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SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA DI INTERVENTO “2024 INCLUSIONE, EDUCAZIONE E SVILUPPO RURALE IN SUDAMERICA”
TITOLO DEL PROGETTO:
SVILUPPO RURALE SULLE ANDE ECUADORIANE 2024
SETTORE E AREA DI INTERVENTO:
Settore: G-Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani
Area di intervento: Cooperazione allo sviluppo
Il progetto è rivolto a piccoli produttori rurali che abitano tre province della cordigliera in Ecuador: Imbabura/Carchi e Loja. Inserito nel programma “2024 Inclusione, educazione e sviluppo rurale in Sudamerica”, il progetto basa la sua azione sulla condizione di fragilità vissuta dai piccoli produttori locali nell’utilizzare in maniera efficace e sostenibile i terreni a disposizione. Nelle aree dove interviene il progetto, infatti, la presenza di monoculture per l’esportazione risulta massiccia. Tale fragilità è accentuata dai bassi livelli di alfabetizzazione e il difficile accesso ai programmi di formazione.
DURATA DEL PROGETTO: 12 mesi
CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO E PRESENTAZIONE ENTI DI ACCOGLIENZA
L’Ecuador è un paese produttore di beni primari ed estrattore. Soffre di grandi disparità economiche e di povertà e non inclusione riferiti alle minoranze. Tra le criticità più evidenti si evidenzia una povertà della popolazione rurale, ma anche dei minori, dei disabili e dei migranti. La povertà è passata dal 22,5% nel 2014 al 32,2% di giugno 2021, con un 14,7% in povertà estrema. Il tasso di occupazione non adeguata è del 55,7% ed incide nelle aree rurali. Il tasso di alfabetizzazione è molto più basso nelle aree rurali. L’alfabetizzazione per etnia mostra un tasso nettamente sotto la media tra gli indigeni. Le popolazioni indigene presentano tassi di povertà più alti e condizioni di vita e di assistenza sanitaria inadeguate, con malnutrizione infantile cronica del 42,3% .
Il progetto viene realizzato in 3 province della cordigliera, da nord a sud: Imbabura/Carchi e Loja. Dal confine con la Colombia a quello con il Perù, con una omogeneità data da similitudini nella struttura produttiva, sociale e dal clima, il paese si caratterizza per i suoi imponenti vulcani e montagne, tra i più importanti il Cotopaxi e il Chimborazo.
Le 2 sedi di riferimento del progetto sono Ibarra e Loja.
IMBABURA
È una provincia dell’Ecuador settentrionale che ha come capoluogo la città di Ibarra. Si estende su una regione montuosa (Cordigliere Orientale e Occidentale delle Ande) comprendente numerosi picchi vulcanici, tra cui il Cotacachi (4937 m) e l’Imbabura (4630 m) ed è attraversata dal fiume Mira, che ne segna anche il confine settentrionale. Secondo il Piano di Sviluppo Territoriale 2015-30 le persone sotto la soglia di povertà sono 214.241, il 54,2%. L’indice di disuguaglianza è pari allo 0,44, la denutrizione cronica colpisce il 44% dei bambini fino ai 5 anni.
Il 71,5% della popolazione è sottoimpiegato, il 6,2% è disoccupato. Il 21,7% della popolazione svolge impieghi di tipo agricolo. I produttori che possiedono piccoli appezzamenti rappresentano il 91% e coprono il 24% delle coltivazioni. Le medie e piccole unità produttive rappresentano il bacino di intervento del progetto.
CARCHI
È una provincia agricola e commerciale, il 40% della produzione è basato sulla coltivazione delle patate, in aggiunta si producono frutta e ortaggi.
La popolazione sotto la soglia di povertà è pari al 57,2%, il 20% delle persone invece è in povertà estrema. L’indice di disuguaglianza è oltre lo 0,5. Negli ultimi anni il Carchi, come Imbabura, risente dell’afflusso di migranti in fuga da conflitti dai paesi vicini o dallo sfruttamento. Pur con l’intervento dell’UNHCR e dello stato, questa popolazione accresce il disagio, aumenta le situazioni di rischio (prostituzione, regolamento di conti ecc.) ed alimenta la conflittualità. Le azioni del progetto saranno concentrate a Montufar e nel Chota, con popolazione di origine africana che sopravvive con l’agricoltura.
