ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO
TITOLO DEL PROGETTO | MANO A MANO |
SETTORE E AREA DI INTERVENTO | Settore: Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.
Area di intervento: Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi. |
PAESE | ECUADOR |
NUMERO VOLONTARI | 10 |
DURATA DEL PROGETTO | 12 MESI |
“…esiste una legge molto più forte,
una spinta essenziale generata dall’empatia umana verso chi chiede aiuto e lo chiede non solo per sé ma per testimoniare attraverso sé la solidarietà di specie, il riconoscimento di un destino comune.”
Il progetto MANO A MANO si realizzerà nella Repubblica dell’Ecuador, il più piccolo tra i paesi andini dell’America del Sud, attraversato dalla linea equatoriale.
ENTI ATTUATORI Il CESC Project, attraverso GONDWANA – Associazione di cooperazione e diplomazia popolare, ha una lunga esperienza di interscambio e progettualità con l’Ecuador iniziata negli anni ’90, in particolare, all’epoca, grazie alle sue realtà socie: la Comunità di Capodarco e la ONG CICa (Comunità Internazionale di Capodarco). Con la costituzione dell’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo nel 1997, ha continuato negli anni a tessere relazioni e favorire interscambi. Tra il 1998 e il 2001 si intensifica la cooperazione attraverso un progetto plurisettoriale portato avanti insieme alla CICa – Comunità Internazionale di Capodarco, che vede alla Vicepresidenza Rossano Salvatore, socio fondatore di Gondwana, e il coordinamento in loco di Gianni Tarquini, attuale Presidente di Gondwana. Al termine del progetto nasce per iniziativa di alcuni professionisti locali formatisi nel corso degli anni grazie al supporto della CICA, la Ong FUCAVID. Dal 2012 con la rete di realtà locali, costituitasi negli anni di attività sul territorio, si inizia a lavorare a ulteriori progettualità multi-settoriali capaci di rispondere ai nuovi bisogni rilevati – come la presenza di rifugiati in fuga dal conflitto della vicina Colombia, implementando le azioni di GONDWANA Ecuador, e degli enti con cui collabora. Nel 2016 è stato avviato il progetto triennale di cooperazione decentrata “Con i piedi nella terra. L’agricoltura sociale per il riscatto dei minori a rischio”, con l’obiettivo di incrementare la sostenibilità dei progetti della Fondazione Cristo de la Calle mirati all’assistenza dei minori in condizioni di rischio. Negli ultimi anni la presenza di Gondwana in Ecuador è stata costante, in particolare con il suo contributo per la selezione di volontari inviati nel paese, per l’ospitalità in Italia e lo sviluppo di progetti di cooperazione. Dal 2016 sono stati avviati in Ecuador 7 progetti di servizio civile e due progetti di Corpi civili di Pace per un totale di 50 giovani volontari coinvolti.
La Fundación Cristo De La Calle è attiva nella provincia di Imbabura dal 1993, con priorità di intervento verso i minori a rischio e le loro famiglie. Ha realizzato accordi con lo Stato ecuadoriano aderendo a programmi pubblici, a cui ha fatto seguito il riconoscimento di alcune metodologie da essa stessa applicate. Fonda il proprio intervento sulle seguenti azioni:
Gondwana Ecuador, fin dai primi anni di presenza in Ecuador, attraverso le sue realtà socie ha contribuito allo sviluppo di progettualità e alla creazione di reti locali. L’intervento a favore della popolazione migrante e rifugiata si è concretizzato nel supporto alle attività promosse da JRS Servicio Gesuita a Refugiados, un’importante istituzione senza scopo di lucro che opera in più di 50 paesi nel mondo ed è presente in Ecuador in 4 regioni. Religiosi e laici sono presenti sul territorio di, offrendo assistenza umanitaria e sostegno all’integrazione socio-lavorativa di migranti o richiedenti asilo. L’obiettivo è quello di promuovere l’inclusione e la difesa dei diritti di tutti coloro che sono coinvolti nel dramma delle migrazioni: immigrati, migranti interni, sfollati, richiedenti asilo e rifugiati.
