PEDALATA 725!
[Padre mio che sei nei cieli]
Padre mio che sei nei cieli.
Scusa se oggi non t’ho mai parlato,
ma hai visto la giornata che ho passato.
Gianluca è rifinito in ospedale,
stavolta era tajata proprio male.
M’ha detto er padre: – Spero ner risvejo,
ma se lo prende Cristo forse è mejo –
Mario oggi è venuto co’ la fija,
nun sa come campa’ più la famija.
J’ho dato i soldi dei riscaldamenti
lo so che a messa poi battemo i denti.
Vordì che la vecchietta me baccaja,
je dovrò di’: – Se metta ‘n’altra maja! -.
Borbotterà qualcosa in cispadano,
tanto lo so che poi me da ‘na mano.
A Enrico so’ tornati lì a bottega,
ancora quella lurida congrega.
J’ho detto: – ‘Nnamo dai Carabinieri! -,
ma c’ha paura, oggi più de ieri.
Er funerale de quella creatura
è stato pe’ davero ‘na tortura.
Grazie pe’ avemme dato le parole,
all’omelia me uscivano da sole.
Dona’ conforto a chi nun ha la fede
è dura assai, ma pure pe’ chi crede.
Quer padre e quella madre, pora gente,
nun riesco più a levalli dalla mente.
Domani devo anna’ da Sua Eminenza,
a recita’ ‘n’altr’atto de obbedienza.
M’ha scritto che me metto troppo in vista,
sicuro pensa che so’ comunista.
Me scrive che so’ onesto e so’ sincero,
ma che trascuro troppo er ministero.
De certo nun dimostro troppo zelo,
ma forse verso lui, non al Vangelo.
Padre mio che sei nei cieli.
Tu che me leggi er core ner profondo
e sai quanto io ami questo mondo,
damme la forza d’esse sempre degno
delle parole tue.
Venga il tuo regno
e la volontà tua la mia conduca.
Ricordate de me…
…e de Gianluca.
Marazico – ©
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Domenica 24 marzo alle 10 al Parco degli Acquedotti a Cinecittà si terrà un evento organizzato dagli amici del Settimo Biciclettari al quale parteciperò. È quello che vedete nell’immagine che illustra la poesia che avete letto.
https://www.facebook.com/events/2506552772707208/?ti=cl
Se non avete già preso impegni vi consiglio di fare un salto. Anche se, come me, sarete a piedi e non in bici.
Il prete della mia poesia assomiglia molto a don Sardelli. Ho fatto le elementari a via Lemonia alla Don Filippo Rinaldi, dal ’67 al ’72. Ricordo bene le baracche costruite a ridosso dell’acquedotto e alcuni miei compagni di classe abitavano lì.
Rammento tutti i loro volti. Li ho dentro al cuore, in un posto speciale.