LOJA
Nel contesto nazionale, la provincia di Loja rappresenta il 4,30% della superficie totale del territorio nazionale. La popolazione è di 448.966 abitanti, il 55% delle persone vive in aree rurali. Il 90,19% si autodefinisce meticcia; la popolazione indigena è pari al 3,67%. L’economia della popolazione rurale, la cui attività principale è l’agricoltura, è esposta al verificarsi di fenomeni naturali, come siccità e inverni prolungati che causano grandi perdite. I fattori che influenzano le migrazioni dalle aree rurali a quelle urbane sono l’occupazione, migliori salari e qualità dei servizi sanitari ed educativi, diversità di stili di vita. La crescita incontrollata, ha effetti negativi sul clima, aumenta la povertà urbana, con conglomerati che vivono in insediamenti informali, sovraffollati e con bassi livelli di servizi.
Bisogni rilevati e aspetti da innovare:
L’agricoltura fornisce mezzi di sostentamento per il 40% della popolazione. Le criticità riscontrate dai Report annuali del FEPP (Informe FEPP ed. GSFEPP, Quito) evidenziano l’importanza di intervenire nel settore rurale per rimuovere fenomeni endemici come la povertà, la sottoccupazione, lo scarso accesso all’educazione e alla salute, la disparità tra gruppi umani di diversa origine; la necessità di migliorare la qualità di vita della popolazione più povera ed emarginata attraverso il miglioramento della loro capacità produttiva, commerciale, di accesso al credito; il bisogno di sostenere il miglioramento della buona gestione del territorio, garantita dall’agricoltura familiare o comunitaria.
Nelle sedi di intervento si presentano le seguenti criticità:
- Mancanza di competenze e fragilità dei piccoli produttori nell’utilizzare in maniera efficace e sostenibile i terreni a disposizione. Nonostante il FEPP intervenga da diversi anni nelle aree di intervento attraverso la scrittura e la realizzazione di progetti di cooperazione internazionale non riesce a supportare tutti i beneficiari.
- Associazioni di piccoli produttori non riescono a promuovere i propri prodotti e a competere con il mercato della grande distribuzione. Nelle diverse sedi mancano persone qualificate, con esperienza su comunicazione e marketing.
- Bassi livelli di alfabetizzazione e difficile accesso ai programmi di formazione portano i giovani a trascurare il lavoro nel settore agricolo, spesso per trasferirsi nelle aree urbane, finendo in contesti marginali e a rischio. Attraverso il programma YouthBuild nelle sedi di Ibarra, Loja, FEPP e altri partner cercano di favorire l’inserimento professionale di giovani che non studiano e non lavorano (NEET).
- Perdita delle caratteristiche culturali ancestrali. Nelle tre province il FEèè appoggia organizzazioni comunitarie. Mancano però proposte innovative e al passo coi tempi.
- Alto impatto ambientale delle mono-colture e attività di sensibilizzazione insufficienti. Il cambio climatico è una tematica che caratterizza l’azione del FEPP nelle 3 province d’intervento di Imbabura/Carchi e Loja e che necessita di un ulteriore supporto.
ENTI DI ACCOGLIENZA
GONDWANA ASSOCIAZIONE DI COOPERAZIONE E DIPLOMAZIA POPOLARE
L’Associazione Gondwana si occupa di Servizio Civile, Corpi civili di pace e cooperazione dal basso in Sudamerica e Africa. Gondwana è arricchita dalle esperienze e dai valori di tanti e tante giovani provenienti da tutta Italia, accomunati dalla scelta di servizio civile e Corpi civili di Pace o da un’esperienza di volontariato svolta nel sud del mondo, da esperienze di quella che è definita diplomazia popolare, un incontro tra popoli che si concretizza nella reciprocità dei rapporti e si manifesta come cambiamento dal basso possibile e necessario.
