Di Giuseppe D'Ambrosio
Volontario SCU in Portogallo, Sede di Uva
Il 13 luglio 2020, pochi giorni dopo il ritorno in terra portoghese per svolgere la seconda fase del mio servizio civile presso l’associazione Palombar, ho avuto l’opportunità di assistere alla liberazione di un giovane esemplare maschio di capovaccaio.
La storia di Fangueiro (questo il nome datogli al centro di recupero) però comincia quando viene ritrovato, debilitato ed in pessime condizioni generali, nei pressi di Braga da un fotografo naturalistico, nel novembre del 2019. Oltre al precario stato di salute, anche l’epoca del ritrovamento rappresenta un’ulteriore criticità poiché gli esemplari di capovaccaio che arrivano in Portogallo verso fine febbraio per la stagione riproduttiva, riprendono poi la migrazione a partire da settembre.
L’ICNF (Instituto da Conservação da Natureza e das Florestas) ha quindi recuperato il piccolo avvoltoio per affidarlo alle cure del Centro de Recuperação de Animais Selvagens do Hospital Veterinário della Università di Trás-os-Montes e Alto Douro di Vila Real. Qui i veterinari hanno evidenziato che le penne delle ali di Fangueiro versavano in uno stato di usura preoccupante. In seguito ad ulteriori esami sono arrivati alla conclusione che questo dipendeva da un severa condizione di malnutrizione che ha di fatto alterato e quasi bloccato la crescita delle penne del volo, che col tempo hanno perso impermeabilità e si sono gravemente consumate e danneggiate.
I veterinari hanno perciò provveduto a rimuovere progressivamente le penne delle ali di Fangueiro, in modo tale sia da provocarne la crescita di nuove e sia per sostituirne alcune con quelle di un altro esemplare congelato di cui il centro disponeva. Questa operazione ha permesso di guadagnare tempo prezioso e di accorciare i tempi di recupero di Fangueiro (trascorsi presso il CIARA – Centro de Interpretação Ambiental e Recuperação Animal) che così è tornato in libertà in tempo per compiere la migrazione verso l’Africa.
Prima della liberazione, avvenuta lunedì 13 luglio 2020 presso il Miradouro do Carrascalinho, nel cuore del Parco Naturale del Douro internazionale, sul dorso del giovane Fangueiro è stato applicato un piccolo trasmettitore Gps che permetterà di seguirne gli spostamenti nell’ambito del progetto “Life Rupis”, che opera per la conservazione del capovaccaio e dell’aquila di Bonelli nella regione del Douro Internazionale e di cui Palombar è partner.
Ho assistito con interesse ed emozione alla liberazione di questo splendido esemplare, dal piumaggio castagno tipico dei giovani. Non avevo mai visto un capovaccaio così da vicino e sono rimasto stupito da quanta bellezza la natura sappia creare.
Quando è stato poggiato sulla roccia, non ha preso subito il volo ma è rimasto diverso tempo a saggiare il vento e gonfiare le ali… come se stesse contemplando per la prima volta l’immensità che è capace di conquistare. Eravamo tutti lì immobili a guardarlo ed aspettare il momento in cui si sarebbe sollevato con grazia e lo avremmo perso di vista all’orizzonte. Fangueiro però è rimasto lì, su quella roccia a strapiombo sul fiume, come per immortalare quegli ultimi istanti con le persone che lo avevano salvato e curato per quasi un anno. Poi, dopo diversi minuti ha preso il volo e noi lo abbiamo seguito con lo sguardo posarsi su una roccia a pochi metri da dove eravamo. Mi piace pensare fosse l’ultimo saluto ed il suo modo di assicurarsi di avercela fatta, prima di perdersi in questi paesaggi unici.
Il 17 luglio 2020 una foto-trappola installata in uno dei campi di alimentazione di uccelli necrofagi gestiti da Palombar ha ripreso il giovane Fangueiro mentre si alimentava con altri esemplari subadulti di capovaccaio, passando nel campo di alimentazione diverse ore.
Seguendo i suoi spostamenti grazie ai segnali del Gps montato sul suo dorso, sappiamo che Fangueiro fortunatamente è riuscito a compiere la migrazione ma che curiosamente è rimasto in Africa solamente per due mesi. Questo comportamento è del tutto anomalo poiché i giovani esemplari di capovaccaio normalmente restano in Africa almeno per un anno dopo la prima migrazione. Fangueiro invece non si è mai stanziato in un territorio ed il 30 dicembre 2020 attraversava lo stretto di Gibilterra facendo ritorno nella Penisola Iberica.
La vita di questo piccolo avvoltoio continua a riservargli sorprese e noi, seguendo i suoi spostamenti, continueremo a lasciarci stupire e ad accompagnarlo – virtualmente – nei suoi viaggi.
Buona fortuna Fangueiro!