dei rapporti e si manifesta come cambiamento dal basso possibile e necessario.
HAKUNA MATATA
L’ente opera principalmente nella Repubblica Unita di Tanzania in collaborazione con i suoi partner, le diocesi di Njombe e Mbeya. I settori di intervento dell’organizzazione sono: orfani e bambini vulnerabili, impatto verde, socio-agroalimentare, salute e riabilitazione, disabilità.
Progetti attualmente realizzati:
-Orfani e bambini vulnerabili. Hakuna Matata sostiene la parrocchia di Ilembula con i costi di gestione di 68 scuole materne, con oltre 2200 bambini nei villaggi e 135 insegnanti locali. I fondi di Hakuna Matata sostengono anche i costi di gestione dell’orfanotrofio di Tumaini, nel villaggio di Ilunda;
-Avviamento della produzione di vaniglia. Questo progetto ha l’obiettivo di creare un’attività socio-agroalimentare sostenibile e redditizia, producendo vaniglia da distribuire in Italia e altrove. L’obiettivo è quello di intervenire su tutti gli aspetti della filiera della vaniglia per ridurre la distanza tra i produttori e il mercato finale, garantendo un prodotto tracciabile e di alta qualità all’acquirente e maggiori profitti ai coltivatori;
-Programma di forestazione di CO2. È in corso un’attività di riforestazione nelle regioni di Njombe e Mbeya, con l’obiettivo di piantare almeno 1 milione di alberi entro il 2030. Il programma è realizzato in collaborazione con l’Ufficio di Sviluppo di Njombe e l’Organizzazione di Sviluppo Shalom. Un altro partner dell’iniziativa è la società Treedom, che opera con la missione di apportare benefici sociali e ambientali attraverso la promozione di progetti agroforestali;
-Inuka Upgrading Project. Inuka CBR sostiene oltre 2800 bambini disabili fornendo cure sanitarie, riabilitative e nutrizionali. I fondi di Hakuna Matata contribuiscono a potenziare l’attività e a sostenere l’organizzazione nel diventare un fornitore di servizi di riabilitazione riconosciuto e specializzato.
DIOCESI DI NJOMBE
La Diocesi di Njombe, suddivisa in 31 parrocchie, conta una popolazione di 660.000 abitanti di cui il 39,2% battezzati. Attualmente guidata dal vescovo Alfred Leonhard Maluma ed è da anni impegnata nella lotta a favore delle fasce più deboli della popolazione più deboli attraverso iniziative e progetti specifici. La Diocesi di Njombe può contare su un notevole numero di persone che svolgono un’attività di volontariato in ambito sociale di circa 260 persone.
OSPEDALE DI RIABILITAZIONE INUKA CBR
È un centro di riabilitazione, divenuto nel 2019 “Ospedale di riabilitazione” con l’obiettivo di fornire servizi di alta qualità alle persone con disabilità e ad altri pazienti con bisogni di riabilitazione, coinvolgendo le loro famiglie e le comunità in cui si stanno inserendo, secondo la metodologia della riabilitazione su base comunitaria. La sede è presso il villaggio di Wanging’ombe nella regione di Njombe in Tanzania. Nel compound sono presenti, oltre alla palestra di riabilitazione: un ufficio di coordinamento, gli alloggi dei referenti, un ostello, per ospitare i pazienti e i loro familiari, un laboratorio di ausili ortopedici, un oleificio di olio di girasole di alta qualità e un laboratorio di artigianato i quali proventi sostengono il centro di riabilitazione. Inuka dal 2011 si è fatta carico di oltre 2000 persone con disabilità assicurando riabilitazione e ausili, e formazione alle famiglie.
SHALOM, DEVELOPMENT ORGANIZATION /CARITAS DI MBEYA NGO TANZANIA
È una ONG tanzaniana che opera in tutto il Paese ed è un’organizzazione “sorella” della Caritas Mbeya. In coerenza con la normativa in vigore nel Paese la Caritas Mbeya è un organismo ecclesiale del Dipartimento di sviluppo dell’Arcidiocesi di Mbeya mentre SHALOM è stata registrata come ONG per promuovere iniziative esterne di sviluppo della Comunità. La Vision di SHALOM è quella di operare perché le Comunità abbiano risposte adeguate ai problemi della salute, abbiano accesso facilitato alle informazioni, siano rispettose dell’ambiente ed indipendenti a livello economico e in questo quadro il Programma Mbeya CBR – Simama è stato promosso attraverso progetti di cooperazione internazionale e decentrata in partenariato con Gondwana. In collaborazione con Hakuna Matata dal 2023 supporta 3 unita’ riabilitative nel Distretto di Kyela.