FEPP (Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio)
È una delle maggiori ONG ecuadoriane. Nata nel 1970, è una fondazione civica con finalità sociali, senza scopo di lucro. È nata dall’ispirazione suscitata dall’Enciclica Populorum Progressio, con spirito ecumenico, che aveva l’obiettivo di creare un “fondo comune” per assistere i poveri e per promuovere uno “sviluppo solidale dell’umanità”. Il FEPP è stato riconosciuto dalle Istituzioni, iniziando dal ministero degli Interni dell’Ecuador, come ente di pubblica utilità, lavorando a fianco di uomini e donne contadini, indigeni, afro-ecuadoriani, montubios, meticci, popolazione urbana marginale e poveri. Supporta gli sforzi di questi gruppi sociali per il miglioramento organizzativo ed educativo, l’accesso alle risorse finanziarie, nella possibilità di impiego e nell’utilizzo dei mezzi per la produzione, la trasformazione, la commercializzazione, la salvaguardia ambientale, l’uguaglianza di genere, la partecipazione alla vita politica, il benessere e contribuendo così a condizioni di vita più umane. Nel corso della sua storia ha raggiunto circa 140.000 famiglie e più di 550.000 persone.
CAMARI (Comercializadora solidaria)
Organizzazione che cura la commercializzazione e l’esportazione dei prodotti per conto del Grupo Social FEPP. Nata all’inizio degli anni ’80, Camari ha aperto negozi (tiendas) in varie città dell’Ecuador e nel 1991 ha costituito un sistema centralizzato di gestione dei punti vendita e di sostegno ad altre tiendas non socie. La vendita nei canali del commercio equo e solidale è iniziata nel 1986 con l’artigianato e si è poi estesa agli alimentari nel 1996. Camari sostiene i produttori in tutte le loro attività offrendo un collegamento diretto al mercato senza intermediari. Permette l’accesso al mercato internazionale e promuove pratiche etiche e sostenibili nella produzione e nella vendita. Fa parte della rete di altromercato, impresa sociale e principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia.
OBIETTIVO DEL PROGETTO:
Miglioramento delle attività di sviluppo rurale e delle strutture comunitarie di piccoli produttori agricoli in difficoltà economica delle comunità indigene e marginali delle province di Imbabura, Carchi e Loja.
Obiettivi specifici:
- Sostenere le comunità di piccoli produttori agricoli e promuovere modelli sostenibili di produzione
- Supportare le associazioni rurali su aspetti di (progettazione) comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo.
- Promuovere un’educazione di qualità, equa ed inclusiva.
- Promuovere la cultura locale rurale su base comunitaria
- Promuovere una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
Le attività che seguono vanno a supportare quanto già realizza il FEPP, risultano essere “chiave” per rispondere alle necessità riscontrate nei territori di intervento e individuano bene l’esperienza con cui gli operatori volontari si andranno a confrontare e l’apporto che potranno dare. Sono abbastanza omogenee visto che le 2 sedi hanno gli stessi enti come partner principali e il FEPP come riferimento. La metodologia in uso è di tipo attivo-partecipativa essendo necessario coinvolgere gli stessi destinatari e beneficiari nelle attività per raggiungere il miglioramento qualitativo e quantitativo della produzione e così della qualità di vita; la metodologia produttiva utilizzata è quella delle SIPAS (unità produttive con differenti colture e allevamenti) per diversificare ed evitare i rischi legati alla monocoltura.
Di seguito sono riassunte le attività previste per gli operatori del servizio civile, in affiancamento al personale e ai volontari dell’ente.
Azione 1. Sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli e promozione di modelli di produzione sostenibili.
- Supportare i tecnici del FEPP nelle attività di implementazione dei progetti in corso (partecipando a: workshop, riunioni, eventi, raccolta di dati).
- Accompagnare i beneficiari nelle attività di raccolta, immagazzinamento e conservazione dei prodotti.
- Accompagnare i tecnici del FEPP nelle attività di supporto alle organizzazioni di contadini (per elaborare modelli di gestione, raccogliere e analizzare i dati, predisporre, scrivere e gestire progetti).
- Supporto nelle fasi di identificazione, formulazione e scrittura di nuove proposte progettuali (ricerca di bandi, stesura dei progetti, raccolta di dati).
Azione 2. Supporto alle associazioni rurali su aspetti di comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo.
- Supportare i tecnici del FEPP e di CAMARI nella raccolta di contenuti, dati, elementi culturali, dettagli sui prodotti da diffondere o da commercializzare.