FUCAVID – Fondazione Qualità di vita indipendente per persone con disabilità opera dal 2002 e viene riconosciuta nel 2007 come Ong autonoma, registrata al Ministero di Inclusione Sociale ed Economica. La mission di FUCAVID è di favorire e promuovere interventi che mirano allo sviluppo integrale della persona con disabilità accompagnando i destinatari dei progetti e le loro famiglie nel percorso verso l’autonomia e l’indipendenza dei giovani adulti disabili. Negli anni sono stati sviluppati progetti di intervento funzionali a tale obiettivo, nello specifico: – Centro diurno per giovani e adulti con disabilità; – Accoglienza Istituzionale, prevedendo l’ospitalità e l’accompagnamento nella vita quotidiana; – Assistenza domiciliare, per far fronte ai bisogni delle persone con disabilità in condizioni di marginalità favorendo l’accesso ai servizi primari che riguardano la sfera della salute, dell’istruzione, della mobilità.
CONTESTO TERRITORIALE Ibarra è il capoluogo della Regione Imbabura (Provincia nella suddivisione territoriale dell’Ecuador). È situata al nord del paese, non distante da Quito (119 km di panamericana) e dal principale Aeroporto del paese, il Mariscal Sucre (114 km) e a solo 70 km in linea d’aria dal confine con la Colombia. Ibarra è situata ai piedi del vulcano Imbabura, sulla riva sinistra del fiume Tahuando. Con 131.856 abitanti ufficiali ma si arriva a 181.175 se vi aggiungiamo migranti e stranieri in processo di legalizzazione (censimento del 2010 dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento), Ibarra è una città con una realtà sociale eterogenea, dove si possono trovare meticci, indigeni e afro-ecuadoriani, una caratteristica rara nella regione della Sierra. A questo panorama complesso si aggiunge la massiccia presenza di migranti e richiedenti asilo colombiani, circa 50.000 e l’arrivo, negli ultimi anni sempre più numeroso, di venezuelani in fuga dal paese di origine a causa della forte crisi. La città, vivace ogni giorno della settimana, è considerata il centro economico, educativo e scientifico del nord dell’Ecuador. Ibarra geograficamente è divisa in 5 zone: Vulcano Imbabura, lago di Yahuarcocha, Massiccio Floral, la CampiñaIbarreñay la Pianura di Caranqui. Come il resto del Paese la città affronta numerosi problemi che interessano i gruppi meno integrati nella comunità: le disuguaglianze sociali, la violazione dei diritti umani, le difficoltà di accesso ai servizi primari, la criminalità. Le difficoltà del contesto rendono ancor più fragili le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della popolazione, esponendo a maggiori rischi proprio coloro che avrebbero bisogno di maggior protezione: minori, migranti e persone con disabilità.
Quito è il capoluogo della regione Pichincha e la capitale dell’Ecuador. È situata nel bacino idrografico di Guayllabamba, sulle pendici orientali del vulcano attivo Pichincha, nella parte occidentale delle Ande. Si trova a un’altitudine di 2850 m sul livello del mare, il che fa della città la seconda capitale amministrativa più alta del mondo, dopo La Paz. La sua popolazione è di 2 239 191 abitanti, tra l’area urbana (1 609 418 ab.) e quella rurale (620 658 ab.) (Censimento nazionale del 2010). La città è suddivisa in 32 unità amministrative, le Parroquias, le quali si suddividono a loro volta in barrios. Quito presenta una crescente diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Nella parte centro-settentrionale risiedono le fasce più ricche della popolazione locale, mentre la parte centro meridionale, l’estremo nord e le colline che circondano la città capitale ospitano le classi più indigenti, costrette spesso a vivere in quartieri privi di qualsiasi tipo di servizi di base. Il fenomeno della migrazione interna, dalle zone rurali verso la capitale, rappresenta il principale problema dell’urbanizzazione che negli ultimi dieci anni ha caratterizzato Quito, al quale si è aggiunto il forte flusso di migranti provenienti da altri paesi latinoamericani e in particolare dalla Colombia e dal Venezuela. Questo fenomeno migratorio genera alti tassi di povertà estrema in aree con un’urbanizzazione illegale e spesso carenti dei servizi basici. Stando all’ultimo dato disponibile (censimento INEC sulle abitazioni 2010) il 19.5% delle abitazioni di Quito non conta con i servizi basici, con punte del 84.7% in alcuni dei quartieri periferici.