DURATA DEL PROGETTO: 12 mesi
OBIETTIVO DEL PROGETTO:
Promuovere e tutelare i diritti umani e civili delle persone con disabilità, per favorire la loro piena integrazione nella Comunità a partire dall’istruzione, la socialità e il lavoro.
Obiettivi specifici:
– Incentivare la raccolta e la diffusione di dati e informazioni sullo status dei diritti delle persone con disabilità in Tanzania
– Promuovere l’inclusione scolastica, lavorativa e sociale delle persone con disabilità nei territori sede di progetto
-Favorire la creazione di reti locali ed internazionali di promozione dei diritti delle persone con disabilità
RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI
Di seguito sono riassunte le attività previste per gli operatori del servizio civile, in affiancamento al personale e ai volontari dell’ente, per entrambe le sedi.
Azione 1: Censimento e raccolta dati su persone con disabilità e servizi a cui accedono
- Attività preparatoria di ricerca;
- Elaborazione e somministrazione questionari;
- Raccolta e analisi dati;
- Creazione e diffusione dati e informazioni;
- Aggiornamento e monitoraggio;
- Contributo elaborazione Report semestrali
Azione 2: Supporto operativo e gestionale
- Attività di vita quotidiana (indipendenza personale, terapia occupazionale, autosufficienza, autodeterminazione);
- Laboratori di micro-imprenditorialità e attività occupazionali non produttive (orto, piante aromatiche, gastronomia, riciclaggio);
- Laboratori artistico-espressivi (teatro, educazione fisica e all’espressione corporale);
- Laboratori di comunicazione (informatica, fotografia e radio);
- Attività di stimolazione cognitiva, di socializzazione ed inclusione (scambi con altre istituzioni e uscite di gruppo);
- Attività di convivenza e tempo libero/ricreative (sport, camping, cultura e colonie estive);
- Somministrazione questionari e raccolta interviste;
- Valutazione dei beneficiari, dei progressi, partecipazione ecc.;
- Partecipazione a riunioni con i famigliari e riunioni di equipe
- Preparazione e realizzazione attività formative su tecniche di Riabilitazione su Base Comunitaria (CBR)
Azione 3: Realizzazione di progetti di inclusione sociale, mediazione didattica per l’integrazione scolastica e di promozione dei diritti delle persone con disabilità
- Presa contatti con scuole e realtà locali impegnate nell’ambito della disabilità
- Attività di accompagnamento e supporto didattico
- Organizzazione corsi e materiali per personale docente e raccolta dati
- Accompagnamento progettazione e realizzazione di eventi itineranti di promozione sociale e di laboratori di coscientizzazione e di promozione dei diritti delle persone con disabilità (l’ho mandato a capo, era con il punto precedente)
Azione 4: Misure di sensibilizzazione comunitaria ed internazionale
- Progettazione e realizzazione di eventi itineranti di promozione sociale
- Realizzazione di laboratori di coscientizzazione e di promozione dei diritti delle persone con disabilità
- Progettazione e realizzazione di materiale di sensibilizzazione quale video, volantini, brochure, ecc.;
- Creazione di reti e collaborazioni tra realtà locali ed internazionali
- Collaborazione nella realizzazione di incontri comunitari e diffusione dei materiali
- Organizzazione e realizzazione di laboratori condivisi e partecipati per proposte normative e rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti (preparazione materiale, organizzazione logistica; contatti partecipanti, ecc.)
SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto in Italia
Sede di attuazione del progetto in Italia | Indirizzo sede | Codice sede | N. Volontari |
Gondwana Coordinamento SCU Italia | VIA APPIA NUOVA 985 – 00178 ROMA | 214644 | 4 |
Sedi di attuazione del progetto all’estero
Sede di attuazione del progetto all’estero | Indirizzo | Paese | Codice Sede | N. Volontari |
Gondwana Mbeya | Hospital Hill snc | TANZANIA | 153341 | 2 |
Gondwana Inuka | Mbeya road – Wanging’ombe snc | TANZANIA | 153137 | 2 |
TOTALE POSTI DISPONIBILI: 4 POSTI CON VITTO E ALLOGGIO
Gli operatori del servizio civile saranno ospitati in strutture gestite e organizzate in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, vicine alle sedi di servizio. Il vitto verrà fornito presso la sede dove si realizzano le attività previste oppure preparato in autonomia presso la sede di alloggio.