- Sopportare i tecnici del FEPP nella realizzazione e gestione di siti web e social network (Facebook, Instagram, Twitter).
- Supportare i tecnici del FEPP e di CAMARI nell’elaborazione di volantini, brochure, loghi, etichette.
- Supportare i tecnici del FEPP nella realizzazione e organizzazione di riunioni, manifestazioni ed eventi.
Azione 3. Promozione di un’educazione di qualità, equa ed inclusiva.
- Accompagnare i tecnici di FUNDER nelle attività di formazione professionale rivolte a ragazzi che non studiano e non lavorano (NEET).
- Accompagnare i tecnici di FUNDER nelle attività di sostegno all’auto-finanziamento, micro-imprenditorialità e accesso al microcredito.
Azione 4. Promozione della cultura locale rurale su base comunitaria.
- Aiutare i tecnici del FEPP nell’organizzazione degli scambi di esperienze tra organizzazioni rurali che svolgono attività comunitarie.
- Visitare, valutare ed elaborare attività di promozione, diffusione, e miglioramento delle realtà comunitarie.
- Sostenere le organizzazioni coinvolte dal progetto nel disegno di nuovi sentieri naturalistici.
Azione 5. Promozione di una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
- Partecipare a riunioni comunitarie per diffondere colture biologiche e di qualità.
- Sopportare i tecnici del FEPP nella preparazione e gestione di eventi di sensibilizzazione su tematiche ambientali
SEDI DI SVOLGIMENTO
Sede di attuazione del progetto in Italia
Sede di attuazione del progetto in Italia | Indirizzo sede | Codice sede | N. Volontari |
Gondwana Coordinamento SCU Italia | VIA APPIA NUOVA 985 – 00178 ROMA | 214644 | 5 |
Sedi di attuazione del progetto all’estero
Sede di attuazione del progetto all’estero | Indirizzo | Paese | Codice Sede | N. Volontari |
Gondwana Ibarra FEPP Ecuador | Oviedo | ECUADOR | 153346 | 2 |
Gondwana Loja Ecuador | Nueva Loja | 153356 | 3 |
TOTALE POSTI DISPONIBILI: 5 POSTI CON VITTO E ALLOGGIO
Gli operatori del servizio civile saranno ospitati in strutture gestite e organizzate in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, vicine alle sedi di servizio. Il vitto verrà fornito presso la sede dove si realizzano le attività previste oppure preparato in autonomia presso la sede di alloggio.
EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI
Mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri in Italia degli operatori volontari
Disponibilità ad un periodo di circa 11 mesi di permanenza all’estero.
Sono previsti due periodi di permanenza dei volontari nella sede del progetto in loco intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi.
Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana
Tramite e-mail, WhatsApp, Zoom. Nelle sedi degli enti attuatori all’estero è presente la connessione ad internet. Lo sviluppo capillare della telefonia mobile, con 4 operatori che operano sul tutto il territorio nazionale, garantisce ormai una copertura pressoché totale anche in zone lontane dai centri abitati e la possibilità di accedere agevolmente anche alla linea internet (nelle vecchie schede progetto c’è questa parte, non trovo però indicazioni nei progetti)
Eventuali particolari condizioni ed obblighi degli operatori volontari
Per acquisire tutte le informazioni aggiornate e necessarie per compiere una valutazione adeguata e consapevole sulle caratteristiche del progetto per cui si sta presentando la propria candidatura, è importante per il candidato prendere contatto con gli enti attuatori, soprattutto nel periodo di apertura del bando per la presentazione delle candidature, informandosi in ordine a:
– tempistiche previste per avvio del progetto, partenza verso il paese estero, rientro di verifica intermedio;
– eventuali condizioni per l’ingresso nel paese estero (passaporto, vaccinazioni obbligatorie…);
– documentazione che si renderà necessaria alla richiesta di visto di ingresso/permanenza nel paese laddove previsto (ad esempio certificati penali -casellario giudiziale e carichi pendenti- con esito nullo);
– condizioni di servizio presso la sede estera collegate alle disposizioni comportamentali e di sicurezza dei Regolamenti interni predisposti dall’Ente, in raccordo con le indicazioni contenute nel Piano sicurezza finalizzato alla salvaguardia dell’incolumità dei volontari e del personale impiegato nel progetto;
– vaccinazioni e profilassi necessarie allo svolgimento delle attività previste presso le sedi ove richiesto;
– presentazione dei certificati penali (casellario giudiziale e carichi pendenti) con esito nullo se richiesti dalla normativa prevista e in essere per il personale coinvolto a qualsiasi titolo nelle attività presso le strutture degli enti partner locali in cui gli operatori volontari svolgono il servizio.