PROBLEMA EVIDENZIATO E MOTIVAZIONI DEL PROGETTO Minori Secondo stime di CEPAL e UNICEF (2010), la povertà riferita al reddito nell’infanzia e nell’adolescenza raggiunge il 50,4%, vale a dire 1 ogni 2 bambini è povero. Questo dimostra quanto bambini e adolescenti siano più vulnerabili e meno in grado di accedere ai loro diritti. Inoltre, 1 donna su 5 e 1 uomo su 10 hanno subito violenza sessuale nell’infanzia. L’Osservatorio dei diritti dei bambini e degli adolescenti (Odna) stima che 4 su 10 bambini ricevono maltrattamenti dai loro genitori, e nel caso delle popolazioni indigene, questa proporzione arriva a 5 su 10. Inoltre, 3 bambini su 10 sono trattati con violenza dal loro insegnante e 7 su 10 soffrono di violenza tra pari a scuola. Secondo Odna, il 22,0% dei bambini e degli adolescenti soffrono di malnutrizione cronica e il 6,1% di malnutrizione globale. Inoltre il 92,5% di bambini e adolescenti non possiedono alcun tipo di assicurazione sanitaria. Tre minori su 10 non vivono con i loro genitori in casa e il 12% di bambini e adolescenti non condivide il tempo con i familiari. Questo dato e la necessità di arrestarlo vanno nella direzione degli obiettivi a breve termine del progetto. Per quanto concerne il lavoro minorile, secondo l’Odna, riguarda il 13% dei bambini e degli adolescenti che lavorano, il dato arriva al 40% nel caso delle popolazioni indigene. Tutti i dati sottolineano la necessità di un intervento a favore di bambini, bambine e adolescenti. In particolare nella regione di Imbabura, dove opera la Fundaciòn Cristo de la Calle che gestisce le tre case famiglia dove presteranno servizio gli operatori di servizio civile, si rileva una scarsa presenza di strutture di accoglienza per minori, inferiore alla domanda di accoglienza necessaria. Nelle strutture gestite, che ad oggi accolgono quasi 40 minori, gli operatori locali non hanno la possibilità di soddisfare quantitativamente e qualitativamente, tutti i bisogni dei minori accolti, considerando che il rapporto operatore/minore è di 1 a 7. Flussi migratori Oggi si contano su tutto il territorio nazionale più di 60.000 rifugiati legalmente riconosciuti. Mentre le domande ricevute dal governo ecuadoriano in tema di rifugio ammontano a 175.000, si contano ogni mese circa 900 nuove domande (dati UNHCR e Ministerio del Exterior y Movilidad Humana 2014). Attualmente l’Ecuador accoglie rifugiati provenienti da più di 70 paesi, ma circa il 98% dei richiedenti asilo e/o rifugiati è di origine colombiana. La frontiera tra la Colombia e l’Ecuador è segnata in particolare dalla violenza derivante dalla massiccia presenza nelle Province colombiane di Putumayo e Nariño di gruppi legati alla guerriglia, trafficanti di droga e paramilitari, che generano situazioni di conflitto armato dando luogo a gravi violazioni dei diritti umani (perdita di mezzi di sussistenza, persone scomparse, vittime di mine antipersona, reclutamento forzato di minori, leader di movimenti sociali o di organizzazioni per i diritti umani minacciati e uccisi). Nonostante gli Accordi di pace firmati all’Havana nel2016, con circa 1000 persone al mese che attraversano il confine, il flusso migratorio dalla Colombia verso l’Ecuador continua ad essere il più rilevante del continente. All’importante flusso dei colombiani si affianca negli ultimi anni e in quantità sempre maggiore il flusso migratorio proveniente dal Venezuela. Il fenomeno, non ancora documentato in maniera ufficiale, aumenta di dimensioni con il peggioramento della crisi economica, sociale, umanitaria e politica del Venezuela. In particolare nella regione di Imbabura, dove opera la GONDWANA Ecuador a supporto dei servizi offerti dai JRS Servicio Gesuita a Refugiados a Quito e Ibarra, dove presteranno servizio gli operatori di servizio civile, si rilevano importanti difficoltà di gestione dell’accoglienza e integrazione della popolazione colombiana e venezuelana sempre più numerosa.