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:
Mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri in Italia degli operatori volontari
Disponibilità ad un periodo di circa 11 mesi di permanenza all’estero.
Sono previsti due periodi di permanenza dei volontari nella sede del progetto in loco intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo si conclude entro il sesto mese.
Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana
Tramite e-mail, WhatsApp, Zoom. Nelle sedi degli enti attuatori all’estero è presente la connessione ad internet.
Eventuali particolari condizioni ed obblighi degli operatori volontari
Per acquisire tutte le informazioni aggiornate e necessarie per compiere una valutazione adeguata e consapevole sulle caratteristiche del progetto per cui si sta presentando la propria candidatura, è importante per il candidato prendere contatto con gli enti attuatori, soprattutto nel periodo di apertura del bando per la presentazione delle candidature, informandosi in ordine a:
– tempistiche previste per avvio del progetto, partenza verso il paese estero, rientro di verifica intermedio;
– eventuali condizioni per l’ingresso nel paese estero (passaporto, vaccinazioni obbligatorie…);
– documentazione che si renderà necessaria alla richiesta di visto di ingresso/permanenza nel paese laddove previsto (ad esempio certificati penali -casellario giudiziale e carichi pendenti- con esito nullo);
– condizioni di servizio presso la sede estera collegate alle disposizioni comportamentali e di sicurezza dei Regolamenti interni predisposti dall’Ente, in raccordo con le indicazioni contenute nel Piano sicurezza finalizzato alla salvaguardia dell’incolumità dei volontari e del personale impiegato nel progetto;
– vaccinazioni e profilassi necessarie allo svolgimento delle attività previste presso le sedi ove richiesto;
– presentazione dei certificati penali (casellario giudiziale e carichi pendenti) con esito nullo se richiesti dalla normativa prevista e in essere per il personale coinvolto a qualsiasi titolo nelle attività presso le strutture degli enti partner locali in cui gli operatori volontari svolgono il servizio.
Le particolari condizioni ed obblighi richiesti per l’espletamento del servizio sono connessi anche a eventuali specifiche e saltuarie attività progettuali e di partenariato descritte quali: impiego nelle altre sedi previste dal progetto comprese quelle degli enti partner, pernottamenti per specifiche attività, missioni o trasferimenti in altro comune o regione, flessibilità oraria, impegno nei giorni festivi per eventi associativi e/o comunitari, attività da remoto.
Il servizio avrà una continuità per tutto il periodo del progetto ad esclusione dei giorni di chiusura delle sedi, in aggiunta alle festività riconosciute.
Laddove il numero dei giorni di chiusura della sede, in cui obbligatoriamente l’operatore volontario deve usufruire dei permessi fosse superiore ad un terzo del totale dei giorni di permesso a sua disposizione, nell’ambito delle attività previste dal piano di impiego, si adotterà una modalità e una sede alternativa per consentire la continuità dello svolgimento del servizio.
L’orario di servizio viene stabilito dall’Ente di accoglienza in relazione alla natura delle attività previste dal progetto.
Nell’articolazione dell’orario di servizio di norma non è previsto il recupero di ore aggiuntive superiori a quelle giornaliere e settimanali previste. Nei casi eccezionali in cui questo dovesse verificarsi l’ente si attiverà per far “recuperare” le ore in più entro il mese successivo e senza che i giorni effettivi di permanenza presso la sede di servizio siano inferiori a quelli indicati in sede progettuale.