Le particolari condizioni ed obblighi richiesti per l’espletamento del servizio sono connessi anche a eventuali specifiche e saltuarie attività progettuali e di partenariato descritte quali: impiego nelle altre sedi previste dal progetto comprese quelle degli enti partner, pernottamenti per specifiche attività, missioni o trasferimenti in altro comune o regione, flessibilità oraria, impegno nei giorni festivi per eventi associativi e/o comunitari, attività da remoto.
Il servizio avrà una continuità per tutto il periodo del progetto ad esclusione dei giorni di chiusura delle sedi, in aggiunta alle festività riconosciute.
Laddove il numero dei giorni di chiusura della sede, in cui obbligatoriamente l’operatore volontario deve usufruire dei permessi fosse superiore ad un terzo del totale dei giorni di permesso a sua disposizione, nell’ambito delle attività previste dal piano di impiego, si adotterà una modalità e una sede alternativa per consentire la continuità dello svolgimento del servizio.
Nell’articolazione dell’orario di servizio di norma non è previsto il recupero di ore aggiuntive superiori a quelle giornaliere e settimanali previste. Nei casi eccezionali in cui questo dovesse verificarsi l’ente si attiverà per far “recuperare” le ore in più entro il mese successivo e senza che i giorni effettivi di permanenza presso la sede di servizio siano inferiori a quelli indicati in sede progettuale.
L’orario di servizio viene stabilito dall’Ente di accoglienza in relazione alla natura delle attività previste dal progetto.
Agli operatori volontari vengono richiesti:
- Disponibilità ad un periodo di circa 11 mesi di permanenza all’estero
- Disposizione alla vita di comunità e alla condivisione e co-gestione dello spazio abitativo con gli altri volontari e operatori del servizio civile, alla preparazione comune dei pasti e alla pulizia degli ambienti personali
- Abitare nelle strutture indicate dall’ente
- Partecipare alle situazioni di vita comunitaria
- Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali
- Stile di vita essenziale e spirito di adattamento
- Rispetto degli spazi messi a disposizione e richiesta di autorizzazione per eventuale uso di persone terze non appartenenti al progetto
- Flessibilità negli orari di servizio
- Disponibilità a svolgere servizio nei giorni di sabato, domenica e festivi (garantendo i riposi settimanali e recuperi previsti dal regolamento)
- Disponibilità a studiare individualmente la lingua spagnola qualora non la si conosca a fondo
- Disponibilità a svolgere missioni anche in luoghi diversi dalla sede del servizio o fuori Regione
- Disponibilità a seguire scrupolosamente le indicazioni dell’Ente in materia di prevenzione e sicurezza connesse alla partecipazione al progetto
- Predisposizione alle attività con l’utenza
- Comportamento educato e rispettoso nei confronti dell’utenza e del contesto di svolgimento del servizio
- Sottoscrizione e rispetto delle norme e indicazioni contenute nel Piano di sicurezza Paese e rispetto delle indicazioni impartite dai responsabili dei partner locali e dell’ente di attuazione, soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
- Sottoscrizione e rispetto degli eventuali Regolamenti interni predisposti dall’Ente
- Comunicazione ai responsabili di qualsiasi tipo di spostamento dalla sede, oltre quelli programmati o previsti nelle attività di progetto
- Particolare attenzione alla riservatezza riguardo le informazioni riguardante gli utenti di cui si dovesse venire a conoscenza nel contesto di servizio
- Disponibilità a svolgere la formazione generale e/o specifica, in modalità residenziale o FAD, anche in momenti non coincidenti (sia in termini di fasce orarie di impegno che di giorni di servizio) con quanto previsto dal piano di servizio ordinario. Dette modifiche rispetteranno comunque il numero di giorni e di ore di servizio totali e la fascia oraria massima consentita per lo svolgimento del servizio civile stesso cioè dalle ore 6.00 alle ore 23.00. Nelle giornate di formazione le ore eventualmente svolte in più rispetto alla media saranno recuperate nell’arco del servizio: questa fattispecie si applica anche nei casi in cui la formazione generale e specifica siano di tipo residenziale.