Disabilità L’attenzione alle persone con disabilità in Ecuador ha una bassa copertura e una bassa qualità, offerta fondamentalmente da azioni del settore privato e solo in minima parte da quello pubblico, che si è assunto in parte le sue responsabilità negli ultimi anni sistematizzando e migliorando l’intervento dello stato nell’area dei servizi rivolti a persone con disabilità. La disabilità in Ecuador colpisce approssimativamente più di 400 mila persone, circa il 2,5% della popolazione. Le statistiche ufficiali però fanno riferimento ad un registro nazionale che non è in grado di dare una fotografia reale della dimensione della popolazione disabile nel paese. Ben altra rilevanza hanno i dati forniti dall’INEC, l’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento, secondo il quale le persone con una ridotta capacità d’interazione sono in Ecuador 816 mila, pari al 4,9% della popolazione ecuadoriana (in Italia sono circa il 6,7%), dei quali il 60% risiede in zone rurali, tradizionalmente meno servite da servizi di assistenza sociale. L’incidenza del problema è maggiore nei settori urbani periferici e rurali a causa della relazione esistente tra disabilità, condizioni di vita vulnerabili, alto indice di povertà, basso indice di istruzione, mancanza di servizi essenziali. All’interno di questo quadro si rileva una sostanziale differenza nell’attenzione e nei servizi offerti a tutela dei diritti delle persone con disabilità fisica e una scarsa o totale mancanza di interventi a favore delle persone con disabilità mentale o cognitiva, che impediscono di fatto il pieno sviluppo della loro persona. I pochi servizi offerti alle persone con disabilità, sono disarticolati e intercettano una piccola percentuale delle persone che avrebbero una reale necessità e manca un vero Sistema di prevenzione, attenzione e integrazione rivolto alle persone con disabilità. In particolare nella regione di Pichincha, dove opera la Fundaciòn FUCAVID che gestisce il centro diurno dove presteranno servizio gli operatori di servizio civile, durante la missione del CESC Project effettuata nel 2017 per la fase di progettazione della scorsa annualità, si è riscontrata una grave carenza nell’accesso ai servizi primari da parte della popolazione disabile, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Nella struttura gestita che ad oggi accoglie quasi 20 adulti con disabilità, gli operatori locali non hanno la possibilità di soddisfare quantitativamente e qualitativamente, tutti i bisogni dei destinatari accolti. La mancanza di personale non permette l’attivazione e lo sviluppo di servizi indispensabili nell’area periferica di Quito dove si realizza il progetto, al fine di garantire un’assistenza domiciliare alla popolazione di disabili sul territorio urbano.
L’intervento su cui si concentra questo progetto si innesta quindi sulla risposta da offrire ai minori, ai migranti e ai disabili in difficoltà, per generare un miglioramento delle condizioni di vita che favorisca la fuoriuscita dalla condizione di rischio, precarietà e marginalità sociale in cui sono costretti a vivere. Nel medio termine un intervento di questo tipo mira all’attenuazione delle criticità sociali che una perdurante marginalità tenderebbe a produrre: microcriminalità, conflittualità, precarietà delle condizioni di vita, nuovi costi sociali ed economici connessi. Allo stesso tempo coinvolge e interviene sulle famiglie e sul tessuto sociale cercando a lungo termine, nei casi in cui è possibile, di influire parallelamente sul miglioramento dei servizi del territorio per costruire una futura sostenibilità.