Agli operatori volontari vengono richiesti:
- Disponibilità ad un periodo di 11 mesi di permanenza all’estero;
- Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali;
- Disposizione alla vita di comunità e alla condivisione e co-gestione dello spazio abitativo con gli altri volontari e operatori del servizio civile, alla preparazione comune dei pasti e alla pulizia degli ambienti personali;
- Abitare nelle strutture indicate dall’ente;
- Partecipare alle situazioni di vita comunitaria;
- Stile di vita essenziale;
- Flessibilità negli orari di servizio;
- Disponibilità a svolgere servizio nei giorni di sabato, domenica e festivi (garantendo i riposi settimanali e recuperi previsti dal regolamento);
- Disponibilità a seguire scrupolosamente le indicazioni dell’Ente in materia di prevenzione e sicurezza connesse alla partecipazione al progetto;
- Predisposizione alle attività con l’utenza;
- Comportamento educato e rispettoso nei confronti dell’utenza e del contesto di svolgimento del servizio;
- Sottoscrizione e rispetto delle norme e indicazioni contenute nel Piano di sicurezza Paese;
- Sottoscrizione e rispetto degli eventuali Regolamenti interni predisposti dall’Ente;
- Comunicazione ai responsabili di qualsiasi tipo di spostamento dalla sede, oltre quelli programmati o previsti nelle attività di progetto;
- Particolare attenzione alla riservatezza riguardo le informazioni riguardante gli utenti di cui si dovesse venire a conoscenza nel contesto di servizio;
- Disponibilità a svolgere la formazione generale e/o specifica in modalità residenziale o da remoto secondo le modalità previste dal progetto e dalle Disposizioni vigenti;
- Disponibilità a frequentare un corso di lingua e cultura swahili;
- Disponibilità a svolgere la formazione generale e/o specifica, in modalità residenziale o FAD, anche in momenti non coincidenti (sia in termini di fasce orarie di impegno che di giorni di servizio) con quanto previsto dal piano di servizio ordinario. Dette modifiche rispetteranno comunque il numero di giorni e di ore di servizio totali e la fascia oraria massima consentita per lo svolgimento del servizio civile stesso cioè dalle ore 6.00 alle ore 23.00. Nelle giornate di formazione le ore eventualmente svolte in più rispetto alla media saranno recuperate nell’arco del servizio: questa fattispecie si applica anche nei casi in cui la formazione generale e specifica siano di tipo residenziale.
- Rientro in Italia negli ultimi giorni di servizio e partecipazione alla valutazione finale del progetto.
Particolari condizioni di disagio per gli operatori volontari
Non sono state riscontrate significative situazioni di disagio per i volontari. Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, è previsto che condividano la casa e vengano alloggiati in stanze multiple.
Per la persona che proviene da Paesi Europei le condizioni di disagio sono legate sostanzialmente a quelle di una “normale” permanenza in un paese africano: gli accorgimenti trasmessi da chi ha esperienza pluriennale di vita in Africa (ad es. solo acqua filtrata) sono sufficienti a eliminare rischi seri di malattie e/o di inconvenienti.
La malaria non viene segnalata nell’altipiano in cui si trovano le Regioni di Mbeya e di Njombe; al contrario vanno prese le precauzioni del caso quando si dovessero programmare spostamenti all’interno del Paese (ad esempio visite nella zona della costa o sulle Isole).
EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:
No.
CRITERI DI SELEZIONE: I criteri di selezione sono pubblicati sul sito www.cescproject.org
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:
Le competenze acquisite dagli operatori volontari attraverso lo svolgimento delle suddette attività verranno attestate utilizzando un “attestato specifico” rilasciato e sottoscritto da ente terzo ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DI BUSNELLI SALVI anche denominata “Aliante studio di formazione e consulenza” C.F. 09413931008, soggetto giuridico privato, diverso dall’ente proponente e dall’ente attuatore del progetto, che, da statuto, si occupa di attività di valutazione o di bilancio delle competenze e attività ad esse riconducibili quali la formazione, l’orientamento formativo, l’orientamento professionale, l’incontro domanda-offerta di lavoro, anche a titolo non esclusivo. L’attestato sarà anche sottoscritto dal CESC Project (ente titolare proponente il progetto) e dall’ente di accoglienza e verrà rilasciato agli operatori ai volontari che completano il periodo del SCU o che ne abbiano svolto almeno il 75%. Detto attestato spetta, altresì, a coloro che hanno svolto un periodo di servizio civile pari ad almeno il 50% dei mesi complessivamente previsti e lo stesso sia stato interrotto dall’operatore volontario per documentati motivi di salute o per cause imprevedibili non a lui imputabili.
In caso di svolgimento di un periodo di servizio civile inferiore alle soglie sopra descritte e allorquando il volontario abbia svolto i moduli di formazione generale e il modulo di formazione specifica relativo alla sicurezza ai sensi del d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i., l’ente, su richiesta dell’operatore volontario, attesterà il solo svolgimento della formazione stessa, senza rilasciare attestato o certificazione.
FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
La durata della formazione sarà di 31 ore che saranno svolte in unica tranche, entro la prima metà del periodo di realizzazione del progetto.
La formazione generale può essere erogata anche nella forma on line per una percentuale del 50% delle ore previste, in modalità sincrona e asincrona (senza che la formazione asincrona superi il 30% delle ore totali previste in modalità on line).
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
La durata della formazione sarà di 72 ore di cui il 70% delle ore saranno svolte entro e non oltre 90 giorni dall’avvio del progetto, il restante 30% delle ore entro e non oltre 270 giorni dall’avvio del progetto.