- Disponibilità, se in possesso di patente B, a porsi alla guida di automezzi appartenenti e/o a disposizione dell’ente di assegnazione, di sua proprietà o di terzi, per l’attuazione degli interventi previsti dal progetto e a rispettare l’automezzo utilizzato e il programma delle attività, gli orari e i percorsi senza nessun onere dei costi (benzina, parcheggi, …) o richieste di eventuali danni causati al mezzo utilizzato durante lo svolgimento del servizio
- Rientro in Italia negli ultimi giorni di servizio e partecipazione alla valutazione finale del progetto
Particolari condizioni di disagio per gli operatori volontari
Elenchiamo alcuni possibili disagi: il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose; il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali; il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti per prevenire rischi legati alla sicurezza pubblica e sanitaria. È buona prassi che i volontari seguano, in particolare nel tempo libero, comportamenti consigliati durante il percorso formativo (evitare di rientrare tardi la sera se si è da soli, esentarsi assolutamente dall’uso di droghe o alcool, non indossare abbigliamento di marca o portare oggetti preziosi, avere un comportamento sobrio nei rapporti interpersonali…).
EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:
No.
CRITERI DI SELEZIONE: I criteri di selezione sono pubblicati sul sito www.cescproject.org
CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:
Le competenze acquisite dagli operatori volontari attraverso lo svolgimento delle suddette attività verranno attestate utilizzando un “attestato specifico” rilasciato e sottoscritto da ente terzo ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DI BUSNELLI SALVI anche denominata “Aliante studio di formazione e consulenza” C.F. 09413931008, soggetto giuridico privato, diverso dall’ente proponente e dall’ente attuatore del progetto, che, da statuto, si occupa di attività di valutazione o di bilancio delle competenze e attività ad esse riconducibili quali la formazione, l’orientamento formativo, l’orientamento professionale, l’incontro domanda-offerta di lavoro, anche a titolo non esclusivo. L’attestato sarà anche sottoscritto dal CESC Project (ente titolare proponente il progetto) e dall’ente di accoglienza e verrà rilasciato agli operatori ai volontari che completano il periodo del SCU o che ne abbiano svolto almeno il 75%. Detto attestato spetta, altresì, a coloro che hanno svolto un periodo di servizio civile pari ad almeno il 50% dei mesi complessivamente previsti e lo stesso sia stato interrotto dall’operatore volontario per documentati motivi di salute o per cause imprevedibili non a lui imputabili.
In caso di svolgimento di un periodo di servizio civile inferiore alle soglie sopra descritte e allorquando il volontario abbia svolto i moduli di formazione generale e il modulo di formazione specifica relativo alla sicurezza ai sensi del d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i., l’ente, su richiesta dell’operatore volontario, attesterà il solo svolgimento della formazione stessa, senza rilasciare attestato o certificazione.
FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
La durata della formazione sarà di 31 ore che saranno svolte in unica tranche, entro la prima metà del periodo di realizzazione del progetto.
La formazione generale può essere erogata anche nella forma on line per una percentuale del 50% delle ore previste, in modalità sincrona e asincrona (senza che la formazione asincrona superi il 30% delle ore totali previste in modalità on line).
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:
La durata della formazione sarà di 72 ore di cui il 70% delle ore saranno svolte entro e non oltre 90 giorni dall’avvio del progetto, il restante 30% delle ore entro e non oltre 270 giorni dall’avvio del progetto. L’attività in presenza costituirà almeno il 70% della modalità utilizzata e il resto delle ore potrà essere erogato in modalità FAD indistintamente nella modalità sincrona e/o nella modalità asincrona.
Proponendo il progetto, inoltre, si aderisce alle disposizioni sperimentali e transitorie in base a cui potrà essere svolta la formazione a distanza (FAD) in modalità totalmente asincrona, per le seguenti casistiche:
-per le azioni di recupero della formazione in caso di assenze giustificate con un numero non superiore a 3 OV per sede;
-per le azioni di recupero della formazione in favore di tutti i subentranti che oggettivamente non abbiano potuto partecipare alla formazione rispetto alla tempistica di subentro in relazione al calendario degli appuntamenti formativi;
-per l’erogazione del solo modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego di operatori volontari di servizio civile universale.