DESTINATARI E BENEFICIARI Nel medio termine l’intervento mira all’attenuazione delle criticità sociali che una perdurante marginalità tenderebbe a produrre: microcriminalità, conflittualità, precarietà delle condizioni di vita, nuovi costi sociali ed economici connessi. Allo stesso tempo coinvolge e interviene sulle famiglie e sul tessuto sociale cercando a lungo termine, nei casi in cui è possibile, di influire parallelamente sul miglioramento dei servizi del territorio per costruire una futura sostenibilità. Per il raggiungimento di tale scopo, nelle diverse sedi di attuazione, si mira a favorire il sostegno diretto alle attività promosse dagli enti partner locali attraverso l’impiego di 8 volontari del programma di Servizio Civile Nazionale. Riassumendo, consideriamo Destinatari diretti del progetto:
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OBIETTIVI DEL PROGETTO
Obiettivo Generale:
Favorire l’inclusione sociale e il rispetto dei diritti della fascia di popolazione più vulnerabile interessata dal presente progetto, rispondendo ai bisogni assistenziali, sociali, educativi, riabilitativi e sanitari dei minori parte dei progetti della Fondazione Cristo de la Calle, dei migranti che rientrano nei progetti degli enti che collaborano con GONDWANA Ecuador in questo settore, delle persone con disabilità che beneficiano dei servizi offerti da FUCAVID.
Obiettivi specifici: – Supportare l’inserimento e integrazione di minori nelle 3 case famiglia, nelle scuole primarie e secondarie. – Supportare le azioni di prevenzione e cura della salute psicofisica di bambini e adolescenti ospiti nelle 3 case famiglia – Incrementare le attività di laboratorio, di doposcuola e corsi per tutti i bambini inseriti nei programmi della Fondazione e aperte ai minori del territorio. – Supportare i programmi di integrazione sociale a favore dei minori, adolescenti e migranti. – Appoggiare il programma di professionalizzazione e inclusione lavorativa rivolto ai migranti. – Sostenere la realizzazione di percorsi di autonomia individualizzati delle persone con disabilità. – Migliorare l’assistenza e l’offerta educativa del centro diurno che accoglie i giovani adulti disabili. |
ATTIVITÁ D’IMPIEGO DEGLI OPERATORI VOLONTARI
L’area di intervento in cui gli operatori di Servizio Civile opereranno sarà principalmente quella dell’assistenza ai minori, ai migranti e a persone con disabilità in stato di bisogno o fragilità.
I volontari svolgeranno un ruolo di supporto, affiancando gli operatori locali in tutte le attività previste dal progetto. A tutti gli operatori di servizio civile verrà chiesto di vivere la vita e le esperienze all’interno delle sedi di servizio nel pieno rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali.
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POSTI DISPONIBILI, SERVIZI OFFERTI E SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia
SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO IN ITALIA | INDIRIZZO SEDE | CODICE SEDE | N. OP. VOLONTARI |
GONDWANA | Via Cariati 12, Roma | 128569 | 10 |
Sedi di attuazione del progetto all’estero e relativi enti attuatori
ENTE ATTUATORE | INDIRIZZO ENTE | CODICE SEDE | N. OP. VOLONTARI |
Fundación Cristo de La Calle | Ibarra | 127294 | 6 |
GONDWANA Ecuador | Casa Yuyucocha 2 C/O Complejo Turistico Yuyucocha Snc, Ibarra / Quito | 128582 | 2 |
FUCAVID | Quito | 135326 | 2 |
Modalità di fruizione del vitto e alloggio
Gli operatori volontari del servizio civile saranno ospitati in strutture gestite e organizzate dai partner locali in forma di comunità di convivenza, arredata nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, vicino alle strutture in cui i volontari presteranno il servizio e, all’interno delle quali, avranno garantiti i pasti giornalieri. |
CONDIZIONI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:
Gli operatori di servizio civile saranno impegnati 5 giorni la settimana per 1145 ore complessive di servizio annuale. Il vitto e l’alloggio per i 10 operatori del servizio civile sono assicurati dagli enti, secondo modalità e stile locale.
Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per una organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità: – Flessibilità oraria dei turni di servizio; – Guida degli automezzi messi a disposizione dell’ente per chi è in possesso di patente internazionale; – Disponibilità a prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti; – Disponibilità ad effettuare brevi servizi e/o trasferimenti e/o periodi di soggiorno fuori sede, in accordo e debitamente autorizzati dal DPGSCU, in occasione di eventi e laboratori sul campo; – Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali; – Stile di vita essenziale; – Disposizione alla vita di comunità (co-gestione dello spazio abitativo, preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali) anche con i locali. – Disponibilità a frequentare un corso di spagnolo, qualora non si conosca a fondo la lingua e lingue locali.
I seguenti requisiti favoriranno il buon successo dell’esperienza di servizio:
Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, è possibile che condividano la casa con dei referenti locali o equipe del progetto e che vengano alloggiati in stanze multiple; il vitto viene preparato collettivamente o nelle case dove i volontari sono alloggiati, tuttavia è possibile seguire diete o alimentazioni particolari in quanto nelle città sedi di progetto è commercializzato qualsiasi tipo di prodotto alimentare o di altro genere. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Proprio in questa ottica ai volontari verranno proposte attività di manutenzione, riciclo e ristrutturazione dei beni comuni. Il collegamento internet è presente in tutte le sedi ma non sempre garantisce una navigazione particolarmente veloce.
Particolari condizioni di rischio o disagio Benché le condizioni dei territori in cui presteranno servizio i volontari siano critiche rispetto alla povertà piuttosto diffusa e al disagio sociale che ne deriva, non si evidenziano particolari rischi data la connessione e assoluta integrazione dei partner sul territorio e il forte contatto con la comunità che ne conosce e supporta l’operato. È comunque buona prassi che i volontari seguano, in particolare nel tempo libero, comportamenti consigliati durante il percorso formativo (evitare di rientrare tardi la sera se si è da soli, esentarsi assolutamente dall’uso di droghe o alcool, non indossare abbigliamento di marca o portare oggetti preziosi, avere un comportamento sobrio nei rapporti interpersonali, etc.). La maggior parte dei rischi sono facilmente ridimensionabili se si considera che nello svolgimento delle attività previste dal progetto, i volontari saranno costantemente affiancati dal personale locale. Le due sedi si trovano sulle Ande, oltre i 2.000 metri. All’altitudine indicata si potrebbero riscontrare alcune difficoltà di adattamento fisico e di affaticamento derivante dalla minore presenza di ossigeno nell’aria. In questo senso si chiede di fare attenzione se si avessero problemi di tipo digestivo e soprattutto di circolazione sanguigna.
Rischio criminalità Nonostante la situazione politica dell’Ecuador sia caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, è sempre alta l’allerta per la presenza della criminalità comune ed organizzata soprattutto nelle grandi città e nelle zone turistiche, così come nelle regioni confinanti con la Colombia. Si tratta di aree lontane dalle sedi di servizio civile per cui sono necessarie particolari precauzioni soprattutto durante viaggi e spostamenti. Durante la permanenza nel Paese si raccomanda di evitare eventuali manifestazioni o assembramenti che potrebbero improvvisamente degenerare, tenendosi informati sulla situazione anche attraverso gli organi d’informazione locali ed internazionali. Si raccomanda inoltre di evitare spostamenti non necessari, soprattutto la sera. Si segnala infine l’elevato pericolo di incidenti dovuto alla situazione dei trasporti interni: mezzi in pessime condizioni, autisti poco preparati, mancanza di controlli e di rispetto delle norme di circolazione, elevato traffico e cattivo stato delle strade.
Rischi ambientali L’Ecuador è un Paese ad alto rischio sismico. Una scossa di terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter ha colpito il 16 aprile 2016 la zona costiera centrale dell’Ecuador. Nei mesi successivi lo sciame sismico ha continuato ad interessare il Paese. Le attività eruttive dei vulcani Guagua Pichincha, Reventador, Cotopaxi e Tungurahua sono sotto costante monitoraggio. |
MODALITÀ DI COLLEGAMENTO E COMUNICAZIONE CON LA SEDE ITALIANA
Tramite e-mail, Skype, telefonia fissa e mobile. Nelle sedi degli enti partners è presente la connessione ad internet. |
MODALITÀ E TEMPI DI EVENTUALI RIENTRI IN ITALIA
Sono previsti due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto, intervallati da un rientro nella sede italiana necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e soprattutto per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. La prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo può variare tra i 3 e i 6 mesi. A questo periodo fa seguito un rientro in Italia di 2/3 settimane e poi una successiva partenza per l’estero. |
EVENTUALE ASSICURAZIONE INTEGRATIVA DI COPERTURA DEI RISCHI
Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa. |
DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE
Si rinvia al sistema di selezione verificato dal DPGSCU in sede di accreditamento. |
EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI
I seguenti requisiti favoriranno il buon successo dell’esperienza di servizio:
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CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI
Non sono riconosciuti eventuali crediti formativi né eventuali tirocini.