Proponendo il progetto, inoltre, si aderisce alle disposizioni sperimentali e transitorie in base a cui potrà essere svolta la formazione a distanza (FAD) in modalità totalmente asincrona, per le seguenti casistiche:
-per le azioni di recupero della formazione in caso di assenze giustificate con un numero non superiore a 3 OV per sede;
-per le azioni di recupero della formazione in favore di tutti i subentranti che oggettivamente non abbiano potuto partecipare alla formazione rispetto alla tempistica di subentro in relazione al calendario degli appuntamenti formativi;
-per l’erogazione del solo modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego di operatori volontari di servizio civile universale.
Moduli della formazione e loro contenuti con l’indicazione della durata di ciascun modulo
MODULI FORMATIVI E CONTENUTI FORMATIVI |
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)
– Aspetti storici e culturali, la mission, la rete di relazioni sul territorio – Approfondimento degli strumenti e delle attività di avvio progetto: l’equipe multidisciplinare, le modalità di coordinamento, lo staff operativo, le attività di kick off e di networking, gli stakeholder. – L’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi e i progetti in corso di realizzazione – Compiti e funzioni dell’Ente, l’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi, progetti in corso di realizzazione, la rete di collaborazioni e enti partner di progetto SCU |
Modulo 2: Il ruolo e le competenze dell’Operatore volontario nella sede di servizio e nel progetto (20h)
– Presentazione dei ruoli, comprensione del proprio lavoro e individuazione delle priorità di intervento. – Gestione delle relazioni interpersonali con colleghi, utenti e destinatari. – Modalità di fruizione dei servizi e di utilizzo degli spazi e degli strumenti a disposizione del progetto – L’apporto degli operatori volontari nella relazione con contadini, donne e popolazioni originarie – L’apporto degli operatori volontari nella realizzazione delle attività previste dal progetto negli uffici del partner locale, visite alle comunità, uscite sul campo – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. – Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 3: Conoscenza dell’utenza e/o destinatari: caratteristiche generali e aspetti specifici (20h)
– Gli interventi a favore di contadini, donne e popolazioni originarie – Le strutture e i servizi rivolti ai contadini, donne e popolazioni originarie – Analisi dei bisogni, le risorse interne e le criticità nell’ambito dello sviluppo rurale, inclusione sociale di persone in stato di fragilità, percorsi di socializzazione e mediazione – La creazione e gestione di percorsi di inserimento, professionale e lavorativo – Strumenti e metodi di intervento per l’inclusione e lo sviluppo rurale – Le attività di sensibilizzazione e coinvolgimento con gli utenti e/o dei destinatari – La gestione delle informazioni sull’utenza ed elementi normativi su privacy e riservatezza – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. – Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 4: Tecniche, metodi e strumenti specifici dell’intervento con contadini, donne e popolazioni originarie (20h)
– Tecniche e metodologia del lavoro con contadini, donne e popolazioni originarie – Personalizzazione del percorso di accoglienza – Caratteristiche degli interventi personalizzati, individualizzati, di gruppo, laboratoriali – metodologie e strumenti di progettazione, attuazione monitoraggio e valutazione degli interventi – strumenti di valutazione per misurare l’efficacia e l’impatto del progetto personalizzato sugli obiettivi di vita della persona – Fondamenti di sviluppo rurale e antropologia – Il lavoro di équipe e in team in relazione con gli utenti delle aree di intervento – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. – Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 5: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile (4 h) anche in forma asincrona.
-Concetti di: rischio, danno, prevenzione, protezione Organizzazione della prevenzione aziendale -Diritti, doveri e sanzioni dei vari soggetti aziendali -Organi di vigilanza, controllo e assistenza Ed in particolare: -La normativa in Italia sulla sicurezza (D.Lgs 81/2008): ruoli, funzioni, prassi -I rischi generici comuni connessi a tutte le attività di progetto -La sicurezza come processo di miglioramento continuo -I principali rischi presenti nelle attività di progetto (rischi tipici di settore/dimensione) -Elementi di valutazione dei comportamenti: fattori ambientali e fattori individuali -Percezione del rischio e propensione al rischio -Le ricadute applicative e organizzative della valutazione del rischio -La gestione delle emergenze e delle criticità |
ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO:
TITOLO PROGRAMMA “In rete con l’Africa per l’inclusione delle persone fragili”
OBIETTIVI AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE:
Obiettivo 4 Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e un’opportunità di apprendimento per tutti
Obiettivo 10 Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:
Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese
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