Moduli della formazione e loro contenuti con l’indicazione della durata di ciascun modulo
MODULI FORMATIVI E CONTENUTI FORMATIVI |
Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)
– Aspetti storici e culturali, la mission, la rete di relazioni sul territorio – Approfondimento degli strumenti e delle attività di avvio progetto: l’equipe multidisciplinare, le modalità di coordinamento, lo staff operativo, le attività di kick off e di networking, gli stakeholder. – L’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi e i progetti in corso di realizzazione – Compiti e funzioni dell’Ente, l’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi, progetti in corso di realizzazione, la rete di collaborazioni e enti partner di progetto SCU |
Modulo 2: Il ruolo e le competenze dell’Operatore volontario nella sede di servizio e nel progetto (20h)
– Presentazione dei ruoli, comprensione del proprio lavoro e individuazione delle priorità di intervento. – Gestione delle relazioni interpersonali con colleghi, utenti e destinatari. – Modalità di fruizione dei servizi e di utilizzo degli spazi e degli strumenti a disposizione del progetto – L’apporto degli operatori volontari nella relazione con contadini, donne e popolazioni originarie – L’apporto degli operatori volontari nella realizzazione delle attività previste dal progetto negli uffici del partner locale, visite alle comunità, uscite sul campo – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. – Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 3: Conoscenza dell’utenza e/o destinatari: caratteristiche generali e aspetti specifici (20h)
– Gli interventi a favore di contadini, donne e popolazioni originarie – Le strutture e i servizi rivolti ai contadini, donne e popolazioni originarie – Analisi dei bisogni, le risorse interne e le criticità nell’ambito dello sviluppo rurale, inclusione sociale di persone in stato di fragilità, percorsi di socializzazione e mediazione – La creazione e gestione di percorsi di inserimento, professionale e lavorativo – Strumenti e metodi di intervento per l’inclusione e lo sviluppo rurale – Le attività di sensibilizzazione e coinvolgimento con gli utenti e/o dei destinatari – La gestione delle informazioni sull’utenza ed elementi normativi su privacy e riservatezza – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. – Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 4: Tecniche, metodi e strumenti specifici dell’intervento con contadini, donne e popolazioni originarie (20h)
– Tecniche e metodologia del lavoro con contadini, donne e popolazioni originarie – Personalizzazione del percorso di accoglienza – Caratteristiche degli interventi personalizzati, individualizzati, di gruppo, laboratoriali – metodologie e strumenti di progettazione, attuazione monitoraggio e valutazione degli interventi – strumenti di valutazione per misurare l’efficacia e l’impatto del progetto personalizzato sugli obiettivi di vita della persona – Fondamenti di sviluppo rurale e antropologia – Il lavoro di équipe e in team in relazione con gli utenti delle aree di intervento – Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio. – Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari |
Modulo 5: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile (4 h) anche in forma asincrona.
-Concetti di: rischio, danno, prevenzione, protezione Organizzazione della prevenzione aziendale -Diritti, doveri e sanzioni dei vari soggetti aziendali -Organi di vigilanza, controllo e assistenza Ed in particolare: -La normativa in Italia sulla sicurezza (D.Lgs 81/2008): ruoli, funzioni, prassi -I rischi generici comuni connessi a tutte le attività di progetto -La sicurezza come processo di miglioramento continuo -I principali rischi presenti nelle attività di progetto (rischi tipici di settore/dimensione) -Elementi di valutazione dei comportamenti: fattori ambientali e fattori individuali -Percezione del rischio e propensione al rischio -Le ricadute applicative e organizzative della valutazione del rischio -La gestione delle emergenze e delle criticità |
ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO:
TITOLO PROGRAMMA “2024 INCLUSIONE, EDUCAZIONE E SVILUPPO RURALE IN SUDAMERICA”
OBIETTIVI AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE:
Obiettivo 2 Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Obiettivo 4 Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e un’opportunità di apprendimento per tutti
Obiettivo 10 Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni
AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:
Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese
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