All’operatore di servizio civile sarà riconosciuto l’attestato che indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato.
FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI
La Formazione Generale, della durata di 41 ore, si svolgerà in Italia all’avvio del servizio prima delle partenze per le sedi all’estero. |
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI
Modulo | Contenuti formativi |
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (16h)
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– Elementi essenziali della Storia, dell’antropologia e sociologia dell’Ecuador e dell’America latina;
– Approccio interculturale (intercultura e multi-cultura, lo stereotipo e il pregiudizio, l’incontro della diversità nell’esperienza del servizio civile e nei servizi) – Cenni sulla sicurezza nei Paesi del Sud del mondo. – La situazione delle fasce vulnerabili della popolazione nel contesto di intervento. |
Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto (8h) | – Divisione dei ruoli, comprensione del proprio lavoro e individuazione delle priorità di intervento
– La gestione delle relazioni con il personale del progetto e con gli utenti |
Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale:(16h)
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– Strumenti di comunicazione con i minori, disabili e migranti;
– Conduzione di un gruppo e accoglienza dell’utenza – Promozione dei processi di attivazione del potenziale ludico, culturale, espressivo e relazionale: sia individuale che di gruppo; – Comunicazione verbale e non verbale; – Gli ostacoli nella relazione con la diversità: la gestione conflitti, emozioni e problematiche relazionali- l’osservazione e l’ascolto attivo, la sospensione del giudizio e la comunicazione nonviolenta. |
Modulo 4: Elementi di Educazione e Formazione (7h) | – Strumenti di animazione e educazione: attività di gruppo, laboratori;
– Percorsi di Inclusione e coesione sociale. – Questioni tecniche relative alle attività di microcredito e inserimento socio-lavorativo – Gruppi e minoranze etniche in Ecuador |
Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro (16h):
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– Analisi contestuale: valutare e leggere le esigenze di fruizione dei servizi rivolti ai destinatari;
– Programmazione delle attività: obiettivi, metodi e risorse necessarie; – Progettazione di eventi funzionali alle caratteristiche e ai fabbisogni del della popolazione destinataria del progetto. |
Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile (8h) | – La normativa in Italia sulla sicurezza (D.Lgs 81/2008): ruoli, funzioni, prassi;
– I rischi generici comuni connessi alle attività di progetto – I rischi specifici connessi ai luoghi in cui svolge l’attività secondo il Documento di valutazione dei rischi dell’organizzazione. |
Durata della Formazione Specifica
71 ore. Il 70% delle ore sarà erogato entro e non oltre 90 giorni dall’avvio del progetto, il restante 30% delle ore sarà erogato entro e non oltre il terz’ultimo mese del progetto.
Utilizzando una metodologia esperienziale, riteniamo opportuno poter trattare alcuni degli argomenti previsti, successivamente, nel momento in cui i volontari potranno arricchire le dinamiche d’aula con i loro personali vissuti, grazie alle esperienze che avranno fatto durante la prima parte del servizio. Si specifica che il modulo sul tema “Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile” sarà erogato entro i primi 90 giorni dall’avvio del progetto. La Formazione Specifica potrà svolgersi in parte in Italia e in parte presso le sedi di progetto all’estero. |
Per informazioni:
E-mail estero@cescproject.org
Tel. 06 71280300
Guarda il video Ai piedi delle Ande
Per candidarti a questo progetto vai al link:
https://domandaonline.serviziocivile.it/?CodiceProgetto=NAZNZ0008119102460ENAZ